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Lug 2008
Numero N. 9
Il rischio dell’ansia da crisi.
Le cattive notizie incalzano e i giornali le strillano per vendere più copie ma la realtà delle cose è differente in considerazione dei cicli economici. Gli imprenditori e manager di Impronte ritengono per il 52% che l’attuale flessione dell’economia sia vicina al punto peggiore, mentre per il 31% che sia appena cominciata e peggiorerà (1). Semplifichiamo la situazione:
- Negli USA la crisi dei subprime si confronta con valori degli immobili in discesa e i problemi si stanno allargando alle costruzioni e al credito al consumo. I titoli bancari americani hanno perso circa il 50% del valore di mercato in un anno e le analisi indicano che le banche stesse sono preoccupate della solidità del comparto. Nonostante le dichiarazioni dei banchieri italiani di non essere impegnati nei subprime, la Borsa dimostra il contrario;
- Gli USA sono l’unico grande Paese che sta sperimentando la recessione e che sta adottando politiche espansionistiche aggressive. All’opposto, la banca centrale europea ha deciso di proseguire nella difesa dell’inflazione;
- Oltre oceano la domanda interna è rallentata ma le esportazioni sono cresciute ad un tasso annuale dell’8% permettendo al primo semestre 2008 di chiudersi con una crescita complessiva dello 0,8% su base annua. L’Europa è un po’ sopra l’1%; i mercati emergenti crescono circa del 6/7%, la Cina del 10%. La crescita mondiale rimane vicina al 4%.
- Il prezzo del petrolio è vicino ai 150$ e, in termini reali, è circa il 25% più alto di quello raggiunto dal secondo shock petrolifero nel 1979. Il fenomeno è probabilmente strutturale in quanto il prezzo è determinato dalla attese future legate alla domanda crescente di petrolio da parte dei Paesi emergenti, Cina in testa, e dal generale pessimismo sulle energie alternative. Il conseguente aumento dei costi di trasporto determinerà probabilmente una ridefinizione delle strategie di sviluppo geografico delle imprese europee in funzione del fattore “distanza ragionevole”(2) ;
- La Borsa italiana ha perso in un anno il 28% contro il 17% di Londra e il 16% di New York. Ciò evidenzia una eccessiva emotività, forse ingiustificata, da parte degli operatori italiani. E… prezzi molto bassi possono anche essere buone opportunità per chi vuole investire.

L’economia mondiale sta tenendo bene, ma i rischi rimangono alti. Occorre buona capacità di giudizio e, perché no, un po’ di fortuna. Essenziale non spaventarsi e non farsi prendere dall’inutile panico. Il n. 4 di Impronte suggerisce i provvedimenti economici e organizzativi per le aziende.
La storia indica con certezza che il capitalismo, come ordine sociale e come credo, è il primo e unico che ha considerato il movente del profitto in chiave positiva, come mezzo attraverso cui realizzare automaticamente la società ideale, libera e uguale. Le ricorrenti crisi economico-finanziarie sottolineano una società imperfetta che porta gli addetti ai lavori a dubitare dei valori in cui credono, evidenziando che il capitalismo nel quale operano non lavora bene, però nessun altro ordine sociale ha dimostrato di lavorare meglio!


Il prossimo numero di Impronte farà il punto della situazione prima della pausa estiva.

Azione: il principio fondante della nostra società occidentale è solido. Non lasciarti impressionare dalle dicerie e adegua la tua prossima decisione alla situazione di fatto che hai davanti.

Parola chiave: economia


(1) n. 4 del 12 giugno 2008
(2) n. 8 del 10 luglio 2008

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Parola Chiave: economia
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Risultati ad oggi
Alcuni segnali indicano che l’attuale crisi finanziaria stia allentando il legame organico dell’Europa con gli USA. Lei ritiene che questi segnali andranno accentuandosi nei prossimi tre anni, determinando maggiore distacco tra le due economie?
45 %
Si.
41 %
No.
14 %
Non so.
0 %
Altro.
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

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13/06/2012 15:51:13

I produttori di petrolio e più in generale di materie prime hanno compreso che prima o poi il mondo industrializzato da cui acquistano tutti i prodotti finiti di qualità, imporranno tasse sui prodotti in vendita a loro proporzionali all'aumento del prezzo delle materie prime. Il risultato potrebbe essere un colossale crack degli accordi di Brettonwood.
28-07-08 h. 11,26

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13/06/2012 15:51:13

Quello che stiamo vivendo è un progressivo assestamento degli equilibri tra economie che per decenni hanno operato in virtu di politiche protezionistiche. Ora che la parola d'ordine è globalizzazione e apertura dei mercati ciascun paese dovrà fare i conti con le proprie capacità di adattarsi a nuovi equilibri. Anche le imprese singolarmente possono contribuire parecchio, dando segnali chiari con piani aziendali basati su nuove regole del gioco: stagnazione dei mercati sviluppati e crescita galoppante dei PVS, competitività di costo ineluttabile, caduta delle barriere protezionistiche, ecologia e crisi energetica, esplosione demografica, integrazione culturale, super-euro. Imprenditori, politici, manager ed educatori dovrebbero dedicare più risorse per rinnovare modelli e strategia e non sprecarne per gestire l'ansia da crisi.
A. Ferri 19-07-08 h. 20,41

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13/06/2012 15:51:13

Propongo un sondaggio: quanti, in questo momento, stanno sviluppando iniziative per crescere nonostante le notizie allarmanti che compaiono sui media, e quanti invece stanno seguendo una strategia tipo "wait and see"?
L. Orselli 18-07-08 h. 17,02

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13/06/2012 15:51:13

Nervi saldi, intuito, capacita' di analisi e avvedutezza nell'azione contraddistinguono coloro che sanno cogliere le opportunita' e, come si suol dire, riescono a trasformare i problemi in opportunita'. Sta a ciascuno valutare se la ragione stia nei timori di chi teme il peggio oppure nelle evidenze mostrate in questa "Impronta". Di certo anche in questo momento ci sono opportunita' latenti che possono essere colte: sta a noi individuarle!
L. Orselli 18-07-08 h. 16,57

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13/06/2012 15:51:13

E' necessario giungere, al più presto, alla realizzazione sostanziale degli Stati Uniti d'Europa.
A. Speroni 17-07-08 h. 13,11

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13/06/2012 15:51:13

E' reale dire che l'economia mondiale sta bene quando dai dati di crescita si vede una netta separazione fra Europa e USA da una parte e la Cina con l'Estremo oriente dall'altra?? Ed è altrettanto vero dire che l'economia mondiale sta bene quando stanno decadendo tutte le regole e le istituzionali (vedi mercati finanziari, banche, immobiliari)?
Flavio 17-07-08 h. 11,42
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