I nuovi dati sull'export offrono una prospettiva completamente nuova. Quale organizzazione adottare? Come valorizzare i punti forti della nostra azienda? Come aumentare il valore aggiunto?
I nuovi dati sull'export offrono una prospettiva completamente nuova. Quale organizzazione adottare? Come valorizzare i punti forti della nostra azienda? Come aumentare il valore aggiunto?
La competitivita' dell'export non va piu' intesa unicamente in termini di prezzo ma come valore aggiunto contenuto nei beni e servizi esportati. Oecd ora misura la bilancia commerciale tra i paesi tenendo conto delle catene di valore globali: importo beni --> aggiungo valore --> esporto beni arricchiti.
Il 30-50% delle esportazioni di un paese si origina all'estero, cioe' su risorse importate da altri paesi. Se in Cina, Corea e Messico le esportazioni inglobano il 75% dell'import - sono produttori tradizionali -, in Usa, Germania e Italia meno del 20% perche' dispongono di filiere efficienti e con tecnologia d'avanguardia - sono produttori di valore -!
I 27 paesi dell'Unione Europea esportano 1.900 miliardi di dollari di valore aggiunto. Il 23% in più rispetto agli altri paesi del mondo, USA, Cina e Giappone compresi. Un primato difficile da scalfire.
La prospettiva del valore aggiunto, 55% del quale realizzato dai servizi, apre nuovi orizzonti:
- Valore aggiunto legato ai beni e alle merci. Il mercato di riferimento globale. Le aziende devono investire sulle tecnologie dei materiali, dei processi e delle applicazioni. E' necessario appoggiare in misura maggiore parti della filiera produttiva presso attori della catena di valore globale. Il 26% delle componenti dell'Iphone5 fabbricato in Cina da partner coreano. A Cupertino Apple crea nuovi prodotti, valore per gli azionisti e posti di lavoro.
- Valore aggiunto legato alle persone. Anche in questo caso il mercato di riferimento globale. Intercettato grazie al posizionamento turistico e culturale del nostro paese. Milano, ad esempio, ha una popolazione residente di circa 1,4 milioni. La presenza stabile diurna puo' raddoppiare. Nella sola stazione centrale transitano 120 milioni di persone/anno. E cosi' si sviluppa il mercato 'glocale'. Ogni straniero che passa dall'Italia un cliente globale.
Abbiamo visto come valore aggiunto superiore e' generato da utilita' superiori. E' bene considerare i fornitori esteri come potenziali partner ed alleati, aumentare la taglia dell'azienda allargando il capitale di rischio e rafforzare le competenze d'ingegneria, ricerca, marketing, logistica e finanza.
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Siamo attenti alle nuove esigenze dei nostri clienti e ci dichiariamo pronti ad incorporare altri servizi di loro utilità ai prodotti che forniamo. Ad esempio abbiamo avuto successo offrendo la manutenzione preventiva dei nostri componenti, molto gradita prima dai clienti più sofisticati ma poi anche dagli altri.
Piercarlo Ceccarelli
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Tiriamo le fila della discussione...
La prospettiva sull'export, offerta dall'innovativa analisi del valore aggiunto, mette in dubbio certezze acquisite a pone le basi per nuove strategie. Organizzazione, punti forti e ruolo di ciascun mercato d'esportazione vanno riconsiderati completamente.
Le imprese che hanno risposto al questionario denunciano esportazioni stabili o in aumento in rapporto al fatturato, con valore aggiunto stabile.
Sul lato acquisti, da mettere in evidenza e' il modesto ruolo delle importazioni che significa una catena del valore globale non ancora pienamente sviluppata. Farlo rappresenta un'ulteriore opportunità per le nostre aziende che esportano.
Sul lato vendite, si registra impegno nella creazione di maggiore utilità' attraverso l'attenzione alle nuove esigenze dei clienti, pronti ad incorporare altri servizi ai prodotti forniti. Una buona strada per proseguire ad aumentare il valore aggiunto delle esportazioni. Cio' che veramente conta.
Buona settimana