30
Lug 2012
Numero N. 187
Consumatore, gestore di risorse

Diffidenza crescente dei consumatori di fascia alta verso tutta l’offerta? Clima di sfiducia e infedeltà incalzano. Con presa di distanza dalle marche. E grandi opportunità.

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Diffidenza crescente dei consumatori di fascia alta verso tutta l’offerta? Clima di sfiducia e infedeltà incalzano. Con presa di distanza dalle marche. E grandi opportunità.

Il consumatore prende le distanze ma ne soffre, perché mette tutto in discussione complicando la propria esistenza. Che è già difficile: oltre ai problemi di economia e finanza del paese, ci sono le tensioni sociali, le problematiche professionali, le competenze sempre più elevate in ambito professionale, linguistico, informatico. Il bisogno di aiuto è forte ed è sentito anche nei segmenti elitari. C’è bisogno di entità credibili, che si meritino sul campo fiducia attraverso attività di vera partecipazione verso la gente.
Di fatto è un momento di grandi opportunità per le marche. Remo Lucchi, esperto di ricerche sociali, collabora con un interessante articolo per Impronte dove tratteggia anche un percorso che porti l’Italia fuori dalle difficoltà.

Quali sono le caratteristiche dei bisogni fondamentali dei segmenti di mercato elitari? E quali sono le attese verso le marche?
Le tendenze fondamentali dell’élite danno sempre più spazio ai cosiddetti consumi di senso, cioè quelli percepiti come ricchi di significato. Qualità strutturale e intrinseca alta e sovrastrutturale eccellente, si ha denaro cui dare più valore e se ne vuole spendere di meno, si ha anche più informazione e aumenta la cultura dell’opportunità.
Troviamo “senso” nelle esperienze, sensorialità, emozioni; identificazione, memoria; territorio, radicamento, autenticità; mélange, scambio, ibridazione; cura di sé, benessere, equilibrio; consapevolezza, autonomia, disintermediazione; alleggerimento, semplificazione; sostenibilità, consapevolezza, etica.

Le attese dell’élite verso le aziende si configurano in quattro direzioni, tutte ispirate al fatto che il consumatore/cliente possa sentirsi considerato come un vero partner/socio da soddisfare nel medio-lungo periodo.
La qualità intrinseca dei prodotti: al di là dei trattamenti cui deve essere sottoposta, la qualità originaria della materia prima non deve scendere a compromessi, con garanzia di tutta la filiera
La rispondenza ai propri bisogni: si desidera che l’azienda proponga prodotti che veramente sappiano interpretare i bisogni. Bisogni il più delle volte non dichiarati, né identificati. La gente non sa quello di cui ha necessità. E’ l’azienda che deve essere in grado - se è illuminata e se studia attentamente la domanda - di identificare e proporre nuove soluzioni. Deve essere “davanti” al cliente, e proporgli soluzioni e innovazione di prodotto che rispondano ai bisogni.
L’accessibilità. Il prodotto di qualità e rispondente ai bisogni non deve avere un prezzo inavvicinabile, anzi. Ci si aspetta che l’azienda investa anche in innovazione di processo, con l’obiettivo di migliorare la qualità, ma con costi più contenuti - salvo l’ammortamento per l’innovazione -.
I contenuti della relazione con la domanda. La comunicazione pubblicitaria deve favorire certe tematiche in luogo di altre. Senza essere seriosa al punto da diventare deprimente, ma deve essere adulta. E deve esserci: comunicare non è un’opzione.
Ad essa si affiancano tutte le modalità di relazione con la domanda, nelle varie forme - assunzione del problema, massimo servizio, gentilezza e sorriso sempre -.
Le riflessioni condivise mi portano a ritenere che le imprese che vogliono avere successo devono portare il cliente/partner al centro di tutte le attenzioni. Con la certezza che, al di là della contingenza che può aver innescato il tutto, in futuro sarà sempre di più così. Il cambiamento indotto è definitivo. Il consumatore sta introiettando il ruolo di gestore di risorse e non tornerà indietro. Cambierà il potere d’acquisto e le scelte conseguenti ma rimarrà il nuovo ruolo.

"Nel mese di agosto resteremo tutti collegati per seguire gli eventi dell'euro zona che, ci auguriamo, non troppo caldi. Auguri, invece, di calde vacanze e arrivederci a settembre."

Applicazione in azienda: adegua la tua offerta al nuovo consumatore, gestore di risorse. Rintracciane le molte opportunità
Parola Chiave: marketing
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Risultati ad oggi
Qual è la sua opinione sull’evoluzione in atto nel ruolo del consumatore e dove immagina nuove opportunità?
  • Stiamo identificando sempre di piu' il servizio che offriamo con il migliore del territorio. Si razionalizzano i costi di gestione e il risparmio che si genera si deve ritornare sull'assistenza post-vendita. Il consumatore ci identifica sempre di piu' come i leader di mercato.
    Carlo Viganò
Quali “consumi di senso” dell’élite hanno maggiore impatto sull’offerta al mercato della sua azienda? (max due risposte, grazie) (*)
33 %
minori propensioni verso le quantità di consumi
67 %
consumi più rispondenti ai propri bisogni
67 %
qualità strutturale/intrinseca alta
0 %
qualità sovrastrutturale eccellente: si consuma “senso”, significati
0 %
si ha denaro, ma il contesto economico sociale ha insegnato a dare più valore al denaro. Se ne vuole spendere di meno
33 %
si ha più cultura, si sa valutare meglio, si ha anche più informazione in generale; aumenta molto, quindi, anche la cultura dell’opportunità (anche web)
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato al suo parere)
Quali, tra i nuovi orientamenti collegati al senso, toccano maggiormente l’offerta della sua azienda? (max due risposte, grazie) (*)
50 %
esperienze, sensorialità, emozioni
50 %
identificazione, memoria
50 %
territorio, radicamento, autenticità
0 %
mélange, scambio, ibridazione
0 %
cura di sé, benessere, equilibrio
50 %
consapevolezza, autonomia, disintermediazione
0 %
alleggerimento, semplificazione
0 %
sostenibilità, consapevolezza, etica
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato al suo parere)
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

Per partecipare al sondaggio è necessario aver effettuato il login.

31/07/2012 13:37:46

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Quale priorità suggerisce tra i "consumi di senso" nel caso di servizi alle imprese?