9
Set 2016
Numero N. 382
Chi e' l'innovatore piu' prolifico? Lo Stato?

Senza investimenti nell'innovazione, le varie riforme strutturali e i tagli di spesa che si chiedono in Europa non ci porteranno alla crescita. Il motivo? Penalizzano la domanda (calo dei salari e decadimento dei servizi pubblici) ed erodono la fiducia delle imprese scoraggiandole dall'investire.

Una tesi che mi trova d'accordo, con alcuni distinguo, e che porta a rilanciare il ruolo de "Lo Stato Innovatore". Un libro che ha il merito di suggerirci alcune riflessioni utili per il nostro ruolo di capi azienda...

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Senza investimenti nell'innovazione, le varie riforme strutturali e i tagli di spesa che si chiedono in Europa non ci porteranno alla crescita. Il motivo? Penalizzano la domanda (calo dei salari e decadimento dei servizi pubblici) ed erodono la fiducia delle imprese scoraggiandole dall'investire.

Una tesi che mi trova d'accordo, con alcuni distinguo, e che porta a rilanciare il ruolo de "Lo Stato Innovatore". Un libro che ha il merito di suggerirci alcune riflessioni utili per il nostro ruolo di capi azienda...

L'innovazione istituzionale ha carattere "collettivo"
L'autrice Mariana Mazzucato sostiene che nessun paese è mai cresciuto senza massicci investimenti in aree come la ricerca, l'istruzione e la formazione del capitale umano, in simbiosi con un'"innovazione istituzionale" che promuova collegamenti orizzontali con la scienza e l'industria, attraverso istituzioni capaci di fornire "capitale paziente": Siri, Gps, internet, schermo tattile sono stati integrati nell'iPhone ma vengono da investimenti pubblici.

Gli investimenti strategici sono alla base delle innovazioni
Gli investimenti che producono crescita di lungo periodo non sono stimolati dalla convenienza – vantaggi e incentivi fiscali – ma dal fine stesso, vale a dire dalla percezione di opportunità future, spesso in aree nuove e complesse. Sono investimenti che devono farsi carico dei rischi e raccogliere i benefici per sostenersi nel tempo e finanziare la tornata successiva d'innovazione.
Ma in Europa la crisi ha prosciugato le casse pubbliche. Allora per produrre crescita gli investimenti nell'innovazione istituzionale devono essere in conto capitale non semplice spesa.
La Banca europea per gli investimenti (Bei) deve svolgere un ruolo chiave ricapitalizzandosi con obbligazioni emesse insieme alla Bce che, di fatto, deve essere prestatore di ultima istanza. L'alternativa? Nessuna: fuori da questo sentiero non si parla più di Europa ma solo di continui salvataggi, cioè... spreco per tutti.

Lavorare per il pubblico deve essere motivante
Lo stereotipo di lavorare per un'organizzazione pubblica non deve più essere "occupazione di serie B". Anche questo settore deve sostenere l'innovazione partendo proprio dal suo interno, sviluppando le competenze che attirano persone di talento e che rendono eccitante lavorare per società quali Darpa negli Usa (internet), Bndes in Brasile (verde), KfW in Germania o Bcs in Cina (energie pulite). I loro investimenti sono strategici e in molti casi redditizi. Con migliore governance, strumenti di monitoraggio, ridotta frammentazione dei progetti e, soprattutto, aumento delle capacità manageriali.

Quando ripartiranno gli investimenti produttivi anche la spirito imprenditoriale crescerà in una collaborazione pubblico-privato capace di dare risposte al carattere "collettivo" dell'innovazione. Così l'Europa diventerà un attraente snodo di competitività per un ventaglio ampio di settori, con ogni paese consapevole dei propri legami con gli altri.

Applicazione in azienda: Secondo l'autore viviamo in un ambiente che ha ridotto all'osso gli investimenti di base inaridendo gli spunti e le opportunità per innovare le nostre imprese. Ciò dovrebbe spingerci a coltivare terreni più fertili, ad esempio spostando i centri di R&S delle nostre imprese in paesi dove lo Stato ancora investe, come gli Stati Uniti e la Cina.
Parola Chiave: economia
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Piercarlo Ceccarelli
Piercarlo Ceccarelli 13/09/2016 13:27:43

Mi è stato chiesto chi è l'innovatore più prolifico. Lo Stato italiano certamente non lo è. Gli esempi riportati riguardano principalmente Stati Uniti e Cina e ci sono comparti nei quali l'innovazione ha bisogno di tempi lunghi e capitale "paziente", possibili solo per organismi promossi dalla collettività.
Ci ricorda inoltre che anche quest'ultimi possono essere efficienti e prestigiosi, in modo da attrarre persone di qualità. Anche questo aspetto, purtroppo, non è abituale in Italia.