15
Giu 2015
Numero N. 324
Expo, un afflato alla collaborazione

Ho visitato Expo 2015 martedi' scorso. Le impressioni si sono accavallate durante la giornata. Il primo impatto ispira alla collaborazione, all'abbraccio costruttivo tra i popoli, diversi e uguali. Poi si entra nel vivo degli obiettivi che ogni espositore si e' posto, che poi e' unico e valido per tutti: acquisire turisti o clienti. Infine una sagra popolare, dove i piu' felici sono i giovani che timbrano il loro passaporto come se effettivamente varcassero decine di frontiere.

Un'occasione unica per l'Italia. Nonostante i ritardi, Expo 2015 e' a Milano. Approfittiamone perche'...

Immagine

Ho visitato Expo 2015 martedi' scorso. Le impressioni si sono accavallate durante la giornata. Il primo impatto ispira alla collaborazione, all'abbraccio costruttivo tra i popoli, diversi e uguali. Poi si entra nel vivo degli obiettivi che ogni espositore si e' posto, che poi e' unico e valido per tutti: acquisire turisti o clienti. Infine una sagra popolare, dove i piu' felici sono i giovani che timbrano il loro passaporto come se effettivamente varcassero decine di frontiere.

Un'occasione unica per l'Italia. Nonostante i ritardi, Expo 2015 e' a Milano. Approfittiamone perche'...



La via principale è detta Cardo e costituisce una lunga piazza ombreggiata da grandi vele a inclinazione sfasata che fanno circolare l'aria dando una gradevole sensazione di fresco, anche in una giornata estiva. Ampi gli spazi e innumerevoli i padiglioni con architetture ardite. D'obbligo la visita a quello italiano ispirato a una "foresta urbana" che evoca una figuratività primitiva e tecnologica al tempo stesso.
Ho visitato altri padiglioni e apprezzato in particolare quelli della Cina e del Bahrain.

Cosa mi è rimasto impresso? Le belle pareti vegetali, dove si sviluppano vere coltivazioni esposte al sole, producendo fresco all'interno dell'edificio. L'architettura del padiglione russo. La pulizia nonostante la tanta gente. La colazione nel ristorante cinese. La degustazione di caffè. In serata lo spettacolo dell'albero della vita: quasi ripaga delle fatiche della giornata. Una struttura in legno alta 35 metri, illuminata e circondata da fontane con getti d'acqua. E' estremamente coinvolgente e davvero bello.
Ma rimane anche la sensazione che l'esposizione sia frazionata e dispersiva: troppe cose da vedere, senza un vero filo rosso.

Insomma. Una vetrina popolare. Grande fiera dove ogni padiglione nazionale punta a promuove il turismo e ogni cluster alimentare a conquistare consumatori. Con una certa competizione tra espositori per attirare i visitatori che, dopo qualche visita, cominciano a diventare più selettivi e lamentano la stanchezza per l'esercizio fisico.
Avrei apprezzato circuiti consigliati a tema, perché vedere tutto mi è parso obiettivamente impossibile.
Buoni i collegamenti, specie quelli ferroviari. Dal centro di Milano ottimo il passante ferroviario che in venti minuti ci scarica davanti ai cancelli.
Affari? Solo negli spazi riservati e solo su appuntamento.
Un consiglio se desidera visitare l'Expo: consulti prima la documentazione e decida quali sono le cose che vuole vedere. Preveda tempo sufficiente, meglio se in più giorni.

Applicazione in azienda: Crescere il business oggi significa ampliarne i confini, entrare in nuovi mercati o espandersi in quelli già serviti. Expo è un appuntamento, da programmare su almeno tre giorni anche non consecutivi, che ciascun capo azienda non dovrebbe perdere. Quale migliore occasione per "visitare" il mondo in così poco tempo? I benefici attesi sono cultura, ispirazione, piacere. Buon Expo!
Parola Chiave: community
Cosa ne pensa la community: Piace a 4 soci
Per approfondire: Sognavo l’Expo 2015...
Risultati ad oggi
L'Italia con Expo è all'altezza delle attese internazionali?
80 %
0 %
Così così
0 %
No
20 %
Altro (specifichi nello spazio riservato al suo parere)
Avremo il ritorno sperato? In quali termini?
  • Dopo una breve visita all'Expo ritengo che vi possa essere un ritorno interessante per il settore agro-alimentare italiano che finalmente punta sulla valorizzazione dei marchi quale fattore chiave di spinta del territorio. Mi auspico sia un momento di svolta che consenta al settore di invertire l'approccio "territorio guida il marchio" a favore di un approccio "marchio guida il territorio" intrapreso con successo dal settore della moda in cui il made in Italy è stato alimentato da marchi forti. Marchi con contenuti solidi di tracciabilità della filiera possono rappresentare un'opportunità straordinaria difficilmente imitabile.
    Fabrizio Fresca Fantoni
  • Secondo lo studio commissionato da Expo stessa all’Università Bocconi, il ritorno dell’evento si articolerebbe in quattro impatti “diretti”: le infrastrutture, l’indotto dell’evento in sé, l’indotto turistico e l’incremento degli investimenti stranieri in Italia. Expo dovrebbe portare un incremento del Pil di quasi 70 miliardi di euro entro il 2020, una crescita del valore aggiunto di circa 30 miliardi, un indotto sull’occupazione di oltre 60.000 posti di lavoro e, infine, un gettito fiscale incrementale di circa 11 miliardi di euro. Stime realistiche? Difficile dirlo: ad oggi, la sensazione è che la percezione di questi impatti sia piuttosto blanda. Se ci rifacciamo all’ultima edizione (Shanghai 2010), l’effetto-Expo fu più di immagine che di sostanza e, ironia della sorte, l’economia cinese conobbe negli anni successivi un rallentamento della sua crescita. Certo, l’Europa di oggi non è paragonabile alla Cina di allora. In ogni caso, l’effetto dell’organizzazione di un grande evento – sportivo, economico, culturale - resta uno dei temi più dibattuti e controversi, non fosse altro perché molta della “generazione” di valore è valutabile solo nel tempo. Carlo Martelli
  • Milano, Lombardia, Nord Italia godono da sempre grande stima internazionale. Anche Centro-Sud è considerata una miniera d'arte, cultura, ...
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

Per partecipare al sondaggio è necessario aver effettuato il login.