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Apr 2015
Numero N. 317
L'agroalimentare ha bisogno d'innovazione

La crisi? Sovente e' un alibi per giustificare la resistenza a investire nell'innovazione. Ma per competere con successo non e' piu' possibile fare le cose di sempre e farle nello stesso modo.

Vediamo aziende che approfittano del momento difficile per avvantaggiarsi sui concorrenti e conquistare quote di mercato, anche grazie ai costi ridotti di alcuni input e alle migliori condizioni per le acquisizioni.

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La crisi? Sovente e' un alibi per giustificare la resistenza a investire nell'innovazione. Ma per competere con successo non e' piu' possibile fare le cose di sempre e farle nello stesso modo.

Vediamo aziende che approfittano del momento difficile per avvantaggiarsi sui concorrenti e conquistare quote di mercato, anche grazie ai costi ridotti di alcuni input e alle migliori condizioni per le acquisizioni.



Pur tra luci e ombre, l'agroalimentare italiano rappresenta un pilastro dell'economia. Il fatturato complessivo del settore, pari a 125 miliardi di euro, è in contrazione anche nel 2014 (-1,6%). Va meglio l'export che continua a crescere (+0,6% anche nel 2014) e aumentano le vendite nell'area Euro.
Ma è verso i paesi extra-UE che saranno diretti i principali tassi di crescita (superiori al 5%) nel 2015-2016, in particolare Usa, Russia ed Estremo Oriente. L'export, quindi, continua a crescere a ritmi sostenuti proprio verso quelle aree dove maggiormente conta l'innovazione.

Le nostre analisi individuano una forte correlazione tra chi innova e chi esporta: il fatturato verso i mercati esteri è doppio per le imprese che detengono brevetti rispetto a quelle che non ne possiedono. E migliorano le prestazioni: cresce il fatturato e il Roi.

Ci sono istanze che emergono e chiedono risposte innovative.
Come la grande richiesta di trasparenza sulla sostenibilità ambientale della filiera produttiva e distributiva e sulla tracciabilità certificata dei prodotti.
Poi la convergenza tra aspetti nutrizionali ed aspetti di prevenzione e cura della salute (la nutraceutica): esiste già a livello europeo Efsa, preposta a certificare la possibilità di reclamizzare i benefici sulla salute dei prodotti agroalimentari.
Quindi le molteplici soluzioni realizzate con l'integrazione tecnologica: Nnb Genetics propone diete personalizzate, basate sul Dna rilevato tramite un tampone orale, per prevenire specifiche patologie. Kraft fornisce ricette, classificate in base alle tipologie di dieta, basate su propri ingredienti. Nestlé fornisce informazioni sui prodotti scannerizzando il codice a barre con un qualunque smartphone. Walmart investe su grocery delivery che ha nella tecnologia digitale un fattore abilitante fondamentale.

L'industria agroalimentare italiana è sempre più guidata dalla capacità di internazionalizzazione, innovazione e contaminazione intersettoriale per valorizzare lo straordinario patrimonio della nostra tradizione enogastronomica. Il caso De Cecco, che è ha raddoppiato il fatturato in pochi anni, ne è un buon esempio.

Applicazione in azienda: l’applicazione in azienda d’innovazioni può migliorare i conti economici in tempi rapidi. Purché le risorse umane e finanziarie siano focalizzate su progetti ispirati da visioni sfidanti e basati su fatti concreti. Expo va sfruttato per il suo effetto “vetrina” verso milioni di potenziali clienti: obiettivo costruire numerose nuove relazioni commerciali in Nord America e Far East entro dicembre 20
Parola Chiave: agroalimentare
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Per approfondire: n. 254
Risultati ad oggi
Come giudica i risultati recenti conseguiti dai progetti d’innovazione della sua azienda? (max due risposte, grazie) (*)
40 %
I risultati sono sempre molto inferiori alle attese
40 %
La velocità è bassa a causa delle resistenze interne al cambiamento
60 %
I risultati sono molto vari e dipendono dal livello di impegno e di convinzione dei manager che li devono realizzare
0 %
Procediamo passo passo con risultati piccoli ma veloci
0 %
Adottiamo un approccio “virale” iniziando da unità molto impegnate, lasciando che il contagio dell’innovazione si diffonda nell’organizzazione
0 %
I risultati sono normalmente in linea con quelli attesi
0 %
Altro (specifichi nello spazio riservato ai commenti)
Qual è il suo parere per migliorare l’innovazione in azienda?
  • L'innovazione richiede risorse, ed il "taglio medio" delle imprese alimentari italiano è inferiore a quello dei concorrenti esteri. Ci troviamo tuttavia in un momento in cui l'accesso a finanziamenti può essere ottenuto a tassi minimi, ed inoltre in cui si possono sfruttare opportunità di alleanze e/o joint venture con imprese straniere. Ciò può alimentare un passo avanti deciso sulla strada di innovazione e competitività.
  • L’innovazione deve alimentare un posizionamento forte e distintivo, sostenuto da processi innovativi che, a loro volta, rafforzano il vantaggio competitivo. Solo l’integrazione di questi due aspetti genera sostenibilità. La sola innovazione di prodotto è condizione necessaria ma non sufficiente per la sostenibilità.
    Fabrizio Fresca Fantoni
  • E’ necessario governare la dinamica dell’innovazione lungo tre direttrici: • innovazione di modello di business, cioè sviluppare una visione nuova e organizzare processi industriali e distributivi profondamente diversi per valorizzare al meglio la nostra offerta made in Italy; • innovazione di prodotto, ovvero cercare un posizionamento forte, in Europa e nelle nuove economie, con prodotti di qualità superiore, più competitivi in termini di prestazioni e di funzioni d’uso, alla ricerca di soluzioni che rafforzino la qualità percepita dell’offerta verso nuove utilità; • innovazione di processo, cioè ridurre i costi dei prodotti tradizionali ottimizzando i processi industriali e distributivi. L’Expo 2015 rappresenta un’opportunità unica per mobilitare l’intero sistema industriale del nostro paese ad intraprendere con decisione la strada dell’innovazione. E’ fondamentale cogliere l’opportunità da parte delle aziende secondo le direttrici prima commentate. Altrettanto importante è operare a livello istituzionale, rafforzando l’ecosistema favorevole alla nascita e crescita di iniziative ad alto potenziale, col coinvolgimento di imprese, università e istituzioni finanziarie e l’utilizzo di strumenti fiscali e risorse specializzate. L’Italia, e tanto più l’Italia del made in Italy, è ricca di storie imprenditoriali di successo contrassegnate dal coraggio dell’innovazione profonda. E’ il momento di investire in un processo innovativo che focalizzi l’azienda sul valore incrementale che possiamo fornire ai clienti. Carlo Martelli
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

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Piercarlo Ceccarelli
Piercarlo Ceccarelli 30/04/2015 08:09:45

M'inseriscono sul commento di Fabrizio. La vera innovazione per il nostro agroalimentare di qualità è, a mio avviso, una politica di marca, in realtà perseguita da poche aziende. In Italia e nei mercati esteri in cui si decide di operare serve preoccuparsi più del sell-out che del sell-in. Comprendere bene le motivazioni dei consumatori e i requisiti che costruiscono la qualità percepita. Difendere il prezzo. Fare prima penetrazione e poi copertura. Ecc.