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Dic 2016
Numero N. 395
Brexit significa Brexit? Ecco i dubbi di oggi

Le conseguenze di Brexit sono state trattate da numerose fonti, prevalentemente da una prospettiva politica. Le scienze sociali ci vengono incontro per allargare l'analisi di un tema che deve essere inquadrato in tutta la sua complessita'. 

A favore di Brexit hanno prevalentemente votato i territori dove la globalizzazione ha generato un maggiore shock: l'area centro-sud del Paese, esclusa la grande Londra. Ma alcuni dubbi fanno supporre che le cose non andranno proprio come comunemente si crede...
 

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Il dibattito è avvenuto in occasione del seminario “Brexit: rischi e opportunità” organizzato il 28 novembre scorso dalla Fondazione Achille e Giulia Boroli in collaborazione con l'Università Bocconi. Relatori: Carlo Altomonte, Lorenzo Cuocolo, Justin Frosini, Francesco Giavazzi, Eleonor Spaventa, Gianmaria Verona. 

I temi cruciali collegati a Brexit
Il ceto medio ha subìto lo shock da globalizzazione e il sistema di welfare non ha funzionato. Così le diseguaglianze sono aumentate e la voce di chi voleva proteggersi dall'esterno ha avuto il sopravvento. 

I temi cruciali riconducibili a Brexit sono la crescita delle diseguaglianze, appunto, quello dell'immigrazione che sembra incontrollabile e il commercio internazionale sia in entrata sia in uscita. Tre temi importanti ma che non comportano grandi differenze per noi, con o senza Brexit. Invece ciò che ha significativa importanza sono due ulteriori temi: difesa e sicurezza. UK è una Paese con arsenale atomico e, se fosse fuori EU, perderemmo un grande fattore di deterrenza. Bisogna ricordare, inoltre, che è anche forte nella logistica militare: l'unico Paese europeo che possa mobilitare e trasportare in 48 ore una forza considerevole. Infine l'intelligence è tra le migliori al mondo e rappresenta l'arma più importante per contrastare il terrorismo. 

Dubbi su Brexit continuano a incalzare
La recente sentenza della High Court of Justice, ribadita dalla House of Lords, mette in evidenza che il referendum ha solo scopo consultivo per cui l'eventuale attivazione dell'Art. 50 del trattato di Lisbona deve essere decisa dal Parlamento. Theresa May, il primo ministro, non gradisce questo passaggio perché circa tre quarti dei rappresentanti in Parlamento sembrano contrari a Brexit e un braccio di ferro porterebbe probabilmente a elezioni anticipate. La questione è stata ora portata alla Supreme Court, la corte di ultima istanza in tutti gli ambiti del diritto UK, che si dovrà pronunciare.
 

Ma cosa desiderano i cittadini UK? 
Chi ha votato per Brexit lo ha fatto sulla base della volontà di combattere l'immigrazione, difendere la sovranità nazionale, non essere assoggettati alla Corte di Giustizia europea e non versare il contributo economico alla EU. Ma nei fatti vuole il mercato allargato senza accettare la libera circolazione dei lavoratori. Una richiesta difficile da ottenere. Questa è l'istanza che sta prendendo sempre più corpo: uscire dalla UE ma restare nel mercato unico.

Lo scenario economico possibile e probabile del dopo Brexit dipende soprattutto dal fatto che i servizi finanziari restino o meno a Londra. La previsione dei relatori – e la mia - è che alla fine l'UK non rimarrà nella EU. Si tratta di capire fino a che punto si vorranno tagliare i ponti da una parte e dall'altra.
 

Applicazione in azienda: La questione Brexit per le imprese italiane non si riduce ai movimenti import-export che pure sono molto importanti. Ma può avere rivolti sugli assetti societari e patrimoniali sulle filiali e sugli investimenti diretti nel paese. Opportunità o minaccia? E' una intricata matassa di tassi di cambio, politiche fiscali e commerciali da valutare caso per caso.
Parola Chiave: scenari
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