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Mag 2014
Numero n. 271
Il lavoro realizza il business plan di una vita

L’attuale situazione dei giovani ci addolora profondamente. Fare di tutto, allora, per offrir loro un lavoretto, piuttosto che niente (i mini-job tedeschi)? Aiutarli con una paghetta perché non dipendano dalla famiglia? Forse oggi non si puo' offrire di piu' ma ricordiamoci che il lavoro realizza l’individuo.

Con il lavoro i giovani imboccano la via maestra per attuare il business plan della loro vita. Non per guadagnare uno stipendio ma per guadagnarsi la vita!

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L’attuale situazione dei giovani ci addolora profondamente. Fare di tutto, allora, per offrir loro un lavoretto, piuttosto che niente (i mini-job tedeschi)? Aiutarli con una paghetta perché non dipendano dalla famiglia? Forse oggi non si puo' offrire di piu' ma ricordiamoci che il lavoro realizza l’individuo.

Con il lavoro i giovani imboccano la via maestra per attuare il business plan della loro vita. Non per guadagnare uno stipendio ma per guadagnarsi la vita!



Tom Mastrandrea, sacerdote-manager, ci richiama "Oggi, in periodo di emergenza, si tende a cercare un lavoretto, per il ragazzo o la ragazza di turno, in modo che abbiano uno stipendio anche minimo, una paghetta, senza dover piu' dipendere dalla famiglia. I due diminutivi, lavoretto e paghetta, usati di proposito, sono il modo di svicolare, di tenere basso il profilo del problema.”

"...dopo la guerra, in Italia quasi tutti erano senza lavoro, ma l'idea di ricostruire la propria casa, e con essa il paese, fece davvero il miracolo. Quell'idea era portatrice di un principio sacrosanto: la convinzione non di guadagnarsi uno stipendio, ma il diritto a guadagnarsi da vivere, a riguadagnare la vita.”

"Spero che non ci sia piu' nessuno che pensi al lavoro come a una pompa estrattiva di un bene sotterraneo a disposizione di chi lo trova, e trascuri l'idea che sia un processo dinamico al cui centro sta la persona, sia essa imprenditore, dirigente, o prestatore d'opera. Soltanto la persona e' capace di creare, produrre, cercare mercato, innovare la prestazione d'opera.
Si trova, invece, chi e' ancora convinto che il lavoro abbia per scopo il raggiungimento della ricchezza personale o nazionale, magari a scapito di altri.”

"Il binomio lavoro-occupazione e' necessario che rientri in una visione integrale dell'uomo, che formazione scolastica e professionale abbiano il loro giusto percorso, che il mercato sia orientato dalla funzione sociale, che i risultati economici non siano speculazioni, che la politica del lavoro non prescinda dalla cultura del territorio. Tutte prospettive etiche. Per questo il lavoro, qualsiasi lavoro, e' fatica, e' una meta, e' un'arte. In altre parole, e' connaturato all'uomo, e' un suo diritto-dovere.
Altrimenti e' frustrazione o lotta di classe; e' speculazione, caporalato, complicita' con il malaffare. e' il fallimento di un paese senza prospettive.”

Parole che ci fanno riflettere. Le cose vanno bene solo quando facilitare, semplificare, rendere piu' economico l’accesso al lavoro per i giovani si trasforma in lavoro di qualita'. Francamente lo vedo succedere spesso nelle aziende che frequento e i dati tedeschi dei mini-job sono proprio incoraggianti. Senza mai perdere di vista la prospettiva del lavoro come mezzo per autorealizzarsi.
La Youth Guarantee, il piano da 1,5 mld di euro per l’inserimento massiccio di giovani nel mercato del lavoro, sembra gia’ un’occasione persa.

Applicazione in azienda: assicurati che il lavoro nella tua azienda faciliti l’autorealizzazione delle persone
Parola Chiave: buon management
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Per approfondire: n. 237 - n. 210
Risultati ad oggi
Facilitare l’accesso al lavoro per i giovani con pacchetti promozionali?
67 %
si, con "mini-job” tipo quelli usati in Germania
11 %
si, con i contratti a tempo determinato a costo complessivo ridotto
0 %
no
22 %
altro (specifichi nello spazio riservato ai suoi commenti)
Quali sono le sue proposte per creare oggi piu' opportunita' di lavoro per i giovani?
  • Sviluppare i giovani significa sviluppare il paese: un imperativo che richiede una visione di medio-lungo termine che va oltre la semplice, per quanto necessaria, "paghetta". L'obiettivo deve essere quello di costruire professionalità tali da dare un senso alla vita dei giovani e una dotazione professionale per il futuro del paese. Meglio puntare su contratti a tempo indeterminato a ridotto costo fiscale senza vincoli all'uscita per puntare ad un approccio meritocratico.
    Fabrizio Fresca Fantoni
  • liberalizzare e flessibilizzare
    Fabrizio Goglio
  • Assumere un lavoratore è un impegno oltre che contrattuale, morale. Assumere un lavoratore significa dare speranza e l'opportunità di realizzare il suo piano di vita. Solo questo da prospettiva, giustifica i sacrifici, genera sviluppo. Non sono favorevole a impegni di breve durata. Sono un palliativo di scarso effetto nel lungo periodo. Servono invece premi e incentivi ai datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato in modo da creare tripla vittoria: per l'impresa che ottiene collaboratori motivati con un ridotto cuneo fiscale, per il lavoratore che si realizza nel lavoro e pianifica il futuro su basi più solide, per la comunità che benefica di un clima di generale stabilità economica e sociale. Ma servono anche minori vincoli all'uscita. Il lavoratore che non mantiene la promessa di impegno e qualità non può rimanere vincolato all'impresa. Anzi, deve poter essere, con un adeguate tutele, licenziato per realizzare altrove il suo progetto di vita. E' il meccanismo alla base del welfare Svedese. Le basse barriere all'uscita sono un forte incentivo all'assunzione. In questo modo le imprese sperimentano, provano, danno opportunità fino a quando incontrano i lavoratori con i quali entrare in sintonia. Il mercato del lavoro, come ogni mercato, per funzionare bene deve essere fluido e avere anti scambi, solo così domanda e offerta raggiungono il giusto equilibrio.
    Andrea Ferri
  • Le proposte per il lavoro devono porsi due obiettivi: non solo dare una risposta all’emergenza disoccupazione, ma allo stesso tempo restituire al lavoro il senso, il valore e la dignità che ad esso competono come elemento essenziale per l’identità delle persone e per la loro realizzazione umana e sociale. Il punto di partenza è, ovviamente, ridare slancio all’economia italiana, al fine di realizzare ritmi di crescita più elevati, qualificati e sostenibili. Sul piano delle misure più immediate: 1) fornire supporto finanziario ai giovani che abbiano intenzione di avviare un’attività di lavoro autonomo, uno studio professionale oppure aprire un’impresa, finanziandole non sulla base di garanzie di tipo patrimoniale, bensì di criteri di affidabilità dei beneficiari e di fattibilità delle iniziative; 2) adottare agevolazioni fiscali, ad esempio azzerare per 2 anni il cuneo contributivo (a carico del datore di lavoro e del lavoratore) per i neoassunti, provvedimento peraltro compatibile con la disciplina europea in materia di aiuti di Stato; 3) estendere le agevolazioni fiscali ed amministrative previste per le start up tecnologiche anche alle aziende artigiane in grado di coniugare la creatività italiana con le nuove tecnologie del manifatturiero, dal 3D printing al laser e alle macchine a controllo numerico ormai miniaturizzate.
    Carlo Martelli
  • Defiscalizzare le iniziative imprenditoriali dei giovani, favorendo la nascita di micro-imprese ove possano realizzare le loro idee. Non investimenti "a pioggia" sulle start-up ma la possibilità di essere premiati se l'iniziativa regge dal punto di vista economico. Un contributo sia ai giovani, sia alla economia reale che beneficerebbe di nuove idee per creare valore
    Luca Orselli
  • defiscalizzare l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro maggiore interazione tra industria e scuola a partire dai tempi della scuola secondaria e remunerando le attività degli studenti
    Davidde Loparco
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

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Piercarlo Ceccarelli
Piercarlo Ceccarelli 19/05/2014 13:07:00

Tiriamo le fila della discussione...

Come era prevedibile, l'argomento lavoro per i giovani ha promosso molta partecipazione, a volte anche accalorata. La via maestra per facilitare l’accesso al lavoro per i giovani (63% delle votazioni) e' quella dei pacchetti promozionali tipo i "mini job" adottati in Germania.


Le proposte per creare oggi piu' opportunita', spaziano da liberalizzare e flessibilizzare i contratti fino all'opposto, cioè permettere solo contratti a tempo indeterminato con forti vantaggi fiscali per lavoratore e impresa, almeno nei primi anni. Ma minori vincoli all'uscita vengono in genere visti come il maggiore incentivo all'assunzione perché permettono di sperimentare il rapporto che deve tendere alla soddisfazione di lavoratore e azienda.


Non si tratta solo di dare una risposta all’emergenza disoccupazione, ma di assicurare al lavoro il senso, il valore e la dignità che ad esso competono. A questo fine e' necessario correggere lo sfasamento quali-quantitativo tra scelte formative e domanda delle imprese e favorire l'apprendimento pratico nelle aziende. Insieme a promuovere l'imprenditorialità dei giovani perché possano realizzare le loro idee.

Piercarlo Ceccarelli
Piercarlo Ceccarelli 13/05/2014 07:59:02

La causa maggiore della situazione dei giovani in Italia (e anche in altri paesi europei) è lo sfasamento quali-quantitativo tra scelte formative e domanda delle imprese. A questo si aggiunge l'inadeguatezza dei canali per la ricerca del lavoro. E' indispensabile allineare l'offerta formativa coinvolgendo di più i datori di lavoro e favorire l'apprendimento pratico nelle aziende.