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Dic 2014
Numero N. 299
I figli? Azionisti, non necessariamente manager
La sopravvivenza dell'impresa? E' legata alla volontà e, soprattutto, capacità dei successori di guidare l'azienda. E' una condizione che deve essere gestita con lungimiranza senza far troppo conto sugli eredi "naturali". Ci vogliono chiarezza d'intenti, percorsi alternativi e flessibili, trasparenza di comunicazione.

Mentre e' ragionevole preparare i nostri figli a essere azionisti, non e' detto che debbano fare anche i manager...



La scelta di vita dei figli è libera. I figli devono essere nelle condizioni di realizzarsi come individui e sviluppare le proprie aspirazioni. A cominciare da scuola e università scelte liberamente. Possiamo favorire sfide impegnative, soggiorni autonomi all’estero, reti di relazioni, ma non imporre percorsi formativi preparativi all’impresa.

In azienda deve essere chiaro il principio dei cinque anni. Nessun figlio potrà entrare prima di un periodo di cinque anni, trascorso in aziende e organizzazioni fuori dal controllo famigliare. Un banco di prova importante per sviluppare esperienze e competenze e per registrare i primi successi.

Inoltre non c’è alcuna garanzia. Un membro non ha diritto a un posto di lavoro nell’azienda di famiglia. Se permane l’interesse a farlo, dopo i cinque anni di apprendistato esterno, il giovane deve essere qualificato e valutato su basi oggettive per le sue competenze e la sua predisposizione a essere un valido collaboratore. Solo chi ha tutti i numeri può entrare.

L’eventuale inserimento in azienda deve essere adattato al candidato. Nel passato si credeva che fosse necessario conoscere tutte le aree dell’azienda e si prevedeva un periodo itinerante tra i vari reparti. Oggi si è più propensi ad affidare progetti sfidanti, magari con l’assistenza di consulenti, in modo che ci sia un’attività di coaching sul neo assunto e si verifichi la predisposizione a una carriera direttiva e di vertice oppure a una carriera più operativa, professionale.

E se nessun giovane volesse entrare in azienda o dimostrasse la capacità necessarie? Meglio accorgersene al più presto e intervenire senza indugio. Anzi, meglio avere strade alternative. Affidare la guida dell’impresa a manager esperti, nell’ambito di una governance adeguata, è una soluzione valida e flessibile per la continuità.

E’ incredibile che non piu' del 10% delle medio-grandi aziende italiane abbiano piani organici di successione al vertice. Le altre si trovano regolarmente "spiazzate" dall'improvvisa perdita di un top manager. Eppure la solidità della struttura manageriale presente in azienda è responsabilità diretta del capo azienda.
Applicazione in azienda: : organizza per tempo il passaggio di testimone al vertice della tua azienda
Parola Chiave: governance
Cosa ne pensa la community: Piace a 10 soci e 2 soci hanno un'altra idea
Per approfondire: n. 244 - n. 241 - N. 121
Risultati ad oggi
La sua azienda ha già un programma definito di ricambio al vertice?
0 %
Non abbiamo alcun piano preciso
33 %
Siamo impegnati nel definire un programma
33 %
Si, abbiamo un programma di inserimento formalizzato
33 %
Altro (specifichi nello spazio riservato ai commenti)
Come pensa che dovrebbe essere gestito il passaggio di testimone al vertice della sua azienda?
  • Il passaggio di testimone è già avvenuto, ed i nostri figli sono ancora molto giovani.
  • Il passaggio di testimone deve essere gestito in modo sistematico e pianificato nel medesimo modo in cui si gestisce, ad esempio, il ciclo di vita dei prodotti. Occorre guardare avanti ipotizzando le posizioni manageriali che richiedono successione e preparando le risorse ad elevato potenziale che possono assumere il ruolo per tempo. Un piano di successione non si improvvisa: richiede tempo affinché le risorse siano adeguatamente "testate" con sfide sempre più difficili e possano crescere in tempo per i ruoli a maggior responsabilità. Questa sistematicità deve caratterizzare anche la successione nelle imprese famigliari individuando i punti di forza dei successori per capire se e dove schierarli nel bene dell'Azienda. Gestire efficacemente la successione è un fattore chiave di competitività nel tempo delle organizzazioni.
    Fabrizio Fresca Fantoni
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

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23/12/2014 07:53:32

Spesso in un'azienda familiare l'imprenditore incarna contemporaneamente tre figure: imprenditore, manager e capo famiglia e, quando si avvicina il momento del ricambio generazionale, non sempre riesce a scindere i tre ruoli e il ruolo di padre rischia di prevalere, a scapito dell'ottimo per l'azienda