14
Mar 2011
Numero N. 126
Bulgari, il business chiede nuova governance
La famiglia Bulgari cederà a Lvmh il 50% circa dell’azienda omonima, in suo possesso, in cambio del 3,5% del capitale della holding francese del lusso, diventandone il secondo azionista familiare. Meglio piccoli in una grande azienda che indipendenti in un’impresa relativamente piccola, in un settore che sta diventando globale. Mossa saggia che in Italia viene normalmente denigrata. A torto.

Le imprese familiari non sono appannaggio esclusivo dell’Italia ma ovunque nel mondo rappresentano la stragrande maggioranza delle aziende. Anche negli Usa, considerata patria del capitalismo più evoluto. Quando un imprenditore americano vende la propria azienda, nella sua cerchia di amici viene guardato con ammirazione e considerato persona che ha monetizzato il suo successo. Mentre, quando un imprenditore italiano vende la propria azienda, viene considerato uno che ha “mollato”, rinunciato ad essere protagonista.
Sono convinto che questa differenza di attitudine spieghi la maggior redditività dei capitali impiegati nelle imprese nordamericane!

Le aziende devono continuamente aumentare la propria produttività, se vogliono agire con libertà di manovra nella forte competizione dell’economia contemporanea. Ciò comporta inevitabilmente la necessità di crescere. La crescita va ricercata sempre di più lontano da casa, nei nuovi mercati, affrontando nuovi concorrenti e sviluppando nuovi vantaggi organizzativi, di posizionamento e finanziari. La complessità aumenta a dismisura e la via maestra si dimostra, spesso, quella delle fusioni e acquisizioni.
La morale è che la crescita va promossa e sostenuta, anche a costo di perdere il controllo (vedi "Crescere anche a costo di limitare il controllo"). Infatti, è la governance che deve essere adattata in modo tale che la strategia di business, mezzo per proiettare l’azienda verso il futuro, possa realizzarsi.

I Bulgari non hanno venduto ma stretto una partnership, non si sono ridimensionati, sono cresciuti ed hanno aperto dinnanzi a loro nuove opportunità che non avrebbero potuto cogliere rimanendo bloccati nella governance precedente. Parteciperanno a progetti più grandi e globali e influenzeranno direttamente la creazione di valore per tutti gli azionisti. Anche gli imprenditori fanno carriera.
Le grandi opportunità del lusso vengono dai paesi emergenti ed emersi – Russia, Cina, Brasile, Medio Oriente, ecc. – creando business molto grandi ma geograficamente molto dispersi, dominati da chi avrà la grande dimensione per disporre delle migliori leve organizzative e finanziarie.
Il premio del 60% riconosciuto da Lvmh sul valore del titolo Bulgari ha determinato la decisione finale rispetto ai concorrenti - Ppr guidata da Pinault, Richmont di Rupert, Swatch di Hayek -. Le azioni verranno cedute a blocchi entro il 2013 e questo darà anche l’opportunità ai Bulgari di crescere nel capitale.

Ho spesso visto arrivare il momento in cui la famiglia vede la partecipazione in azienda per quello che è: patrimonio finanziario che deve essere gestito al meglio, senza più la carica di emotività che caratterizza la fase “eroica” dell’impresa, quando c’è completa identificazione tra azienda e famiglia. Sappiamo che questa fase è indispensabile per lo start-up dell’impresa, fino a giungere ad una dimensione che permette di competere con le stesse leve cui hanno accesso i concorrenti. Ma quando le leve sono appannaggio dei più grandi, meglio partecipare al girone maggiore che ostinarsi in quello inferiore. Farlo mentre si è forti e si può portare un contributo determinante… costruisce valore per tutti e viene ben compensato!

Parola chiave: governance

Azione: quando le leve della competizione non sono più pienamente disponibili all’azienda, valuta se cambiare strategia oppure partecipare ad un’azienda di maggior dimensione
Parola Chiave: governance
Cosa ne pensa la community: Piace a un socio
Risultati ad oggi
Quale ritiene sia l’atteggiamento diffuso nel nostro paese verso l’imprenditore che cede la propria azienda?
3 %
apprezzamento per aver monetizzato il successo
13 %
apprezzamento per aver capito che era il momento di passare il testimone
45 %
critica per aver rinunciato al proprio ruolo
32 %
critica maggiore se ha ceduto a realtà straniere
6 %
indifferenza
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato al suo parere)
Ritiene che la crescita dell’azienda sia indispensabile per migliorare la produttività? (max 2 risposte, grazie) (*)
0 %
si, è sempre indispensabile, anche a costo di perdere il controllo
0 %
si, è indispensabile, ma vogliamo realizzarla senza perdere il controllo
0 %
si, ma bisogna privilegiare la crescita organica
0 %
si, ma oggi si può crescere solo con fusioni e acquisizioni
0 %
è possibile essere efficienti anche senza crescere
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato al suo parere)
In quale situazione si trova oggi la sua azienda?
39 %
il passaggio di testimone avverrà/è avvenuto all’interno della famiglia dell’imprenditore
32 %
il passaggio di testimone avverrà/è avvenuto ad una struttura di manager
10 %
il passaggio di testimone avverrà/è avvenuto con la partnership di imprese terze per assumere la guida (il controllo o la totalità)
19 %
altro (specifichi nello spazio riservato al suo parere)
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

Per partecipare al sondaggio è necessario aver effettuato il login.

Immagine
13/06/2012 15:51:32

Sono d'accordo che la crescita vada promossa e sostenuta, anche a costo di perdere il controllo. E per farlo sia la governance ad essere "sacrificata" in modo tale che si possa realizzare la strategia di business, cioè lo strumento per proiettare l’azienda verso il futuro.
Danilo Veronne 3/15/2011 19:12

Immagine
13/06/2012 15:51:32

Nell'operazione Lvmh/Bulgari vedo un chiaro disegno industriale in quanto Lvmh si vuole rafforzare nei gioielli e la nuova divisione in mano ai Bulgari è la risposta più convincente. Un progetto industriale, quindi, non finanziario (i Bulgari hanno conferito in cambio di azioni, non venduto!)
O. Bertelli 3/15/2011 16:28

Immagine
13/06/2012 15:51:32

E' vero quanto lei dice. Quando abbiamo comprato la nostra azienda - siamo un gruppo canadese molto forte, in grado di assicurare un futuro brillante all'azienda - la famiglia dell'imprenditore, i suoi amici e i compaesani gli hanno "girato le spalle". Lo criticavano per aver rinunciato al suo impegno e non aver assicurato la continuità alla famiglia! Oggi hanno cambiato opinione e capiscono che è stato meglio per tutti.
Vincenzo Monzino 3/14/2011 18:14

Immagine
13/06/2012 15:51:32

Imprenditore è diverso da azionista di maggioranza: si può essere imprenditori senza avere il controllo, e viceversa.
E' auspicabile che molte realtà medio-piccole in Italia seguano l'esempio di Bulgari.
Andrea Trombetta 3/14/2011 17:36

Immagine
13/06/2012 15:51:31

le banche italiane dovrebbero svolgere il ruolo di individuazione delle aziende "campioni nazionali" e affiancarle per sviluppare il buon posizionamento e fare acquisizioni (invece di diventare preda di altre). La Francia sa fare sistema noi no
Nicola C. 3/21/2011 10:3

Immagine
13/06/2012 15:51:31

Le forze della globalizzazione ci impongono di riconsiderare la prospettiva dell'economia nazionale. Ci vogliono nuovi concetti e nuove strategie, non serve il protezionismo cieco di chi vuol "chiudere le frontiere", anche se solo metaforicamente
Ilario V. 3/20/2011 8:41

Immagine
13/06/2012 15:51:31

Ma possiamo continuare a considerare italiana un'azienda che confluisce in una francese? La distintitività del marchio Bulgari, le competenze e le operazioni a supporto, si. Rimangono italiane, nell'interesse di tutti

Immagine
13/06/2012 15:51:31

v.t. 3/18/2011 20:12

Immagine
13/06/2012 15:51:31

Anch'io le riconosco che, con le sue Impronte, mi ha offerto prospettive nuove e spesso molto interessanti sul management e la direzione d'impresa. Ho già avuto occasione di mettere in pratica alcuni suoi consigli... con grande successo. Rimango un suo lettore attento anche se non mi è sempre possibile partecipare al dibattito.
F. Miroglio 3/17/2011 18:46

Immagine
13/06/2012 15:51:31

Bene per i Bulgari, probabilmente per l'azienda, triste per l'Italia
risso.@autogasnord.it 3/16/2011 19:5

Immagine
13/06/2012 15:51:31

Riconosco che questo suo contributo mi offre una chiave di lettura che non avevo così chiara in mente: 1. l'azienda ha una missione e una strategia che la massimizza 2. l'azienda è terza rispetto ai suoi azionisti 3. per assicurare il futuro dell'azienda va trovata una nuova governance se quella attuale non è in grado di esprimere compiutamente la strategia.
Unico dubbio: abbiamo rimproverato Profumo di volersi scegliere gli azionisti di Unicredit per rendere possibile la strategia.
Qui è diverso perchè sono gli stessi azionisti che riconoscono il proprio limite e agiscono di conseguenza.
Grazie per la riflessione che mi aiuta proprio in questo delicato momento di svolta della mia azienda in cui stiamo vagliando l'opportunità di fonderci con un gruppo cinese.
Oscar Filippi 3/16/2011 14:46

Immagine
13/06/2012 15:51:31

Quando diciamo che "piccolo è brutto" e auspichiamo che le aziende si integrino tra di loro e si fondano per creare realtà più innovative e competitive, che possano dare più valore al mercato ed abbiamo una prospettiva sostenibile... diciamo che si devono fare le cose che stanno facendo i Bulgari. Allora bisogna applaudire a questa notizia e ringraziare Ceccarelli che ce la presenta in questa chiave. I giornali parlano di abbandono, rinuncia, impoverimento dell'Italia e non sanno quello che dicono!
Nicolo' Belpiero 3/16/2011 14:9