7
Ott 2013
Numero n. 241
Patti di Famiglia, passo per la successione

Il Patto di Famiglia e' un importante strumento per mitigare la criticita' delle situazioni, a volte drammatiche, che accadono nella successione aziendale. Concilia i diritti dei legittimari con l'esigenza dell'imprenditore di trasferire l'impresa a favore di uno o piu' dei propri discendenti.

Immagine

Il Patto di Famiglia e' un importante strumento per mitigare la criticita' delle situazioni, a volte drammatiche, che accadono nella successione aziendale. Concilia i diritti dei legittimari con l'esigenza dell'imprenditore di trasferire l'impresa a favore di uno o piu' dei propri discendenti.



Il nostro esperto fiscalista Stefano Noro ci ricorda che permette il passaggio dell'azienda (o della partecipazione societaria di controllo), quando l'imprenditore e' ancora in vita, con un accordo definitivo che non possa originare contestazioni in sede di eredita'. Al Patto, da stipularsi avanti a notaio, devono partecipare il coniuge e tutti coloro che sarebbero legittimari se si aprisse in quel momento la successione nel patrimonio dell'imprenditore.

La liquidazione dei legittimari ai quali non viene assegnata l'azienda, dovrebbe essere effettuata per legge dagli eredi-assegnatari ma, di fatto, puo' essere effettuata dall'imprenditore-disponente. Mediante il Patto di Famiglia, per esempio, il titolare di un'impresa con due figli, dei quali uno lavora nell'azienda e il secondo ha intrapreso altre strade professionali, puo' donare all'uno l'azienda, compensando l'altro con proprieta' immobiliari e titoli. Se le due quote hanno importi differenti, il secondo figlio, mediante la sottoscrizione del Patto, rinuncia alla differenza di valore.

Da un punto di vista fiscale si applicano le norme generali che sono in ogni caso favorevoli.
Per le imposte dirette si ha la neutralita' fiscale dell'operazione. Non si realizzano plusvalenze in capo al disponente, a condizione che il soggetto beneficiario assuma l'azienda (o la partecipazione) ai medesimi valori fiscali riconosciuti dall'imprenditore prima del trasferimento.

Per quanto riguarda le imposte indirette, si applica l'imposta sulle donazioni con la franchigia di un milione di euro per ogni erede in linea retta. Nel caso di assegnazione dell'azienda, non vi e' imposta di donazione se i beneficiari proseguono l'attivita' trasferita per un periodo di almeno cinque anni. Analogamente, per l'assegnazione di quote societarie.

Nella mia esperienza professionale riconosco che questa materia e' spesso trascurata dagli imprenditori, compromettendo cosi' sia la serenita' della famiglia, sia la continuita' dell'azienda. Oltre al trasferimento della proprieta', ancora piu' importante e' assicurare il corretto governo futuro dell'impresa.

Applicazione in azienda: pianifica per tempo la successione dell'impresa. E' precisa responsabilita' dell'imprenditore
Parola Chiave: governance
Cosa ne pensa la community: Piace a 2 soci
Risultati ad oggi
I Patti di Famiglia proteggono patrimonialmente gli eredi. Ma la protezione dell'impresa e' ancora insufficiente. Come dovrebbero evolvere?
  • La chiarezza in tema di successione nella titolarieta dell'azienda è un primo importante passo per proteggere la impresa dalla confusione che si genererebbe in caso di dubbi o conflitti riguardo la successione. Punto fondamentale è la capacità ed adeguatezza della nuova generazione prescelta a guidare il futuro dell'impresa: su questo però nessun intervento legale può dettare condizioni.
    Luca Orselli
  • Quello della protezione dell'azienda dalla cattiva gestione temo sia un obiettivo difficile da raggiungere in ogni caso e non solo in caso di successione. I patti di famiglia possono forse definire dei criteri minimi di adeguatezza per la conduzione dell'azienda e/o disciplinare un periodo di tutoraggio da parte di manager di comprovata esperienza.
    Andrea Ferri
  • L'esigenza di garantire la continuità della gestione programmando in vita il ricambio generazionale rappresenta un tema specifico per le imprese facenti capo ad un unico ceppo familiare. Il passaggio generazionale rappresenta, infatti, una fase critica nella quale l'imprenditore si trova ad affrontare il problema di affrontare la strategia di uscita dall'azienda di famiglia più idonea a garantirne la continuità prospettica in ambienti competitivi ed in continua evoluzione. L'importanza del tema emerge chiaramente dall'elevato numero di imprese interessate dallo specifico problema: secondo recenti stime di Banca d'Italia, circa l'82% delle aziende fanno riferimento a titolari o azionisti appartenenti alla stessa famiglia, e fra questi il 50% circa è ultrasessantenne. Spesso la peculiare struttura dell'impresa familiare fa perno essenzialmente sulla personalità del capo carismatico e, conseguentemente, prospetta una conduzione personalistica con scarsa propensione alla delega. Il contesto italiano è caratterizzato da una folta presenza di aziende familiari in cui la figura dell'imprenditore rappresenta il punto di forza in virtù delle capacità personali e del senso di immedesimazione nell'impresa. Tale configurazione rende inevitabilmente sfavorevole la trasmissione della gestione ai propri discendenti da parte di chi ha dedicato una vita alla creazione ed allo sviluppo dell'impresa. Di fatto, la cura primaria dell'imprenditore dovrebbe essere intesa, più che a tramandare ai discendenti il valore economico, a trasferire loro la cultura d'impresa in termini di valore ed ideologie.
    Carlo Martelli
  • È poco saggio da parte del legislatore preoccuparsi dei portatori d'interesse senza prima occuparsi dell'azienda. A mio giudizio dovrebbe essere ribaltato il paradigma: prima salvaguardiamo l'azienda come entità capace di creare valore per tutti i suoi portatori d'interesse (non solo gli azionisti) poi pensiamo agli altri.
    Piercarlo Ceccarelli
Trasferire la proprieta' agli eredi non risolve il governo dell'azienda. Quale governance facilita il passaggio generazionale?
  • È la preparazione al trasferimento di proprietà che garantisce un passaggio adeguato: regole chiare , condivise ed applicate che dettino le condizioni per l'ingresso in azienda, per il percorso di carriera, per il coinvolgimento nella definizione ed attuazione delle strategie. Così si possono avviare le più giovani generazioni alla guida dell'impresa di famiglia, pronti ad optare per una guida affidata a manager qualora gli eredi si dimostrassero inadeguati al comando.
    Luca Orselli
  • Il posto nel cda non si eredita per successione come il titolo azìonario. La governance in caso di successione non dovrebbe essere diversa da quella di un'azienda in continuità di azionisti. Per facilitare il passaggio generazionale la governance dovrebbe già prevedere una distinzione chiara tra proprietà e gestione.
    Andrea Ferri
  • La soluzione più razionale, intesa ad evitare conflitti nel delicato processo di successione, è rappresentata dalla pianificazione successoria attraverso un piano strategico. Tale pianificazione deve comportare un'articolata attività programmatica volta ad individuare la strategia più idonea in presenza di molteplici variabili di natura giuridica, fiscale, economica e finanziaria.
    Carlo Martelli
  • Dipende dalle dimensioni e complessità dell'azienda ma la governance efficace si assicura meglio distinguendo chiaramente i ruoli di azionista, amministratore, manager. Quanto prima risulti possibile adottare questa separazione, tanto meglio per l'azienda.
    Piercarlo Ceccarelli
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

Per partecipare al sondaggio è necessario aver effettuato il login.

Piercarlo Ceccarelli
Piercarlo Ceccarelli 14/10/2013 11:08:50

Tiriamo le fila della discussione...

I Patti di Famiglia proteggono patrimonialmente gli eredi. Ma per proteggere adeguatamente l'impresa dovrebbero salvaguardare l'unità aziendale e scongiurare lo "spezzatino" per soddisfare gli eredi stessi. Inoltre l'imprenditore, più che a tramandare ai discendenti il valore economico, dovrebbe impegnarsi a trasferire loro la cultura d'impresa in termini di missione e valori. Ad ogni modo la chiarezza della successione nella proprietà dell'azienda è ovviamente un importante passo per proteggere l'impresa dalla confusione che si genererebbe in caso di dubbi o conflitti.

Trasferire la proprieta' agli eredi non risolve il governo dell'azienda che sarebbe facilitato da una distinzione chiara tra proprietà e gestione, cioè tra i ruoli di azionista, amministratore e manager. Succedere nella proprietà fa diventare l'erede azionista. Essere un buon azionista comporta una buona cultura d'impresa mentre la gestione operativa presuppone specifiche competenze che non si possono improvvisare.

Buona settimana

13/10/2013 19:40:45

I patti di famiglia dovrebbero potreggere l'azienda dall'inadeguatezza dei possibili successori però non sono sufficienti a tutelare gli interessi dell'impresa in quanto è assai difficile prevedere l'efficacia manageriale delle nuove generazioni entranti in azienda. Senz'altro e' opportuno prevedere un apprendistato fuori dall'impresa di famiglia che formi i successori e ne plasmi un profilo di livello che li renda meritevoli del ruolo non solo in quanto discendenti.
Fabrizio Fresca Fantoni

Piercarlo Ceccarelli
Piercarlo Ceccarelli 07/10/2013 13:47:54

Sulla prima domanda, vorrei aggiungere che il consiglio di pensare prima all'azienda e poi ai portatori d'interesse comporta, ad esempio, di salvaguardare l'unità aziendale e scongiurare lo "spezzatino" per soddisfare gli eredi.