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Ott 2011
Numero N. 151
Fiat rafforza il contratto aziendale. Art 18 in bilico

L’uscita di Fiat da Confindustria rappresenta una pietra miliare. L’azienda ottiene un contratto migliorativo e dà il via al fiorire di accordi aziendali. Molti dei quali modificheranno anche l’art. 18 dello statuto dei lavoratori.

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L’uscita di Fiat da Confindustria rappresenta una pietra miliare. L’azienda ottiene un contratto migliorativo e dà il via al fiorire di accordi aziendali. Molti dei quali modificheranno anche l’art. 18 dello statuto dei lavoratori.
Dietro la lettera di Marchionne a Marcegaglia di lunedì 3 ottobre 2011 c’è il convincimento che missione di Confindustria sia innanzitutto quella di definire il contratto - ciò che verrà applicato nelle fabbriche -. Ma se la negoziazione aziendale perviene a un contratto meno oneroso, accettato dalle parti, il ruolo di Confindustria si svuota.

L’uscita di Fiat può avere un effetto diretto sulla causa in corso che vede Fiom impugnare il contratto di Pomigliano d’Arco. Il giudice di Torino ha riconosciuto la validità dell’accordo Fiat-sindacati ma anche detto che la Fiom non può essere esclusa dalle rappresentanze sindacali aziendali. Disporre di un contratto dell’auto fuori da Confindustria rafforza Fiat impedendo a Fiom di ricorrere al giudice per chiedere l’applicazione del contratto nazionale dei metalmeccanici perché Fiat non è più associata. L’unico contratto applicabile sarebbe quello aziendale e Fiom, senza firmare con gli altri, non avrebbe agibilità sindacale: un cobas qualunque senza facoltà di appellarsi al giudice.
La possibilità di deroga ai contratti nazionali e alle leggi, concessa dall’art. 8 della manovra di agosto, avrebbe potuto superare l’anomalia italiana dell’art.18 sui licenziamenti e obbligo del reintegro. Ribadisco che ciò tiene lontani gli investimenti stranieri e limita l’assunzione di lavoratori. Ma la postilla aggiunta all’accordo interconfederale del 21 settembre apre il rischio d’interpretazioni diverse tra imprenditori e giuslavoristi, specie se a Fiom verrà concesso di ricorrere al giudice.
Perciò il Lingotto ha voluto tenersi le mani libere a livello nazionale. Inoltre vuole gestire in proprio i rapporti sindacali come già fanno i principali concorrenti tedeschi e americani.

Il 4 ottobre Cartiere Paolo Pigna annuncia la propria uscita da Confindustria e già il 26 luglio Ntv aveva firmato un contratto di lavoro per i 1.083 addetti, migliorativo rispetto a quello di Trenitalia: in cambio di flessibilità e produttività aggiunge alle componenti fisse, il premio di produttività, il premio di risultato e una quota aggiuntiva di incentivo in funzione dei risultati economici conseguiti dall'azienda.

La strada dei contratti aziendali ormai è aperta e si può prevedere che le aziende maggiori e medie l’imboccheranno. Le imprese minori sceglieranno l’associazione sulla base dell’attrattività dei contratti di lavoro proposti.

Parola chiave: organizzazione

Azione: nella tua azienda rendi la situazione del lavoro analoga a quella dei grandi paesi occidentali con i quali competi

Parola Chiave: risorse umane
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Risultati ad oggi
Quale sarà il livello di adozione dei contratti aziendali dalle medie-grandi aziende italiane?
6 %
Molto alto
53 %
Alto
35 %
Medio
6 %
Basso
0 %
Nullo
0 %
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Quanti contratti aziendali riusciranno a derogare all’art. 18 sui licenziamenti e sull’obbligo del reintegro?
0 %
Quasi tutti
41 %
Molti
18 %
La metà
41 %
Pochi
0 %
Altro (specifichi nello spazio riservato al suo parere)
Quale evoluzione avranno le associazioni d’impresa?
29 %
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(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

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13/06/2012 15:52:20

le associazioni di categoria sono destinate a perdere peso, in particolare nelle definizioni contrattuali, si convertiranno in organizzazioni di mera rappresentanza ma che potranno contribuire alla definizione delle politiche industriali del Paese, in armonia con le politiche fiscali, di previdenza definite a livello europeo
10/10/2011 17:54

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13/06/2012 15:52:19

Sul primo quesito penso che, grazie al recente accordo del giugno 2011, vi sarà un grande sviluppo dei contratti collettivi aziendali, con modificazioni incisive del contratto collettivo nazionale, per quanto riguarda le grandi e medie imprese.

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13/06/2012 15:52:19

Quanto al secondo quesito, ritengo che, nonostante l'art. 8 del Decreto di Ferragosto preveda la possibilità di modificare l'art. 8 S.L.da parte dei contratti aziendali, le parti sociali non vorranno avvalersene.

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13/06/2012 15:52:19

Invero, con una significativa postilla all'Accordo Interconfederale di settembre 2011, Confindustria ed i sindacati si impegnano affinché le loro strutture periferiche non deroghino all'art. 18.

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13/06/2012 15:52:19

va da sé che le aziende potranno fare quello che vogliono fuori dall'ambito di Confindustria, ma le rappresentanze sindacali saranno vincolate dalle loro Associazioni. Salvo il fenomeno del sindacato "giallo". Di conseguenza, ben si comprende come FIAT, politicamente, non abbia gradito il comportamento di Confindustria, anche se, formalmente, non si possa dire che FIAT sia stata direttamente danneggiata dalla postilla interconfederale.
Filippo Menichino 10/13/2011 18:5

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13/06/2012 15:52:19

Penso che molte Associazioni subiranno le ripercussioni di queste scelte che FIAT ha fatto e che molti faranno sia per proprio vantaggio che per "seguire" la traccia aperta da Fiat stessa.
10/13/2011 12:59

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13/06/2012 15:52:19

Penso che avranno un’evoluzione “importante” perché potranno creare del valore in riferimento alle reali esigenze dei loro associati.
A. Magrini 12-10-11 h. 10,48

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13/06/2012 15:52:19

Problema gravissimo. L’Italia è l’unico paese al mondo dove non esiste il licenziamento individuale. E l’industriale italiano , poco conoscitore dei confronti internazionali e del diritto, abbozza … così fan tutti …. Noi siamo usciti da Assolombarda e Federchimica, per le stesse ragioni di Fiat, 10 anni fa
A. Teso 10/11/2011 10:3

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13/06/2012 15:52:19

Le Associazioni di categoria, particolarmente a livello territoriale, continueranno ad esistere mentre vedo più critica la sopravvivenza delle Federazioni all’interno del sistema confidustriale. Un elemento di realismo che non emerge nelle riflessioni correnti sulla scelta di FIAT, è che la Confindustria ha scelto deliberatamente di adottare modelli di accordi interconfederali, peraltro senza consultare le imprese maggiormente rappresentative, basati sul decentramento della contrattazione collettiva a livello aziendale. Quindi la grande impresa, sotto il profilo della rappresentatività sindacale, non coglie più il senso della sopravvivenza del sistema confindustriale.
M di loreto 10-10-2011 H. 17,39

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13/06/2012 15:52:19

AVREBBERO DOVUTO, DA TEMPO, ANTICIPARE LE RICHIESTE CHE LA GLOBALIZZAZIONE IMPONEVA SULLA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE.
10/10/2011 19:0

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13/06/2012 15:52:19

forte riduzione d'importanza
10/10/2011 17:57