19
Dic 2016
Numero N. 396
I Martini, storia di leadership tra istinto e ragione

I Martini e' il mio secondo romanzo "aziendale", pubblicato in questi giorni da Utopia. Recensire un proprio libro e' imbarazzante. Allora pubblico l'interessante prefazione dell'editore Lucio Morawetz.

"Il romanzo di Ceccarelli con la sua scrittura piana e elegante dischiude agli occhi del lettore un aspetto della realta' dell'impresa ai piu' sconosciuto e considerato poco importante, e cioe' che le imprese sono fatte di uomini e donne in carne e ossa che vivono, soffrono e amano e per i quali la dimensione affettiva e relazionale e' importante quanto, se non di piu' della ragione calcolante e utilitaristica…"

Weber e la "gabbia d’acciaio"

Già Max Weber all’inizio del Novecento vedeva nella crescente razionalizzazione dei rapporti sociali capitalistici il rischio dell'instaurarsi inevitabile di quella che con un'efficace metafora chiamava "gabbia d’acciaio" cioè la spersonalizzazione della società. Se il vantaggio della razionalizzazione è la calcolabilità dei risultati, il suo grande difetto è l’incapacità di gestire i casi individuali con il loro portato emozionale e psicologico. Il correttivo che Weber vedeva per questa situazione era la rivalutazione del fattore etico nell’azione sociale, o meglio rifletteva sulla necessità di un’azione sociale dettata anche da fini etici ma che si serva di mezzi razionali.

Ceccarelli in un certo senso ha scritto un romanzo weberiano, i suoi protagonisti, tre generazioni di imprenditori, incarnano diversi ideal-tipi di fronte alle sfide del futuro e dell’innovazione  (o più in generale di fronte a quella che è la domanda fondamentale dell’etica e che riguarda ogni individuo"che cosa dobbiamo fare?") e molto saggiamente individua in una sintesi fra responsabilità sociale dell’impresa, affettività e coraggio la strada, certamente impervia da percorrere.

Una storia di leadership

Una delle grandi qualità del romanzo è quella di non dare nulla per scontato: man mano che si procede nella lettura i personaggi acquistano in profondità, dietro a personalità tetragone e tutte d’un pezzo si scorgono le ferite di un passato mai del tutto elaborato, chi sembra di animo più sereno cova invece rovelli interiori e rimorsi. A partire da un apparentemente semplice espediente narrativo, una tesi per un master in economia aziendale che prende come case-study l’azienda della famiglia Martini, si apre un vero e proprio vaso di Pandora, riemergono dal passato rivalità e ostilità sopite, caratteri e visioni del mondo conflittuali messe a tacere per anni sembrano sul punto di esplodere, ma ciò che sembrava una crisi irreparabile diventa invece la svolta positiva della vicenda.

Una storia godibile che è anche un'occasione per riflettere

A parte la godibilità dell’intreccio, quello che sembra più rilevante è come Ceccarelli riesca con un romanzo “esemplare” a mettere in discussione il luogo comune per cui da vizi privati si determinerebbero pubbliche virtù, in quanto i suoi personaggi sono sfaccettati, sono personalità complesse che vivono con profondità i loro dilemmi etici. Il romanzo deluderà i cinici perché non ci sono i "cattivi" e verrà apprezzato da chi cerca nella lettura l’occasione per riflettere e imparare "qualcosa di nuovo".

Lucio Morawetz  

 

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Applicazione in azienda: Guidare l’azienda è una sfida impegnativa. Richiede forza, coraggio, intelligenza ma anche cuore e anima. Mentre i primi fanno parte del carattere di ciascuno, l’intelligenza e l’anima appartengono anche all’impresa e alle sue persone. Per questo ogni capo azienda, manager o azionista, dovrebbe comprendere a fondo le origini dell’azienda, la storia dei fondatori e i valori che li hanno ispirati.
Parola Chiave: leadership
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Piercarlo Ceccarelli
Piercarlo Ceccarelli 20/02/2018 15:03:58

Finalista al Premio Biella Letteratura e Industria 2017