9
Feb 2015
Numero N. 306
Che fine ha fatto l’era della playstation?

Ricordo con chiarezza la nascita della playstation. Le code interminabili nei negozi. Le vendite straordinarie che hanno visto anche l'Italia protagonista. Lo ammetto, ne sono stato attratto anch'io.
Era il 3 dicembre 1994 quando nasceva in Sony uno dei casi piu' interessanti d'innovazione tecnologica, di lungimiranza strategica e di successo commerciale.

Erano i tempi in cui il settore dei videogiochi era dominato dai giapponesi Matsushita, Sega e Nintendo.
Oggi, a vent'anni da quel boom, molto è cambiato. Cosa e' successo?

Immagine

Ricordo con chiarezza la nascita della playstation. Le code interminabili nei negozi. Le vendite straordinarie che hanno visto anche l’Italia protagonista. Lo ammetto, ne sono stato attratto anch’io.
Era il 3 dicembre 1994 quando nasceva in Sony uno dei casi più interessanti d’innovazione tecnologica, di lungimiranza strategica e di successo commerciale.


Erano i tempi in cui il settore dei videogiochi era dominato dai giapponesi Matsushita, Sega e Nintendo.
Oggi, a vent’anni da quel boom, molto è cambiato. Cosa è successo?




Il settore si è trasformato radicalmente: resiste Nintendo ma sono ormai predominanti Sony e l’outsider Microsoft.


Possiamo fare insieme qualche considerazione.
La tecnologia, come sempre, ha modificato rapidamente le attese e gli stili di vita dei consumatori, distruggendo i totem del passato e creandone di nuovi. Allora, per difendere il nostro business, è fondamentale mettere il consumatore sempre al centro della nostra attenzione, non la tecnologia.


Inoltre, ancorarsi al successo è sempre stato pericoloso perché ci rende miopi. Bisogna avere il coraggio di cambiare anche nei momenti di maggior gloria. Kodak, ad esempio, ha rischiato il fallimento perché è stata troppo concentrata sul proprio business storico.


La concorrenza è fluida, spesso la si scopre improvvisa e agguerrita, nuovi sfidanti entrano dai settori più disparati, contigui oppure molto lontani. Quella che si chiamava "concorrenza indiretta" oggi assume nuove forme e si muove a velocità impressionante.
Sappiamo di Luxottica che si è alleata con Intel per sviluppare gli “occhiali hi-tech” e della selfie mania che fa scattare più fotografie con i telefonini che con le macchine fotografiche.
Allora ci conviene portare avanti in parallelo innovazione e business tradizionale.


Il riferimento dell’elettronica di consumo - e di molti settori simili - è il mondo. E una grande corporation diversificata ha già molte delle leve necessarie al successo. Ciononostante un’azienda significativa di respiro locale – nazionale o continentale - non può pensare di limitare i propri orizzonti ma deve osservare il mercato ad ampio raggio. Inoltre deve contare su una strategia aperta alle alleanze, joint venture e nuovi soci investitori. A costo di rinunciare a quel controllo così gelosamente protetto fino ad oggi.
Certo non vogliamo fare la fine di molte aziende italiane di successo, spazzate via da una “invasione” improvvisa da parte di sfidanti inattesi.

Applicazione in azienda: L’applicazione in azienda si realizza attraverso l’innovazione rapida che produce effetti ravvicinati. E’ l’essenza dell’offerta, il punto d’incontro tra il bisogno del cliente e la prestazione tecnica del prodotto e del servizio. Con il contributo delle diverse funzioni organizzative all’applicazione finale, si aprono nuovi scenari e si innova rapidamente il modo di fare business.
Parola Chiave: innovazione
Cosa ne pensa la community: Piace a 7 soci
Per approfondire: N. 135 - N. 70
Risultati ad oggi
La cosiddetta concorrenza indiretta incalza il settore dove la sua azienda opera?
50 %
Si
50 %
Ci sono i primi segnali
0 %
Non ancora
0 %
No
0 %
Altro (specifichi nello spazio riservato ai commenti)
Che impatti hanno gli stili emergenti (di acquisto, di consumo) sulla sua azienda? Come sta affrontando questa situazione?
  • Stili di vita ed innovazione tecnologica si inseguono e si sviluppano influenzandosi reciprocamente: il consumatore non può immaginare quali nuove utilità potrà trarre dalle nuove tecnologie (come avrebbe fatto ad esempio ad immaginare la potenza di uno smartphone?). E l'innovatore non ha, di conseguenza, una base storica sulla quale basarsi per scommettere sul successo della innovazione radicale. Però alcune tendenze sono ormai forti: condivisione/socialità, collegamento continuo, convergenza di informazioni/audio/video/interattività, messa in discussione dei marchi e dei modelli consueti, rapidità nella comunicazione, ..... Su queste basi si possono indirizzare gli sforzi di innovazione: avete notato che le pubblicità delle nuove automobili stanno puntando più sulle funzioni interattive che su potenza/consumi/sicurezza?
    Luca Orselli
  • Forniamo servizi professionali alle imprese. Un bene facilmente confondibile nel vastissimo universo dei professionisti. Nel nostro caso è fondamentale comunicare in modo chiaro ed efficace il nostro portafoglio di servizi, le loro applicazioni, i risultati conseguiti e i caratteri distintivi della nostra identità. in altre parole "comunicare per innovare"
  • L’innovazione ha una ragion d’essere quando trova applicazione in un prodotto che riscuote successo sul mercato, altrimenti rimane un esercizio formale, uno sfizio tecnologico che non crea valore. Il time-to-market di un’innovazione contribuisce al suo successo: Pims (Profit Impact of Market Strategy) ha dimostrato che, mediamente, quando il time- to-market varca la soglia dei 5 anni le vendite generate dal nuovo prodotto si riducono dell’80%. Per due ragioni: 1) il prodotto rischia di non essere più in linea con le esigenze del cliente che, nel frattempo, sono mutate; 2) altri concorrenti, più veloci nell’entrare sul mercato, godono del vantaggio del first-mover conseguendo rapidamente quote di mercato ed insediandosi come leader. Per quanto concerne gli “incumbents”, chi è già sul mercato, la vera minaccia proviene da prodotti sostitutivi, all’apparenza non in competizione, che competono per la stessa finalità d’uso attraverso paradigmi tecnologici nuovi. Anche in questo caso introdurre concept che il mercato apprezza e cavalcare la domanda è fondamentale nel generare un ritorno dell’investimento in innovazione.
    Fabrizio Fresca Fantoni
  • Come società di consulenza di direzione, risentiamo in maniera diretta dell’impatto dei fattori che guidano i comportamenti delle aziende nostre clienti. La crisi generalizzata che ha colpito, negli ultimi anni, un po’ tutti i tradizionali settori di consumo ha indotto in molti casi un diverso approccio “sistemico”: la crisi diventa l’opportunità per il ripensamento dei tradizionali modelli di vita e di consumo. Il paradigma della soddisfazione di bisogni illimitati attraverso l’acquisto delle merci lascia il posto a bisogni meno “materiali” ma percepiti con sempre maggiore insistenza come determinanti per la qualità della vita. Il giudizio degli italiani sul proprio benessere appare legato certamente al reddito ed alla ricchezza, ma anche ad altre dimensioni, affettive, sociali, demografiche. La crisi può diventare la chiave e l’occasione per un cambio di priorità e, forse, di paradigma. In questo senso, in maniera contro-intuitiva, crescono ad esempio i consumi di prodotti a maggior valore unitario, continua l’ascesa dei prodotti salutistici e funzionali, vengono premiati i prodotti e servizi a valore aggiunto che si garantiscono un adeguato spazio di competitività, mentre la tradizionale manifattura industriale italiana appare sempre più in crisi strutturale, adombrata dalla produttività a basso costo dei produttori dei paesi emergenti. In questo senso, dimensioni strutturali e dimensioni culturali interagiscono contribuendo a modificare profondamente il panorama sociale che guiderà le scelte di acquisto e di consumo nei prossimi anni. Carlo Martelli
  • Domotica e smartphone Automazione della casa e remotizzazione Grandi operatori come Apple e Google entrano nella gestione della casa Società della distribuzione elettrotecnica vengono scavalcate dalle industrie (catena si accorcia) Illuminazione e comandi della casa vocali che renderanno la meccanica obsoleta Una crescita della valorizzazione del servizio accessorio oltre al mero prodotto tecnico un mondo che sta cambiando velocemente Concordo sulla vision
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

Per partecipare al sondaggio è necessario aver effettuato il login.

ines lundra
ines lundra 11/02/2015 15:56:20

Condivido l'idea del "consumatore al centro della nostra attenzione, non la tecnologia". Ecco un caso vincente: McDonald's ha aperto il primo fast food vegetariano in India, per andare incontro alle esigenze di induisti, musulmani e tutti coloro che non possono o non desiderano mangiare carne o formaggi. Innovazione e business tradizionale si sono trasformati in 271 nuovi punti vendita e un aumento significativo del fatturato in pochi mesi.