8
Apr 2013
Numero n. 219
3 minacce incombono sull’economia italiana

Ci potrebbe volere ancora qualche tempo prima di un nuovo governo in carica. L’opinione degli italiani non sembra risentirne: l’indice di marzo e' salito mentre quello della zona euro e' sceso! Questo forse riflette la convinzione che il prossimo governo alleggerira’ la pressione fiscale dopo la politica di Mario Monti, sostanzialmente rifiutata dagli elettori. E il rendimento dei titoli di stato rimane basso.

Immagine

Ci potrebbe volere ancora qualche tempo prima di un nuovo governo in carica. L’opinione degli italiani non sembra risentirne: l’indice di marzo e' salito mentre quello della zona euro e' sceso! Questo forse riflette la convinzione che il prossimo governo alleggerira’ la pressione fiscale dopo la politica di Mario Monti, sostanzialmente rifiutata dagli elettori. E il rendimento dei titoli di stato rimane basso.

Gli italiani non avvertono le 3 minacce incombenti, inconsapevoli che almeno una si potrebbe materializzare, rendendo i mercati molto meno ottimisti:
1. le riforme per rilanciare la crescita economica vengono accantonate;
2. sorgono nuovi dubbi sull'impegno Bce di fare tutto il necessario per salvare l'euro;
3. le banche periferiche - e ne abbiamo molte - cominciano a soffrire il prelievo dei depositi sulla scia degli eventi di Cipro.

Nonostante il pericolo imminente, dopo piu' di un mese dalle elezioni, il nulla. Il presidente Napolitano sta cercando di produrre un’agenda di ampie riforme istituzionali, che dubito possa essere accettabile dalle coalizioni di centro-destra e centro-sinistra. Con il rischio di tornare alle urne nel giro di pochi mesi.
In alternativa Napolitano potrebbe incaricare un non politico di formare un governo per una serie ristretta di misure, compresa la nomina del nuovo presidente della Repubblica, senza evitare un'altra elezione generale.

Piu' si trascinera' l'incertezza politica, maggiore sara' il rischio di una recessione ancora piu' profonda, materializzandosi una delle 3 minacce indicate e aumentando l'onere del debito pubblico. Intanto l’economia indebolita fa prevedere una flessione annuale del Pil oltre il 3%, anche se fa paura esplicitarlo.

Delle 3 minacce, due dipendono direttamente dal nostro governo, la terza dalla Bce. Ma se l’Italia imboccasse il rilancio della crescita ''all’americana'', la Bce potrebbe ancora sostenerci? A breve si darebbe piu' fiato alle nostre imprese e alla nostra economia rispetto alla crescita spinta dalla fiscalita', ma a medio termine minerebbe il disegno europeo. Il mondo globalizzato chiede mercati forti e di ampie dimensioni.
Le nostre piccole imprese parteggiano per la crescita a breve mentre le medie e grandi aziende, gia' attive sui mercati internazionali, appoggiano il disegno europeo.
Sta qui la ragione dello stallo politico?

Applicazione in azienda: valuta l’effetto sulla tua azienda delle 3 minacce indicate e organizzane le contromisure
Parola Chiave: scenari
Cosa ne pensa la community: Piace a 9 soci
Risultati ad oggi
Quale la sua previsione sull’andamento del Pil italiano nel 2013 e 2014?
  • recessione sul -2%/-3% per 2013, ancora in recessione il 2014 in assenza di reali riforme sul lavoro (es: flessibilità in uscita) o altre azioni d’impatto( es.: saldo dei crediti dell’imprese) varate entro il 2013
  • decisamente negativa. Non si sta facendo nulla per decollare, nè da un punto di vista governativo, nè dal punto di vista della gestione privata del business. I managers sono più preoccupati di salvare il salvabile nel breve (tagliando il più possibile), che di investire per creare valore
    Remo Lucchi
  • 2013 -0,8% / 2014 crescita sopra al punto percentuale
    Segreteria di redazione
  • Penso che il PIL cadrà,forse oltre la soglia del -3%. La crescita della disoccupazione non potrà avere altro che effetti negativi sull'economia, perchè disponibilità e propensione al consumo delle famiglie continueranno a diminuire. Il nuovo governo, quale che sia ed anche ammesso (e non concesso) che abbia un programma efficace, avrà a disposizione meno di sei mesi per agire: i suoi primi risultati saranno inevitabilmente tardivi per risollevare la situazione
    Luca Orselli
  • Vedo un 2013 ancora negativo, ma confido in un 2014 con il segno +
    Stefano Noro
  • Credo anch'io che supereremo il -3% nel 2013. Per l'anno successivo sono più ottimista e vedo un leggero +.
    Piercarlo Ceccarelli
Cosa ritiene piu' utile per la sua azienda. La crescita all’americana o all’europea?
  • Per la mia azienda la crescita all’americana, per questo nostro Paese più utile una crescita all’europea
  • noi siamo per gli investimenti (e gli indebitamenti di medio lungo) pur di proporre cose interessanti che ci differenzino sul mercato. Se le idee sono davvero interessanti, creeranno valore, e la copertura degli investimenti non sarà un problema. Tutta l'Europa dovrebbe capire che con questo approccio il risanamento dei conti sarà una conseguenza.
    Remo Lucchi
  • La crescita all’Americana
    Segreteria di redazione
  • Abbiamo bisogno di misure che consentano una ripresa rapida, così da dar fiato ai consumi ed alle nostre imprese. La situazione non è d'altronde solo italiana, anche altre nazioni europee mostrano la necessità di contemperare rigore e sostegno all'economia.
    Luca Orselli
  • la crescita all'americana
    Stefano Noro
  • La crescita all'americana. Quella europea sta producendo lacrime e sangue e lascia sopravvivere solo le aziende più forti e e quelle che sono ben posizionate all'estero.
    Piercarlo Ceccarelli
Cosa pensa dell’intervento di Napolitano in questa circostanza?
  • • positivo, ma non abbastanza incisivo come la delicatezza della situazione avrebbe richiesto. Auspicabile un altro governo tecnico a tempo (1 anno e poi al voto) per affrontare le emergenze e chiudere il programma di riforme, subito. I costi per la democrazia ? Minori di quelli che certamente subirà il sistema in assenza di governance reale e di riforme….
  • nel poco tempo che gli resta dovrebbe attuare al massimo quegli interventi perchè si possa agire con grandissima urgenza su quelle decisioni che favoriscono il rilancio
    Remo Lucchi
  • Ha fatto quello che doveva
    Segreteria di redazione
  • E' un intervento disperato, poichè deve dare obiettivi socialmente utili alle azioni di una classe politica irresponsabile come sempre, per di piu' ora bloccata dalla situazione di impasse creata dall'esito delle ultime elezioni. Fissare punti programmatici seri ed incisivi quali obiettivi per un governo che affronti l'emergenza è passo importante: la probabilità che questo governo possa e voglia effettivamente perseguirli è altro discorso
    Luca Orselli
  • Napolitano sta cercando di fare il meglio, è l'unico che ha sempre avuto a cuore gli interessi del paese.
    Stefano Noro
  • Un modo per rimandare che i nodi vengano al pettine. E una violenza alla democrazia.
    Piercarlo Ceccarelli
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

Per partecipare al sondaggio è necessario aver effettuato il login.

Piercarlo Ceccarelli
Piercarlo Ceccarelli 15/04/2013 10:06:47

Tiriamo le fila della discussione...

Dopo aver moderato 220 discussioni, mi sono reso conto che la qualità e ricchezza dei commenti è direttamente proporzionale alle contaminazioni tra esperienze e competenze diverse che si manifestano. L'esempio della settimana appena trascorsa è eclatante sotto il profilo della pluralità di prospettive.

La previsione sull'andamento del Pil italiano conferma un 2013 negativo, non lontano dal temuto -3%, raggiungendo il punto più basso della crisi iniziata nel 2008. Per il 2014 l'ottimismo suggerisce previsioni positive anche sull'onda dei dati macroeconomici pubblicati a livello europeo.

Le aziende chiedono urgentemente più crescita e si teme che la ricetta europea, rigore e crescita spinta dalla fiscalità, non sia adeguata. Auspicano un cambio di paradigma con l'uso della leva monetaria che sta dando soddisfazione sia agli Stati Uniti, sia al Giappone.

Decisamente negativa l'opinione sulla politica e sullo stallo nel quale sembra bloccata. L'intervento di Napolitano per il momento è inconcludente e senza l'accordo per un governissimo non si vede che il ritorno a breve alle urne. L'impressione è che non si stia facendo nulla di adeguato alla difficile situazione economica. Anche per una grave crisi di governance istituzionale rimasta ai tempi della guerra fredda. I privilegi di parte sono intoccabili e un gioco di mosse e contromosse inchioda il paese e impedisce le riforme.

Buona settimana

Segreteria di redazione
Segreteria di redazione 11/04/2013 08:31:46

Caro Redattore,
le sue riflessioni sono ancora una volta sfidanti, soprattutto per un osservatore non italiano. Questa volta ci troviamo davanti un fenomeno sistemico.

The last political elections in Italy represents a point of discontinuity not only from an European point of view, more than 2/3:rd have expressed their malcontent with the current European economical politics. The major political parties have all lost market share to a dramatical extent: PDL have lost 46%, Lega 53% and PD 29%. With a market contraction of circa 20%, blanc or non voting citizens. It is needless to say that the above quoted political parties will not embark on a state spending reduction which currently represents circa 50% of GNP and many votes. Agreements within the European six pack discussions to reduce the famous 120% ratio is not easily possible, if at all. The current political stall is indicating the inadequateness within the political system to respond and stimulate the internal market which is an important element for the PIMs in Italy nor would the European agreements allow that. Are we in front of a change of growth paradigm in Italy that will polarise the players and where domestic is “far reach” and far a way is “close”?


un caro saluto
Tommy R. Wytzander

Segreteria di redazione
Segreteria di redazione 10/04/2013 15:06:31

Obiettivi ambiziosi diceva Pietro Cassani
Profondità: avere direttamente il governo delle attività chiave. Si esternalizza solo quello che è secondario.
Quando l'azienda non va occorre cambiare le persone(non solo chi è al comando)
BCC: l'essere sui territori e l'umiltà. Sono la vostra forza che la concorrenza cerca di copiarvi.
Persone di valore fatte crescere in azienda, capacità di fare innovazione (avendo il cielo davanti), qualità ricercata con decisione e costanza
al contrario le centralizzazioni che tendono a ridurre i costi= ti porta a guardare in basso e non riesci ad essere aperti. È contrario anche la centralizzazione di acquisti che porta risultati solo per il primo periodo ...
R. Mazzotti

Luca Orselli
Luca Orselli 09/04/2013 08:13:51

Concordo con questo parere, purtroppo!

Stefano Noro
Stefano Noro 09/04/2013 06:05:01

La ragione dello stallo politico è secondo me esclusivamente "politica" nel senso che i vecchi partiti non vogliono perdere i loro privilegi e quindi c'è un gioco di strategie, di mosse e contromosse che inchiodano il paese e le riforme.
A loro dell'economia e delle imprese in questo momento importa poco perche' vedono a rischio il loro mondo di privilegi.
Quanto alle minacce che incombono non sottovaluterei il rischio di prelievo forzoso sui conti, anche se magari con aliquote piu' umane di Cipro.