23
Giu 2014
Numero n. 277
Il finanziamento con obbligazioni cresce in Italia

Finalmente! L’accesso al finanziamento diretto, tramite obbligazioni, e' destinato a crescere molto anche in Italia. Fino a diventare, nei casi piu' virtuosi, una vera alternativa al canale bancario.

Con un piano industriale credibile, management stabile e struttura di costi flessibile si possono finanziare iniziative aziendali ambiziose a costi competitivi. Gli investitori sul mercato italiano ci sono e sono interessati a...

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Finalmente! L’accesso al finanziamento diretto, tramite obbligazioni, e' destinato a crescere molto anche in Italia. Fino a diventare, nei casi piu' virtuosi, una vera alternativa al canale bancario.

Con un piano industriale credibile, management stabile e struttura di costi flessibile si possono finanziare iniziative aziendali ambiziose a costi competitivi. Gli investitori sul mercato italiano ci sono e sono interessati a...



...finanziare aziende con fatturato tra i 50 e i 300 milioni di euro, Ebitda superiore al 5%, Ros di almeno 2,5%, rapporto debito/patrimonio minore di 3, indice debito/Ebitda entro 5, oneri finanziari/Ebitda entro il 35%. Il costo del finanziamento (rendimento) si aggira intorno al 6-7%.

Il governo Monti ha modificato la disciplina introducendo i mini bond. Sono obbligazioni, quindi titoli di credito, con un tasso d’interesse cedolare ed una scadenza, che differiscono dalle classiche obbligazioni in quanto possono essere emesse anche da imprese minori, con parametri e prospetti informativi piu’ semplici.
Sotto il profilo fiscale e' ammessa la deducibilita' degli interessi nei limiti del 30% del Rol, mentre le spese per l’emissione del prestito sono deducibili per cassa.

Oggi il mercato e' ancora embrionale. I titoli scambiati sul Extra Mot Pro sono circa trenta ed hanno coinvolto aziende di costruzioni, web company, calzaturiero, finanza, servizi e luxury.

Una societa' puo’ emettere minibond nei limiti del doppio della somma del capitale sociale, della riserva legale e delle riserve disponibili come risultanti dall’ultimo bilancio approvato. Tale limite puo’ essere derogato nei casi di emissione di obbligazioni convertibili, per le societa' con azioni quotate e per quelle con azioni non quotate a condizione che le obbligazioni emesse vengano quotate.

Le condizioni che l’emittente deve soddisfare sono relativamente poche. L’ultimo bilancio approvato, certificato da un revisore contabile; sottoscrizione delle obbligazioni e la successiva circolazione riservata ad investitori qualificati (banche, assicurazioni, SGR, etc...); comunicazione all’Agenzia delle Entrate, entro 30 giorni, dei dati relativi alle emissioni non negoziate sui mercati regolamentati; l’emissione deve avere come advisor una banca o una Sgr.

L’esperienza sul campo mette in evidenza che la finanza c’e' per imprese capaci di formulare un piano industriale ambizioso e credibile. Non c’e' per chi deve aggiustare i conti, si limita a leccarsi le ferite senza essere in grado di proporre una discontinuita' forte.

Applicazione in azienda: privilegia l’accesso al finanziamento diretto, tramite obbligazioni, per i progetti di ristrutturazione, rilancio e crescita
Parola Chiave: finanza
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Per approfondire: N. 196 - N. 114 - N. 186
Risultati ad oggi
La sua azienda ha gia' accesso al finanziamento diretto, di tipo obbligazionario?
0 %
si, per gran parte delle nostre esigenze
17 %
si, in minima parte
83 %
no
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato ai commenti)
Qual e' la sua opinione sul modo migliore, oggi, di finanziare l’impresa?
  • Per tornare a crescere ritengo indispensabile promuovere lo sviluppo di canali di intermediazione finanziaria alternativi a quello bancario. In Italia le imprese hanno sempre avuto il canale bancario come unica fonte di approvvigionamento: il credito bancario è circa due terzi dei debiti delle imprese; in Germania è meno della metà, in Inghilterra meno di un terzo. Ci sono oltre 5mila aziende in Italia che potrebbero ambire al mercato dei minibond per finanziare il proprio sviluppo. Il primo ostacolo però alla diffusione di questi strumenti tra le Pmi è di tipo culturale: gli imprenditori sono spesso reticenti ad aprire i libri contabili e i propri progetti di investimento ad advisor e investitori esterni. Infatti, oltre ai requisiti economico-finanziari, alle aziende è richiesta maggiore trasparenza nei conti economici e un piano di sviluppo chiaro e misurabile.
    Benedetta Ragazzola
  • Banche sempre più avare nell’erogare credito alle aziende, e imprese che cercano canali di finanziamento alternativi ai fidi tradizionali: è il fenomeno della disintermediazione creditizia, figlio della crisi degli ultimi anni che ha visto gli istituti di credito puntare più sui mercati finanziari che sull’economia reale. Serve nuova finanza per le imprese, per sbloccare il circolo vizioso credit crunch – recessione: il fabbisogno finanziario per maggiori investimenti delle imprese è stato stimato in 90 miliardi in 5 anni. Il capitalismo italiano, fortemente bancocentrico, nel senso che si finanzia al 90% con linee di credito bancario, comincia ad avvicinarsi a quanto succede negli altri paesi europei: il ricorso alla banca si ferma al solo 40% del fabbisogno finanziario nel Regno Unito, al 50% in Francia ed è del 60% in Germania. Innanzitutto, maggiori risorse devono venire dal capitale proprio delle imprese: la crisi ha frenato in Italia lo sviluppo del mercato del private equity, importante per le Pmi che non accedono alla Borsa; anche l'espansione degli strumenti ibridi di capitale, come il mezzanine finance, va rilanciata. Le emissioni di obbligazioni corporate sono di fatto limitate alle grandi aziende e di recente poche sono riuscite a raccogliere fondi per importi significativi: bisogna sostenere tale mercato e farvi accedere anche le Pmi, sfruttando i nuovi mini bond, come suggerisce l’articolo. Ma non solo: è necessario far ripartire le cartolarizzazioni, anche con garanzia pubblica, concentrandosi su quelle relative ai prestiti alle piccole e medie imprese. Come pure, bond di distretto e finanza delle reti di impresa sono strumenti utili e ancora poco sfruttati. Non ultimo, il maggior ricorso delle aziende italiane ai canali di finanziamento alternativi trasformerà nel medio-termine anche il rapporto banca-impresa: attraverso rating più alti, contribuirà a far rifluire il credito.
    Carlo Martelli
  • Il ricorso a finanziamenti esterni nelle sue varie forme rappresenta un confronto con il mercato, un confronto in cui deve emergere la redditività dell'investimento sostenuta da un piano industriale adeguato. In questo senso l'attrarre fonti esterne obbliga l'azienda a sondare la sostenibilità dei propri piani evitando scelte guidate dall'emotività più che dagli aspetti economici.
    Fabrizio Fresca Fantoni
  • Capitale di terzi per finanziare progetti di crescita discontinua: alleanze con partner industriali per raggiungere obiettivi fuori dalla portata "normale" dell'impresa.
  • Il ricorso al capitale di terzi dovrebbe coprire investimenti che rientrano nell'attività ordinaria dell'impresa e che ne rispecchiano il livello di rischio tipico. Per investimenti finalizzati all'innovazione e a operazioni straordinarie la copertura dovrebbe essere assicurata da equity o da strumenti di finanza straordinaria. In questo contesto i minibond rappresentano una valida opportunità
    Andrea Ferri
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

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Piercarlo Ceccarelli
Piercarlo Ceccarelli 30/06/2014 15:03:14

Tiriamo le fila della discussione...

Solo un'azienda su cinque, tra quelle che hanno partecipato alla votazione, ha sperimentato l'accesso al finanziamento diretto, di tipo obbligazionario, per coprire una parte limitata delle proprie esigenze.

Le opinioni sul modo migliore di finanziare oggi l’impresa tendono a distinguere le situazioni di finanziamento. Da una parte la copertura dell'attività ordinaria dell'impresa, che ne rispecchia il livello di rischio tipico, attraverso capitale di terzi. Dall’altra, la copertura di investimenti finalizzati all'innovazione e ad operazioni straordinarie, attraverso equity o strumenti di finanza straordinaria. In questo contesto i minibond rappresentano una valida opportunità.

Tutti concordano che, per tornare a crescere, bisogna accedere a canali di intermediazione finanziaria alternativi a quello bancario. In Italia il credito bancario rappresenta circa il due terzi dei debiti delle imprese, in Germania e Francia circa la metà, in Inghilterra meno di un terzo.