16
Mag 2011
Numero N. 135
Obsolescenza del business? Presidiare il cliente
I cambiamenti del mercato pongono alle imprese sfide nuove che prima non immaginavano neanche. Interi settori sono scardinati, diventano obsoleti ed entrano in crisi. Gli esempi sono tanti – fotografia, telecomunicazioni, auto, lavoro d’ufficio, televisione,… -. Qual è la strategia per battere l’obsolescenza?
Prendiamo il settore dell’informazione: internet lo ha rivoluzionato! Assange, con Wikileaks, diffonde notizie riservate e lascia ai lettori il compito di comprenderle ed interpretarle; i manifestanti libanesi, tunisini, egiziani riescono a far conoscere al mondo la loro situazione grazie alla rete; molti siti indipendenti raccolgono articoli da varie fonti, li assemblano in versioni dedicate a segmenti di lettori e li propongono gratuitamente.
Il modello economico dell’informazione entra in crisi: il mercato della pubblicità sui giornali “di carta” vale oggi circa 190 miliardi di euro mentre le versioni digitali solo 7. Passando dai mezzi tradizionali a internet si dimezzano i proventi pubblicitari. Di questo passo si perderanno altri 60-80 miliardi di euro. Testate storiche come “New York Times” e “Washington Post” sono in gravi difficoltà.
La strategia che abbozzo per affrontare l’attuale situazione dell’informazione è cosa vuole veramente il cliente. La qualità delle notizie diffuse in rete pone problemi: non filtrate, spesso non commentate o potenzialmente artefatte, lasciano il lettore da solo ad interpretarle.
Con questi presupposti ritengo che l’opportunità da cogliere sia quella di garantire la qualità dell’informazione, dare punti di vista indipendenti e autorevoli sulle notizie più importanti. I marchi affermati possono, così, servire i lettori più educati ed esigenti e garantire la sopravvivenza delle testate migliori. Non è un caso che i paesi scandinavi, che si pongono al vertice delle classifiche internazionali dell’istruzione, abbiano anche i media più indipendenti, sola garanzia dei principi della libertà di stampa.
Ancora una volta è la capacità di dare al cliente quello che vuole, il punto di forza di chi sopravvive nel mercato.
Stando a fianco delle aziende, verifico che ciò che conta è la capacità di presidiare la frontiera, ciò che rende massima l’efficacia di quello che si offre al cliente. Elemento che va presidiato con intelligenza, continuità e dedizione totale di tutta l’azienda!
Suggerisco di attivare alcuni ingredienti:
- Visione dell’impresa; obiettivi chiari, espliciti, spiegati e fatti propri da tutto il personale migliorano l’efficacia e favoriscono la continua tensione verso il miglioramento.
- Qualità e non prezzo; a fronte della concorrenza a costo basso - addirittura nullo come nel settore dell’informazione - si deve evitare di inseguire la caduta dei prezzi. Le efficienze produttive, necessarie, devono fornire risorse per l’innovazione e per la qualità percepita.
- Rapidità nel recepire le nuove richieste del cliente; riconoscere i primi segnali di cambiamento e anticiparli, anche a costo di cannibalizzare i prodotti attuali.
- Focalizzazione sugli elementi di valore dell’offerta; non si può essere i migliori in tutto – pena un posizionamento di prezzo antieconomico - ma primeggiare nelle caratteristiche che fanno realmente la differenza.
- Osservare i concorrenti, ovunque nel mondo; cercare continuamente idee di miglioramento, nuove opportunità, minacce da sventare.
- Rapidità nella realizzazione; prodotti e servizi diventano facilmente obsoleti e copiati. Bisogna essere veloci nell’innovazione e nel superarsi con ulteriori novità.
- Persone; si può affrontare il cambiamento continuo solo con persone di qualità, aperte e pronte a mettere tutto in discussione. Attrarle e svilupparle fa la differenza.
Parola chiave: strategia
Azione: organizza in azienda l’esplorazione sistematica della frontiera del tuo business per battere l’obsolescenza
Prendiamo il settore dell’informazione: internet lo ha rivoluzionato! Assange, con Wikileaks, diffonde notizie riservate e lascia ai lettori il compito di comprenderle ed interpretarle; i manifestanti libanesi, tunisini, egiziani riescono a far conoscere al mondo la loro situazione grazie alla rete; molti siti indipendenti raccolgono articoli da varie fonti, li assemblano in versioni dedicate a segmenti di lettori e li propongono gratuitamente.
Il modello economico dell’informazione entra in crisi: il mercato della pubblicità sui giornali “di carta” vale oggi circa 190 miliardi di euro mentre le versioni digitali solo 7. Passando dai mezzi tradizionali a internet si dimezzano i proventi pubblicitari. Di questo passo si perderanno altri 60-80 miliardi di euro. Testate storiche come “New York Times” e “Washington Post” sono in gravi difficoltà.
La strategia che abbozzo per affrontare l’attuale situazione dell’informazione è cosa vuole veramente il cliente. La qualità delle notizie diffuse in rete pone problemi: non filtrate, spesso non commentate o potenzialmente artefatte, lasciano il lettore da solo ad interpretarle.
Con questi presupposti ritengo che l’opportunità da cogliere sia quella di garantire la qualità dell’informazione, dare punti di vista indipendenti e autorevoli sulle notizie più importanti. I marchi affermati possono, così, servire i lettori più educati ed esigenti e garantire la sopravvivenza delle testate migliori. Non è un caso che i paesi scandinavi, che si pongono al vertice delle classifiche internazionali dell’istruzione, abbiano anche i media più indipendenti, sola garanzia dei principi della libertà di stampa.
Ancora una volta è la capacità di dare al cliente quello che vuole, il punto di forza di chi sopravvive nel mercato.
Stando a fianco delle aziende, verifico che ciò che conta è la capacità di presidiare la frontiera, ciò che rende massima l’efficacia di quello che si offre al cliente. Elemento che va presidiato con intelligenza, continuità e dedizione totale di tutta l’azienda!
Suggerisco di attivare alcuni ingredienti:
- Visione dell’impresa; obiettivi chiari, espliciti, spiegati e fatti propri da tutto il personale migliorano l’efficacia e favoriscono la continua tensione verso il miglioramento.
- Qualità e non prezzo; a fronte della concorrenza a costo basso - addirittura nullo come nel settore dell’informazione - si deve evitare di inseguire la caduta dei prezzi. Le efficienze produttive, necessarie, devono fornire risorse per l’innovazione e per la qualità percepita.
- Rapidità nel recepire le nuove richieste del cliente; riconoscere i primi segnali di cambiamento e anticiparli, anche a costo di cannibalizzare i prodotti attuali.
- Focalizzazione sugli elementi di valore dell’offerta; non si può essere i migliori in tutto – pena un posizionamento di prezzo antieconomico - ma primeggiare nelle caratteristiche che fanno realmente la differenza.
- Osservare i concorrenti, ovunque nel mondo; cercare continuamente idee di miglioramento, nuove opportunità, minacce da sventare.
- Rapidità nella realizzazione; prodotti e servizi diventano facilmente obsoleti e copiati. Bisogna essere veloci nell’innovazione e nel superarsi con ulteriori novità.
- Persone; si può affrontare il cambiamento continuo solo con persone di qualità, aperte e pronte a mettere tutto in discussione. Attrarle e svilupparle fa la differenza.
Parola chiave: strategia
Azione: organizza in azienda l’esplorazione sistematica della frontiera del tuo business per battere l’obsolescenza
Parola Chiave:
strategia
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Risultati ad oggi
Come sarà tra 5 anni il settore nel quale opera la sua azienda?
11 %
più grande e più profittevole
37 %
più grande e meno profittevole
26 %
come ora
5 %
più piccolo e più profittevole
21 %
più piccolo e meno profittevole
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato al suo parere)
Quali sono i fenomeni che influenzano maggiormente il suo settore? (max 2 risposte, grazie) (*)
0 %
riduzione del prezzo di vendita
0 %
ingresso di nuovi concorrenti a basso costo
0 %
innovazioni tecnologiche
0 %
riduzione del potere d’acquisto dei consumatori
0 %
riduzione del numero di acquirenti
0 %
evoluzione del canale distributivo
0 %
relativa stabilità, non sta cambiando molto rispetto al passato
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato al suo parere)
Come sta reagendo la sua azienda? (max 2 risposte, grazie) (*)
0 %
potenziamento della struttura di intelligence
0 %
ridefinizione della struttura organizzativa
0 %
ricerca di efficienze produttive
0 %
aumento degli investimenti in ricerca & sviluppo
0 %
ingresso in nuovi segmenti di mercato
0 %
apertura di nuovi canali di vendita
0 %
aumento del grado di internazionalizzazione
0 %
investimenti sulla forza commerciale
0 %
promozione del marchio
0 %
miglioramento del livello di servizio ai clienti
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato al suo parere)
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti
Per partecipare al sondaggio è necessario aver effettuato il login.
Nella meccanica di precisione si assiste ad un progressivo ampiamento di competeze che vanno integrate. Elettronica ed informatica stanno rivoluzionando un mondo prima dominato da fusioni e rettifiche. Per l'assistenza post-vendita dipendiamo in toto da internet.
<i> 5/19/2011 16:21</i>
L'informatica e la digitalizzazione sono la spinta per l'obsolescenza di moltissimoi settori. Se non e' il prodotto o il servizio a diventarte obsoleto, e' il processo per produrlo. Pochi settori si salvano.
<i>V. C. 5/17/2011 17:21</i>
In Lavazza stiamo reagendo a Nespresso. Sta cambiando in profondita' il modo di bere il caffè'. Una rivoluzione che introduce nuove regole del gioco e spazzera' via molti operatori tradizionali.
<i> 5/17/2011 12:20</i>
Capisco il suggerimento di Ceccarelli, molto acuto e pertinente. La mia azienda (Rcs) sta cercando di attuarlo ma temo la pigrizia organizzativa abbia il sopravvento!speriamo reagisca in tempo!
<i> 5/16/2011 17:3</i>