7
Mar 2011
Numero N. 125
L’azionista Stato impoverisce le aziende
Il 23 febbraio scorso Arenaways, operatore privato che opera sulla tratta Torino-Milano in concorrenza con Ferrovie dello Stato, ha chiesto al Tar di pronunciarsi perché si vede vietate le fermate intermedie. L’Alta Velocità compete con aereo e auto e questo fa bene al portafogli dei viaggiatori e delle aziende. Ma non è ancora esempio di competizione virtuosa (vedi "C’era una volta … la concorrenza diretta").

Osserviamo che dall'inaugurazione dell’Alta Velocità sulla Torino-Milano-Napoli, la competizione stenta proprio all’interno dello stesso settore ferroviario.
Il tasso di sviluppo della domanda ferroviaria delle merci, sulla tratta Verona-Monaco, ha ricevuto una notevole spinta con l’ingresso sul mercato di RTC (Rail Traction Company), iniziativa privata guidata da Giuseppe Sciarrone.
Analoghi benefici sono attesi dalla partenza di NTV (Nuovo Trasporto Viaggiatori), promossa da Montezemolo e soci, prevista per l’autunno 2011 con investimenti per un miliardo di euro e la creazione di oltre 2000 posti di lavoro.
Ma, mentre la Germania bandisce ben 55 gare per l’assegnazione dei servizi di trasporto per i pendolari, con l’obiettivo di favorire la concorrenza tra imprese pubbliche e private, l’Italia allunga la durata dei contratti tra le regioni e il vettore pubblico, rendendo ancora più elevate le barriere all’entrata da parte di soggetti privati.

Una recente ricerca sulla banca dati Pims dimostra che, nei settori con maggiore presenza di imprese pubbliche o a partecipazione pubblica, la redditività del capitale impiegato è penalizzata di circa il 30%.
Antonio Catricalà, presidente dell’antitrust attribuisce, in parte, la responsabilità al conflitto di interessi tra il pubblico imprenditore – Trenitalia - ed il pubblico regolatore - il ministero delle infrastrutture.
Il nostro paese sta, così, perdendo un’importante appuntamento che potrebbe contribuire ad accelerare l’uscita dalla stagnazione post-crisi: lo sviluppo tecnologico ed organizzativo di un intero comparto industriale, che conta in Italia oltre 50.000 addetti più l’indotto delle forniture e dei servizi. Imprese italiane che esportano tecnologie in tutto il mondo, favorendo la bilancia commerciale e l’occupazione.

Ritengo che il tema in questione riguardi la governance dell’impresa pubblica. Da sostenitore del libero mercato, osservo con disappunto la politica protezionistica dei nostri governi - presenti e passati – che, se indicano la via delle liberalizzazioni per allinearsi alle normative comunitarie, in pratica firmano provvedimenti che difendono il monopolio - come il trasferimento della proprietà dei terminali dalla rete a Trenitalia, assegnandole un chiaro vantaggio competitivo di infrastrutture -.
Mauro Moretti, in quanto amministratore delegato, deve sfruttare ogni vantaggio derivante dalla posizione di (ex)monopolista dei binari. Sta massimizzando il valore della sua impresa e rende conto agli azionisti per il mandato che gli hanno conferito.
Ma quando l’azionista ha il potere di definire le regole del gioco competitivo, entra in campo il conflitto di interessi. Da un lato l’azionista – Stato - affida al management l’obiettivo di massimizzare i profitti, salvaguardando l’occupazione, dall’altro, invece, dovrebbe stimolare lo sviluppo economico del paese, sostenere la crescita del valore aggiunto dell’industria e dei servizi e promuovere le esportazioni.
Obiettivi in evidente contrapposizione!

Parola chiave: economia


Azione: Nelle scelte strategiche, valuta attentamente la presenza di fattori che mitigano la libera concorrenza e intraprendi unicamente le iniziative nelle quali esistono concrete possibilità di successo.
Parola Chiave: economia
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Risultati ad oggi
Come imprenditore e top manager, condivide che nella maggior parte dei settori nei quali agiscono imprese pubbliche o a partecipazione pubblica ci siano ritorni inferiori sul capitale impiegato?
17 %
si, in modo considerevole
48 %
si
22 %
si e no
13 %
no
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato al suo parere)
In quale settore opera la sua impresa?
13 %
beni di consumo (durevole e non durevole)
4 %
macchinari e impianti
9 %
materie prime e semilavorati
9 %
componenti
52 %
servizi
9 %
distribuzione
4 %
altro (specifichi nello spazio riservato al suo parere)
Come valuta la situazione competitiva del settore?
43 %
ritengo che esista una situazione di concorrenza perfetta e questo stimola le imprese a competere con le stesse regole
35 %
le imprese del mio settore competono in modo paritetico ma la concorrenza degli operatori provenienti da altri paesi godono di minori vincoli e per questo sono più competitivi
22 %
nonostante le leggi del nostro paese valgano per tutte le imprese del mio settore, esistono modalità differenti nel rispettarle e questo implica vantaggi competitivi occulti che alterano la libera concorrenza
0 %
la concorrenza nel mio settore è fortemente condizionata dalla presenza di imprese pubbliche o a partecipazione pubblica e questo influisce negativamente sul ritorno degli investimenti delle aziende
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato al suo parere)
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

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20/07/2012 06:29:43

Aziende a partecipazione statale sono quasi sempre elemento di distorsione della concorrenza. Ci possono essere fasi alterne: di premio o di penalizzazione. In ogni caso di distorsione si tratta. Meglio starne lontani
<i>Alberto Foscari 3/10/2011 16:4</i>

Anche le aziende pubbliche possono essere ben gestite, se date in mano a veri manager e non a protetti della classe politica.
<i>Emanuele Gatteschi 3/10/2011 13:13</i>

La situazione che riguarda la mia azienda è diversa. Operiamo nella difesa e la nostra redditività è in qualche modo protetta dall'azienda di Finmeccanica con la quale competiamo. Essa pratica prezzi per noi ben remunerativi e per loro ben poco. La nostra maggiore efficienza sfrutta la loro pesantezza burocratica. Se non ci fosse l'azienda a partecipazione statale, probabilmente il mercato si assesterebbe a prezzi più bassi.
<i>V. T. 3/9/2011 15:36</i>

Nei settori nei quali agiscono aziende a partecipazione pubblica la concorrenza viene sempre alterata. Spesso a svantaggio di tutti. A volte a vantaggio, nel senso che la concorrenza si attenua, si creano orticelli che vengono coltivati dalle singole aziende permettendo buone prestazioni alle aziende - meno ai clienti -. Ma non si chiama cartello?
<i>Remo Benigli 3/9/2011 14:8</i>

Il ruolo dello Stato è quello d'intervenire dove non c'è interesse da parte dei privati ad investire. Ma è necessario ridurre sempre di più queste zone d'ombra per promuoverne l'emersione del valore e così attrarre le imprese e sviluppare un "mercato" concorrenziale. Ne avrammo tutti vantaggio
<i>C. V. Tonfio 3/9/2011 12:31</i>

Occorre tener presente che il ruolo dell'impresa pubblica appare tuttora insostituibile nei servizi poco remunerativi anche se essenziali per la popolazione. Esperienze passate hanno chiaramente mostrato la ritrosia degli investitori privati ad assumete rischi in settori dei servizi al pubblico nei quali la redditività non sia immediata e garantita... In tali settori del pubblico servizio, altrettanto modesti sono risultati gli investimenti privati per il miglioramento della qualità, essendo evidente la preferenza verso utili ridotti ma immediati a scapito di utili maggiori ma differiti nel tempo e conseguenti investimenti...
<i>Luciano Berarducci 3/8/2011 10:16</i>