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Apr 2013
Numero n. 218
I giudici affossano l’art. 18
La crescita economica dipende anche da una giustizia efficiente. Le aziende italiane soffrono molto per le disfunzioni giudiziarie e gli investitori stranieri si tengono ben lontani da un paese che non sa tutelare crediti, proprieta', concorrenza, ecc.

Un esempio viene dalla recente legge sul lavoro che si e' adeguata allo ''spirito dei tempi internazionali'', poiche' ha rotto il tabù della reintegrazione come unica sanzione dell’illegittimo licenziamento. Dispone che un licenziamento si debba fondare su un fatto. Se non sussiste, il giudice ordinera' la reintegrazione. Se esiste, il giudice dovra' comminare una sanzione pecuniaria e non il reintegro.
In sostanza la nuova legge cerca di tutelare l’autonomia dell’imprenditore nel gestire i fatti organizzativi, senza costringerlo a rimettere tutto in discussione.

Pero' sono intervenuti a gamba tesa i giudici a modificare radicalmente i termini della questione; per costoro l’''inesistenza del fatto contestato'' vuol dire non il fatto materiale puro e semplice, ma il fatto giuridico, tale da qualificare il licenziamento, cosi' come stabiliva la vecchia legge. Ragion per cui se non sussiste giustificato motivo scatta il reintegro, esattamente come prima. L’essenza dell’ideologia dei giudici, ai fini del licenziamento, ha voluto diversificare tra fatto materiale e fatto giuridico. Ai giudici la nuova legge evidentemente non piace e la stanno affossando.

Da imprenditore penso che ci sia un effetto diretto che non apprezzo - l’obbligo del reintegro - e quello indiretto di limitare la mia liberta' imprenditoriale costringendomi all’inefficienza - scollamento tra competenze e mansioni -. E lei e' d’accordo?
Gli investitori internazionali e le societa' multinazionali che hanno sede in Italia avranno un argomento in piu' per giudicare il nostro paese.
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Risultati ad oggi
Cosa potrebbe impedire ai giudici di gestire l’art. 18 a loro piacimento?
  • una formulazione il più possibile chiara, precisa, non necessitante di interpretazioni
    Remo Lucchi
  • La mancata percezione dell' importanza che in azienda le persone collaborino e condividano l' obiettivo finale.La convinzione ideologica che il dipendente sia sempre la parte debole del rapporto di lavoro e come tale da difendere
  • Su www.studiliberali.it nella sezione Lavoro trovate la filosofia di un rapporto di lavoro ( Contratto risolviblie come qualsiasi altro contratto ) e qualche proposta di DDL . Molti politici e giudici non hanno idea di cosa sia una impresa, come ci si lavora, come si debba collaborare con l'imprenditore. Non si possono avere nemici in casa o andare in altre direzioni in disaccordo.
  • Nulla, perché qualsiasi legge è e rimarrà sempre interpretabile e, per ora, c'è troppa ideologia dietro a queste questioni.
    Giuseppe Tonutti
  • Solo una buona Legge, chiara e che non dia adito a troppe differenti interpretazioni.
  • una normativa chiara, che renda impossibile "interpretare", solo da applicare.
  • Una formulazione della legge ancora più chiara insieme ad un acculturamento dei giudici!
    Piercarlo Ceccarelli
Come dovrebbe evolvere la normativa sul lavoro in Italia? Quali le sue esperienze?
  • bisognerà consentire il più possibile - e non solo in periodi di tensione come quelli attuali - una gestione elastica dell'impresa (pur in qualche modo aiutando/tutelando i dipendenti coinvolti in certe decisioni). Ci sono tutte le premesse perchè la gestione dell'impresa non possa più essere in continuità con il passato. Si dovranno sempre più spesso affrontare grandi e repentini cambiamenti. I mercati si rigenereranno con velocità mai sperimentate in passato. Le imprese dovranno avere sempre meno vincoli.
    Remo Lucchi
  • L' evoluzione logica è il superamento della reintegra e la sua sotituzione con il risarcimento economico del danno a partire da subito per i quadri e gli alti livelli impiegatizi.
  • Riduzione del costo del lavoro del tempo indeterminato (anche a scapito di quello a tempo determinato) per favorire la stabilizzazione. Licenziabilità di una piccola percentuale all'anno (in base alle dimensioni dell'azienda) dei dipendenti, senza troppe regole e possibilità di ricorso.
    Giuseppe Tonutti
  • Senza essere "estremisti" ovvero limitandoci a fare un confronto con l'Europa Ocidentale, basterebbe adottare il sistema tedesco: molto cautelativo per i dipendenti (molto più ad esempio di quello austriaco) ma chiaro e supportato da un sistema sindacale & imprenditoriale che è in generale sintonia e quindi ostacola il ricorso al giudice se non in casi estremi. Oh magari anche da noi..!
  • ispirandosi alla norma dei paesi dell'europa centro-settentrionale. Da soli, purtroppo, non ce la possiamo fare
  • rendere possibile il "divorzio" con pagamento di penale e adeguati ammortizzatori sociali, senza se e senza ma.
    Stefano Gianni
  • Ci dovrebbe essere una normativa europea. Se non spinta come quella inglese, almeno mediata con le pratiche del nord europa.
    Piercarlo Ceccarelli
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

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Piercarlo Ceccarelli
Piercarlo Ceccarelli 08/04/2013 10:43:37

Tiriamo le fila della discussione...

L'art. 18 e' ormai la cartina di tornasole della politica italiana del lavoro e della nostra capacita' di avvicinarla ai paesi evoluti. Il governo ha rotto il tabu' della reintegrazione come unica sanzione dell’illegittimo licenziamento ma i giudici l'hanno affossato. A parte lo specifico dell'art. 18, rimane il fatto che la cultura dei giudici non sembra considerare che il lavoro e' il primo fattore della produzione. Dovrebbe, perciò, essere sostanzialmente comparabile in aree di mercato sempre più ampie – almeno l'Europa. La globalizzazione incalza questa esigenza – in modo da permettere la competizione tra imprese. Non sembra, inoltre, rendersi conto che l'accesso al lavoro, quello vero che produce valore per la società, è funzione dall'ampiezza del mercato dell'offerta di lavoro, cosi' difficile da creare.

La discussione, su cosa potrebbe impedire ai giudici di gestire l’art. 18 a loro piacimento, ha puntato sulla redazione di una legge piu' chiara che non permetta interpretazioni soggettive. La mia impressione e' che la legge sia gia' ben chiara ma, ciononostante, i giudici hanno trovato modo di aggirarla. Allora penso che l'unica strada sia un'azione profonda sulla cultura d'impresa dei giudici – e delle nostre istituzioni in genere -. Non augurandomi che sia la crisi a raggiungere una tale durezza da "far cambiare" la cultura.
L'evoluzione auspicata della normativa sul lavoro in Italia e' verso una norma europea, ispirata a quelle che hanno aiutato le economie dell'Europa centro settentrionale.

Lo scompenso del mercato del lavoro italiano, polarizzato tra iperprotetti e disoccupati, non potrà essere sanato che con una forte ripresa dell'economia, da una parte, e un allentamento dell'iperprotezione dall'altra. Due eventi per i quali dobbiamo batterci al massimo delle nostre possibilità!

La politica latita e abbiamo 3 gravi minacce all'orizzonte, più tangibili di quanto la politica e il governo riconoscano. E' l'argomento del nuovo Impronte di oggi pomeriggio.
Mi aspetto un'altra discussione animata.
A presto

Segreteria di redazione
Segreteria di redazione 05/04/2013 09:02:22

Caro Redattore,
ancora una volta mi sento chiamato in causa ed elaboro un mio pensiero che sicuramente vorrà condividere la sua business community...


Mondays are particular not only due to that we are custom to initiate the week but to some extent they represent an intellectual challenge and stimulus. This time, Club Impronte covers an argument that requires a careful approach, especially since human resources are and increasingly, will be the competitive lever. I do agree with the author of this article that there is need for “freedom” to manage and allocate resources within the individual company and department in order to maintain effectiveness and competitive edge. However, we also need to understand, in a holistic view , that most of the time there are more than two stakeholders and investors if you like. The society, community, schools and other social entities other than the the company and the individual, all have an interest, a social contract if you like. Some of our most advanced enterprises do have instruments such as bilancio sociale and outplacement in order to better manage the global value within the overall geographical/ social context. After all, what we have in a situation where there is a misfit, is a lack of return on investment for both parties that needs to be managed in order not to delegate costs and responsibilities to other stakeholders.


un caro saluto
Tommy R. Wytzander