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Ott 2014
Numero N. 290
Vantaggi dalle novità fiscali? Timidi e complicati

Nei decreti attuativi si trovano alcuni provvedimenti che, secondo i nostri politici, dovrebbero aiutare il rilancio dell’economia. Norme complesse, benefici poco tangibili, incentivi non significativi.

Nel nostro paese, non si riesce mai a coniugare semplicità con efficacia. Ma tra le righe, c’è qualcosa che può aiutarci.

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Nei decreti attuativi si trovano alcuni provvedimenti che, secondo i nostri politici, dovrebbero aiutare il rilancio dell’economia. Norme complesse, benefici poco tangibili, incentivi non significativi.

Nel nostro paese, non si riesce mai a coniugare semplicità con efficacia. Ma tra le righe, c’è qualcosa che può aiutarci.



Nuovi investimenti. Per i nuovi investimenti in beni strumentali la norma differisce dalle leggi Tremonti per la forma dell’agevolazione: credito d’imposta invece di deduzione dal reddito. Gli acquisti di beni strumentali nuovi - macchinari e apparecchiature con esclusione di immobili e autovetture -, per strutture ubicate in Italia, effettuati tra il 25 giugno 2014 ed il 30 giugno 2015 godono del credito di imposta del 15%. Che viene calcolato sulle spese sostenute in eccedenza rispetto alla media degli investimenti in beni strumentali agevolabili, realizzati nei cinque periodi precedenti.
Il credito va ripartito in tre quote annuali di pari importo, la prima delle quali utilizzabile a decorrere dal 1 gennaio del secondo periodo di imposta successivo a quello in cui è stato effettuato l’investimento.

Imposte sul reddito. La sottocapitalizzazione delle imprese italiane è un problema atavico, derivante anche da ragioni fiscali. Infatti, gli utili delle società vengono tassati una prima volta in capo alla stessa e poi, se distribuiti, una seconda volta in capo ai soci.
L’imprenditore preferirà investire in prodotti finanziari, ed indebitare l’azienda, piuttosto che mettere i propri risparmi nel capitale di rischio della società. Dal periodo d’imposta in corso al 31.12.2011 viene riconosciuta una riduzione delle imposte sui redditi, mediante uno specifico incentivo, denominato ACE, che consiste nel riconoscimento di una deduzione dal reddito complessivo netto di un importo pari al rendimento nozionale della variazione in aumento del patrimonio netto, rispetto a quello esistente alla chiusura dell’esercizio in corso al 31.12.2010.

Quotazione. Viene prevista un’ulteriore agevolazione per le società che intendono quotarsi. Per il periodo di imposta di ammissione alla Borsa e per i due successivi, la variazione in aumento del capitale proprio, rispetto a quello esistente alla chiusura di ciascun esercizio, è incrementata del 40 per cento.

Per il rilancio dell’economia la leva fiscale dovrebbe essere usata in modo più pesante e con benefici concreti ed immediatamente percepibili dall’impresa.
In caso contrario saremo sempre a confrontarci con norme poco comprensibili e poco efficaci.

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Applicazione in azienda: utilizza le norme fiscali a vantaggio dell’impresa per i nuovi investimenti
Parola Chiave: finanza
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Risultati ad oggi
Quale dovrebbe essere oggi il comparto da incentivare di più con la leva fiscale?
50 %
Nuovi investimenti
25 %
Reddito d’impresa
0 %
Rafforzamento del capitale proprio
0 %
Innovazione
25 %
Internazionalizzazione
0 %
Fusioni e acquisizioni
0 %
Successione
0 %
Altro (specifichi nello spazio riservato ai commenti)
Quali ritiene dovrebbero essere i provvedimenti fiscali realmente in grado di rilanciare l’economia italiana?
  • Abolire l'IRAP, imposta calcolata sul valore della produzione netta al lordo del costo del personale, che penalizza le aziende ad alta intensità di manodopera. Promuovere agevolazioni fiscali per incentivare gli investimenti per le aziende e ridurre il carico fiscale sulle persone per rilanciare i consumi e ridare fiducia.
    Fabrizio Fresca Fantoni
  • Sul piano delle riforme strutturale la riduzione del cuneo fiscale con beneficio ripartito tra imprese e lavoratori. Le prime recuperano competitività, i secondi aumentano la propensione alla spesa stimolando i consumi interni. Sul piano degli interventi per il rilancio delle nostre imprese dovrebbero essere concessi incentivi per favorire la internazionalizzazione.
  • L’Irap è oggi percepita come un’imposta iniqua che, messa in bilancio dopo l’utile netto, spesso l’assorbe in parte considerevole e genera rabbia e sconcerto presso gli imprenditori e gli azionisti. Occorre un progetto per ricondurla nell’ambito di un sistema impositivo comprensibile e comparabile con quello degli altri paesi cui ci riferiamo. La proposta potrebbe essere quella di riportarla nell’ambito della tassazione generale dei redditi, perché essa finanzia essenzialmente la sanità, un servizio universale, attraverso la finanza regionale e dovrebbe essere percepita su tutti i redditi. Vi sarebbe la possibilità di sostituire parte dell’Irap con qualche aumento dell’Iva, in particolare con l’accorpamento di alcune aliquote, ciò che trasferirebbe parzialmente l’Irap anche sulle importazioni, con effetti benefici sulla competitività del paese. Carlo Martelli
    Carlo Martelli
  • Una fiscalità (lavoro, aziende, famiglie, patrimoni) in linea con uno standard europeo. Eliminazione di tutte quelle disposizioni "particolari" che ci fanno adirare come cittadini italiani e che tengono lontano gli investitori stranieri.
    Piercarlo Ceccarelli
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

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