6
Giu 2016
Numero N. 371
La parete di vetro (ovvero: come gestire la responsabilita' personale?)

C'era una volta un nano. Insieme ai suoi numerosi colleghi, aveva trascorso tutta la sua vita lavorando in una vasta miniera d'oro.
Dato che i nani sono sempre un gruppo molto competitivo, nel corso del tempo avevano sviluppato un sistema che rendeva giustizia alla loro natura.

A ogni nano era assegnata la propria galleria e ci lavorava da solo. Di solito scavavano diverse gallerie in parallelo a partire da un canale principale, in modo che ciascun nano potesse confrontare il suo progresso rispetto agli altri. Quando non lavoravano nelle gallerie, i nani passavano il tempo a controllare il lavoro di ciascuno e elargivano premi e punizioni di conseguenza.

Immagine

C'era una volta un nano. Insieme ai suoi numerosi colleghi, aveva trascorso tutta la sua vita lavorando in una vasta miniera d'oro.
Dato che i nani sono sempre un gruppo molto competitivo, nel corso del tempo avevano sviluppato un sistema che rendeva giustizia alla loro natura.

A ogni nano era assegnata la propria galleria e ci lavorava da solo. Di solito scavavano diverse gallerie in parallelo a partire da un canale principale, in modo che ciascun nano potesse confrontare il suo progresso rispetto agli altri. Quando non lavoravano nelle gallerie, i nani passavano il tempo a controllare il lavoro di ciascuno e elargivano premi e punizioni di conseguenza.

Una mattina, il nostro nano era impegnato a scavare la sua vena d'oro, quando a un tratto colpì un solido muro di vetro. Poteva vedere la roccia attraverso il vetro ma, a dispetto di quanto forte colpisse con la sua zappa, non faceva alcun progresso.
In un primo momento non aveva capito che c'era una parete di vetro di fronte a lui e pensava che fosse una roccia particolarmente dura.

Dopo aver insistito per un pò e visto che i pezzetti di roccia non volavano via come di consueto, si fermò per un attimo e esplorò la zona con la mano. Si rese subito conto che era successa la cosa più temuta nella vita di un nano. Questi strati di vetro, infatti, si formavano magicamente nel bel mezzo di uno scavo e nessuno sapeva perché. Erano così solidi che non era assolutamente possibile superarli. Questo significava la fine di una vena e, talvolta, di una miniera.
Qualcuno diceva che era la miniera a punire chi non trattava la roccia con il dovuto rispetto. Ma la maggioranza dei nani pensava che fosse solo superstizione.

Andò dal superiore e gli disse: "Devi mettere in guardia gli altri nelle gallerie vicine, perché s'imbatteranno nella parete a breve. Dobbiamo tutti essere riassegnati ad altre gallerie, perché qui non c'è modo di andare avanti!"
"Mi dispiace di sentirlo," disse il nano capo, "ma gli altri non hanno riferito una cosa del genere e molti di loro hanno fatto più progressi di te. Sembra che il vetro sia solo nella tua galleria. E sai che questo ha qualcosa a che fare con il modo in cui trattavi la roccia; non riesco a darti una nuova galleria fino al rimpasto generale di San Martino".

Il nano non fu d'accordo con il nano capo. In primo luogo andò a controllare nelle altre gallerie, perché era convinto che non fosse una cosa che poteva accadere soltanto a lui. Ma le altre gallerie non mostravano alcun segno di vetro. Poi arrivò all'evidente conclusione che qualcuno aveva volontariamente provocato questa catastrofe nella sua galleria. Per giorni fu aggressivo con tutti mentre andava in giro a incolpare le persone sospettando complotti contro di lui. Essendo una società di nani, risposero molto duramente e fu presto lasciato senza invito alla solita abbuffata dopo-lavoro.

Come reazione, il nostro nano spiegò ai colleghi che non poteva essere stata colpa sua, dal momento che non aveva mai mancato le funzioni di ringraziamento alla roccia, neppure a una sola da quando era piccolo. Ma siccome nessuno era interessato alle sue ciance, la situazione non cambiò e continuò a essere lasciato solo.
Così, per vergogna e caparbietà, il nostro nano trascorse la maggior parte del tempo nella sua galleria, accettando a malincuore che la parete di vetro fosse sua e solo sua.
Ora sapeva che per recuperare sugli altri doveva raddoppiare i suoi sforzi e provare il suo valore alla comunità. Si candidò tutti i giorni per lavare i piatti - ma nessuno cambiò idea su quanto fosse stato stupido a bloccare la sua miniera con una parete di vetro.

In mancanza di meglio da fare, iniziò a esplorare la parete. Dal momento che era la sua, lui era la sola persona che poteva occuparsene, vero? Ben presto scoprì che da un lato era più sottile che altrove. Così prese il suo piccone e iniziò a ingrandire la galleria da quella parte, seguendo il vetro. Il vetro diventava sempre più sottile e infine arrivò al bordo della parete. Creò un piccolo varco intorno, dall'altro lato del vetro, e dopo alcuni giorni fu in grado di proseguire la galleria, producendo più oro che mai.

Ora era di nuovo calmo e ben presto fu trattato normalmente dai suoi colleghi.
Un giorno, un vecchio amico andò da lui nell'atrio. "Eccoti qua! Ti ho appena cercato nella tua galleria e ho trovato una cosa terribile: c'è una solida parete di vetro!"
"Grazie, amico! Lo so, e ho trovato un modo per aggirarla. La parete di vetro non è più un problema per me!"
"Ah, ma non è quella di cui stavo parlando."

Applicazione in azienda: Come comportarsi di fronte all'assunzione di responsabilità personale? Evitarla o assumerla? Non si pensa alla responsabilità personale quando le cose vanno bene! Meglio essere coscienti che, di fronte all'avversità, solo se si accetta la responsabilità si trova l'energia per reagire e riscattarsi. Se non la si accetta e si cercano alibi, la mente ci giustifica e ci offre la scusa per non reagire.
Parola Chiave: self-management
Cosa ne pensa la community: Piace a 2 soci
Per approfondire: E tu che leader sei?