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Dic 2009
Numero N. 73
Doppio valore integrando pensiero e azione
Per rilanciare l’azienda e cogliere le opportunità della ripresa, occorrono soluzioni brillanti ed esecuzione rapida. La sfida è lavorare in squadra affinché la stessa progetti le soluzioni, le sperimenti nel divenire e trasformi l’organizzazione. Questo significa integrare pensiero e azione. Così si facilita al singolo la ricerca del proprio significato all’interno dell’azienda, cioè la forza motivazionale assoluta.

Il fallimento di molte iniziative aziendali dipende dal fatto che pensiero e azione sono assegnati a persone o squadre diverse perché diverse si pensa siano le competenze necessarie per progettare e per attuare. La soluzione viene individuata da un gruppo specifico che poi sperimenta sul campo. Il test in genere ha successo per definizione, visto l’alto livello d’impegno profuso. Dopo di che si fa accettare la soluzione ad altre persone che devono subirla. E questo porta alla tipica resistenza al cambiamento, che fa naufragare il tutto, e alla demotivazione degli individui, ostacolati nella ricerca del proprio significato all’interno dell’azienda. Progettazione, test sul campo e attuazione devono essere condotte dalle stesse persone!

La mia esperienza in risultati concreti è “mai separare pensiero ed azione”. Un buon lavoro di squadra, infatti, valorizza l’intelligenza collettiva.

Come farlo? E’ necessario, innanzi tutto, chiarire la cornice entro la quale la squadra deve agire, cioè il perimetro d’intervento e i vincoli da accettare. Quindi comporre la squadra su base volontaria, con interventi per assicurare la presenza di tutte le competenze necessarie. Non scontato è il convincere la squadra che la soluzione debba effettivamente venire da loro. Non dal vertice come avviene abitualmente strumentalizzando. Le persone della squadra dispongono di conoscenze diffuse che permettono di confrontarsi contemporaneamente, partendo dalla stessa base analitica. Ciò innesca maggiore creatività nella ricerca di soluzioni perché si sprigiona l’intelligenza collettiva.

Quali sono i vantaggi? L’azienda consegue risultati straordinari attraverso l’intelligenza collettiva. L’attuazione rapida ed efficace è assicurata dal coinvolgimento della stessa squadra che ha progettato e sperimentato. Le singole persone trovano forte motivazione perché l’integrazione promuove l’autorealizzazione. E questo si traduce in doppio valore: metà costi e metà tempi.

L'uomo è un essere in cerca di significato. La ricerca del significato é la forza motivazionale assoluta. Ma il significato non può essere dato da alcuno. Ciascuno deve cercarlo da solo. Quando l'uomo ha trovato il significato e fino a quando riesce a vedere significato in qualcosa, é pronto e in grado di generare prestazioni brillanti. L’integrazione di pensiero e azione va in questa direzione. E questa visione spiega perché il concetto della leadership aziendale dall’alto, di provenienza americana, è superficiale e di portata modesta.


Parola chiave: general management

Azione: di fronte a un problema, non cercare chi può risolverlo e poi chi può attuare la soluzione. Pensiero e azione devono essere affidate alle stesse persone


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Parola Chiave: buon management
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Risultati ad oggi
In quanto imprenditore e top manager, lei si confronta abitualmente con la necessità di progettare una soluzione e poi di attuarla in azienda. E’ soddisfatto di come ciò avviene abitualmente? (Max 3 risposte, grazie) (*)
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Soluzione e attuazione sono spesso soddisfacenti
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E’ difficile vedersi proporre una buona soluzione
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I tempi della progettazione si allungano a dismisura
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Troppe volte il progetto rimane sulla carta e l’esecuzione stenta
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Spesso l’esecuzione stravolge le intenzioni progettate
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I tempi dell’esecuzione si allungano a dismisura
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E’ difficile assicurare una rapida e efficace esecuzione
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Altro (specificare nello spazio sottostante riservato al suo parere)
Come aumentare la produttività della progettazione e dell’esecuzione? (Max 3 risposte, grazie) (*)
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Affidando alle stesse persone la responsabilità di progettare la soluzione e di attuarla
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Con una forte leadership del capo
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Scegliendo bene le persone incaricate di progettare la soluzione
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Sviluppando una soluzione particolarmente brillante
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Facendo un buon test prima di approvare la soluzione
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Adottando un robusto programma di change management
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Scegliendo bene le persone incaricate dell’esecuzione
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Altro (specificare nello spazio sottostante riservato al suo parere)
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Affidando alle stesse persone la responsabilità di progettare la soluzione e di attuarla
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Altro (specificare nello spazio sottostante riservato al suo parere)
Una delle sfide attuali è quella di aumentare la motivazione del personale aziendale. L’integrazione di pensiero e azione va in questa direzione?
89 %
Si
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No
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Non so
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Serve ben altro, ad esempio… (specificare nello spazio sottostante riservato al suo parere)
0 %
Altro (specificare nello spazio sottostante riservato al suo parere)
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

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13/06/2012 15:51:47

Noi ci occupiamo di costruire infrastrutture nel mondo e sviluppiamo nuovi vantaggi competitivi proprio attraverso la globalizzazione. Ad esempio, abbiamo sviluppato squadre di cinesi abili nel montaggio, esercizio e smontaggio di grandi macchinari specializzati, utilizzati per le gallerie. Sono squadre che hanno cominciato a lavorare in Cina ma che ora facciamo lavorare ovunque nel mondo, con grande soddisfazione di tutti.
M. Matteucci 2/23/2011 17:52

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13/06/2012 15:51:47

La nostra azienda, del settore automotive, ormai guarda alla globalizzazione con occhi diversi da quelli ipotizzati in letteratura:
1. produciamo local for local (cioè non spediamo più le merci da una parte all'altra del pianeta)
2. facciamo progettare localmente (solo così s'interpretano efficacemente le specifiche del mercato. Progettare in Italia per il mercato cinese è sbagliato perchè si concepiscono i prodotti in chiave occidentale - ridondanze e sofisticazioni - mentre il mercato chiede semplicità e affidabilità. I nostri progettisti italiani non sono più capaci a progettare così)
E. Brivio 2/23/2011 17:45

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13/06/2012 15:51:47

In questo momento i voti propendono per maggiore capacità di previsione e migliore allocazione delle risorse. Due aspetti critici per la produttività. Tutti gli altri servono, ma se non ci sono questi due il sistema non funziona
F. Orioni 2/23/2011 9:16

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13/06/2012 15:51:47

Produttività e posizionamento. Se per produttività ci riferiamo sia all'efficienza (costo per pezzo prodotto + tasso di saturazione degli impianti) e sia all'efficacia, cioè valore offerto al mercato, il posizionamento è già implicito nella produttività. E' evidente che nessuno può pensare di organizzare in modo molto produttivo una produzione che non interessa a qualcuno dei portatori d'interesse (clienti, ma anche azionisti, dipendenti, società, ecc.). Ma meglio essere chiari e mettere in evidenza le due dimensioni.
Paolo Liguoro 2/23/2011 9:7

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13/06/2012 15:51:47

Per la produttività delle nostre imprese non basta meno conflittualità e più collaborazione, auspicata da Fiat, ma un salto deciso verso la partecipazione, con un maggior coinvolgimento dei lavoratori. Nella governance relativa ai prerequisiti (salute, sicurezza, sviluppo professionale, ecc.) e nella redistribuzione della redditività.
Dario Rossi 2/22/2011 13:56

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13/06/2012 15:51:47

Posizionamento alto di gamma e grandi volumi. Due ingredienti che ieri sembravano in contraddizione ma oggi sono possibili considerato che un altro miliardo di persone ha raggiunto nel mondo standard di consumi di tipo occidentale. Fiat ha alcune leve "italiane" da giocare meglio di come fa: design, arte, cultura, qualità della vita, localismi, campanili, cucina dovrebbero ispirare autovetture più connotate di italianità di quelle che vediamo. E attenzione a Chrysler! L'influenza esercitata su Mercedes è stata nefasta. Non si sono mai viste brutte mercedes come durante il periodo di collaborazione con gli americani.
Tony Vittuolo 2/22/2011 13:47

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13/06/2012 15:51:47

Un operatore indiano con cui siamo da tempo in relazione, mi fa presente che la politica indiana riconosce di aver perso la battaglia per il minor costo di produzione, da tempo vinta dalla Cina, e di aver deciso di concentrarsi su produzioni a maggior valore aggiunto. Se lo fanno gli indiani a maggior ragione dovremmo averlo già fatto noi italiani! Giusto il suo invito a riposizionare la gamma Fiat per le produzioni fatte in Italia: anche Marchionne & C. avrebbero dovuto muoversi da tempo su questa linea di cambiamento.
O. Vilunga 2/22/2011 10:13

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13/06/2012 15:51:47

L'Italia dei dati Istat non esiste. Abbiamo capito che l'Italia è formata da due regioni distinte e con produttività nettamente diversa. Il nord è tra le regioni più ricche e produttive d'Italia (tutti gli indicatori sono ben al di sopra della media europea). Il sud è a livelli straordinariamente più bassi (tutti gli indicatori sono ben al di sotto della media europea). C'è allora da chiederci perchè non creare condizioni di lavoro e d'investimento decisamente diverse. E' solo la demagogia che ci ha fatto far finta che esistesse l'Italia dell'Istat. Il risultato è un'unica politica economica e sociale mentre dovrebbero essere due diverse. Anche il sud troverebbe grande vantaggio da questo approccio e le nostre imprese sarebbero più competitive.
C. V. Tonfio 2/21/2011 18:59

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13/06/2012 15:51:47

L'organizzazione sia aziendale che personale gioca un ruolo vitale per permettere a ciascuno di ottimizzare le proprie capacità. Il secondo fattore è la voglia di lavorare
2/21/2011 16:57

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13/06/2012 15:51:46

I francesi fabbricano anche in Europa e fanno qui la maggior parte dei loro utili. Come mai Fiat non ci riesce? Il loro posizionamento è così diverso? Capisco il caso dei tedeschi, ma i francesi non mi pare abbiano posizionamenti molto alti. Quali sono le ragioni?
Giulio Giulino 2/28/2011 9:32

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13/06/2012 15:51:46

E' vero quanto scrive O. Vilunga. Gli indiani già vedono la necessità di un posizionamento medio-alto, figuriamoci noi europei! Altrimenti non abbiamo futuro
F.abio Borghi 2/27/2011 14:18