I Paesi con considerevole debito pubblico e senza prospettive di crescita sono l’anello debole della catena dell’euro e vengono attaccati dagli operatori specializzati perché ritengono di poter così affondare l’euro e avere i loro tornaconti. Vedo così delineare tre scenari.
I Paesi con considerevole debito pubblico e senza prospettive di crescita sono l’anello debole della catena dell’euro e vengono attaccati dagli operatori specializzati perché ritengono di poter così affondare l’euro e avere i loro tornaconti. Vedo così delineare tre scenari.
La costruzione dell’euro si basa sull’idea che è possibile disporre di una moneta unica, adottata da più Paesi, senza una banca centrale come prestatore di ultima istanza. Sostituito da un patto di stabilità, tra i Paesi membri, che chiede di operare all’interno di determinati parametri di efficienza. Così la Bce è istituzionalmente dimezzata perché la normativa che la riguarda non le permette d’intervenire sui mercati per la stabilità finanziaria ma solo per quella monetaria. I mercati lo sanno e si sentono forti di fronte a questi limiti. E’ toccato alla Grecia, oggi all’Italia, domani alla Francia e poi toccherà alla stessa Germania. Le incertezze della direzione politica, economica e fiscale aggravano la situazione.
Sottolineo che non viene attaccato il Giappone, che pure ha un debito pubblico enorme, perché si sa che la banca centrale di quel Paese stamperebbe tanti yen da battere gli attaccanti. E lo stesso sarebbe per gli Usa o il Regno Unito.
Nel primo scenario l’Euro trova modo di superare la crisi attuale e l’idea di sostituire la banca centrale come prestatore di ultima istanza con il patto di stabilità tra i Paesi membri si conferma valida. Le correzioni di percorso - in particolare un fondo Salva Stati di grande rilievo - consolidano la moneta. Vince il paradigma kantiano che scommette sulla virtù e la saggezza.
Un secondo scenario riguarda l’ipotesi di euro a più velocità (ad esempio: nord Europa, Paesi periferici, Paesi dell’est) con un rapporto di cambio libero tra i diversi euro. Questo scenario viene visto come anticamera del fallimento dell’Euro, il cui costo è stato calcolato essere molto alto per tutti, anche per la Germania. E su questo scommettono i mercati.
Il terzo scenario contempla la piena integrazione della politica economica e fiscale dell’area euro. Soluzione raggiunta grazie a maggiore apertura della Germania e maggior rigore dei conti degli altri Paesi. Il ruolo della Bce viene potenziato. Probabilmente è la via ineludibile che già si pensava di realizzare in una generazione. Ma la crisi attuale e i costi dell’uscita dall’euro potrebbero accelerare di molto.
In questo periodo siamo tutti assorbiti dalla crisi e non vediamo che, negli ultimi venti anni, il mondo è profondamente cambiato e le aziende si trovano davanti a due fatti nuovi: si sono aggiunti 2 miliardi di nuovi consumatori, tutti raggiungibili grazie alla rete internet. Le aziende lanciate nel futuro possono approfittare di queste opportunità. Siamo noi leader d’impresa a dover fare dell’Europa la piattaforma migliore per partecipare al nuovo mondo.
Parola chiave: scenario
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2- Integrazione della politica economica e fiscale con banca centrale con prestatore di ultima istanza
11/22/2011 12:31
Non devono assolutamente essere create zone Euro a più velocità.
11/22/2011 11:29
Credo che alla base di tutto ci sia l' inadeguatezza della classe dirigente che governa l' Europa. La classe politica fa brutte figure e crea sfiducia e disaffezione ( si pensi alla domanda fatta dal giornalista a Sarcosì ed alla Merkel sull' italia !!! se ci fossero stati Mitteran e Koll sarebbe stata la stessa cosa??).Del resto diceva Einaudi: " la differenza fra un politico ed un grande statista stà nel fatto che il politico pensa alle future elezioni perdendo tempo in alleanze e manovre popolari, lo Statista pensa al futuro del Paese !!!Penso che
, a mio modesto parere, gli stati membri debbano fare il compito a casa propria creando piani di rilancio e drastiche misure di rigore e risparmio della spesa pubblica.Dopo di che si potrà pensare ( come fa l' America )a stampare euro per cercare di svalutare il debito. ma ripeto il problema è l' inadeguatezza della classe dirigente che crea sfiducia.Alla testa ci sono i politici ma poi si estende fino agli operatori locali. Da quì si deve comincire la ristrutturazione. questo è il mio modesto parere. Grazie
11/22/2011 11:16
Mai ci siamo trovati in una situazione così complessa. E se dovessimo uscire dall’euro? Sul piano tecnico potremmo sostanzialmente guadagnarci. Si tornerebbe alla lira, svalutata rispetto all’euro. Salirebbe il costo del petrolio, delle materie prime e l’inflazione ma le nostre esportazioni sarebbero favorite, diventando ancora più competitive. Avremmo vantaggi dalle obbligazioni e dagli investimenti fatti nei mercati esteri. Diventeremmo un concorrente temibile della Germania che vedrebbe inaridirsi il nostro grande mercato per i suoi prodotti e le nostre aziende ancora più aggressive nei mercati internazionali e nelle nuove economie.
Vogliamo salvare l’euro perché ci costringe a confrontarci con le economie degli altri Paesi e tiene a freno i nostri governi obbligandoli a pensarci due volte prima di mettere mano alla spesa pubblica.
L’euro è una moneta senza Stato. E’ diventato chiaro per tutti. Serve urgentemente un’autorità centrale che uniformi i criteri di produzione, distribuzione e impiego delle risorse. Che renda omogenei il sistema economico, finanziario, fiscale, pensionistico di ciascun Paese. Almeno a livello dei tre grandi Paesi dell’euro: Germania, Francia e Italia.
L’euro è una moneta senza crescita. Senza la quale tutto diventa difficile.
V. Rizzo 2/28/2012 10:55
Serve che l'Europa sblocchi la situazione:
- mettendo la Bce in condizione di acquistare bond e stampare moneta, così come fanno le banche centrali Usa, UK, Giappone, ecc.
- si facciano passi concreti per un ministero europeo dell'economia e della finanza
11/22/2011 15:11