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Dic 2014
Numero N. 297
L’Europa chiede nuovi prodotti e servizi

Pochi giorni fa ho avuto una “bella” discussione con il sociologo Renato Mannheimer a proposito di Europa. Come superare la visione pessimistica che prevale e aprirci a quella di un ottimismo basato sulla ragione?

L’orientamento prevalente verso l’Europa e’ improntato probabilmente al pessimismo. Ma l’élite al vertice delle nostre aziende e’ consapevole o meno che in realta’ il nostro continente presenta molte opportunita’? Entrambi siamo interessati a capirlo e da qui è nata l’idea del breve questionario Ispo Ricerche (tempo di compilazione 3 min!)

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Pochi giorni fa ho avuto una “bella” discussione con il sociologo Renato Mannheimer a proposito di Europa. Come superare la visione pessimistica che prevale e aprirci a quella di un ottimismo basato sulla ragione?

L’orientamento prevalente verso l’Europa e’ improntato probabilmente al pessimismo. Ma l’élite al vertice delle nostre aziende e’ consapevole o meno che in realta’ il nostro continente presenta molte opportunita’? Entrambi siamo interessati a capirlo e da qui è nata l’idea del breve questionario Ispo Ricerche (tempo di compilazione 3 min!)




Certo, chi oggi produce commodity è consapevole che probabilmente il settore si deve confrontare con difficoltà e concentrazioni. Chi produce specialty o servizi, invece, potrebbe riflettere sulle enormi potenzialità dell’Europa con i suoi 400 milioni di consumatori, i più sofisticati al mondo.

La cognizione che sia spesso più opportuno competere sulla differenziazione invece che sul prezzo è ampiamente accettata. Ma ha bisogno di un mercato che veda in essa una risposta a bisogni o desideri, espressi o latenti.
Il mercato europeo si trova nella fase del ciclo di vita più avanzata rispetto alle altre grandi aree del pianeta, l’americana e l’asiatica. Infatti esprime una forte domanda di autorealizzazione dell’individuo. Cioè qualità della vita e benessere per assecondare la nostra propensione a realizzare le potenzialità individuali, sia interiori, sia esteriori.

Facciamo solo due esempi. Quando i figli lasciano la famiglia per formare la loro, i genitori hanno davanti molti anni di vita (30) ed hanno esigenze diverse e specifiche per abitare, vestirsi, godere della salute, del benessere, del tempo libero. Sono persone non più attratte dai modelli di vita tipici dei più giovani, oggi prevalenti nell’offerta, ma chiedono soluzioni più comode, facili da usare, più sicure, più cariche di significati e meno vistose. Queste persone hanno una forte capacità di spesa e risparmi disponibili.
Inoltre, la società nel suo complesso preme per un atteggiamento responsabile affinché si produca e si consumi con zero impatto sull’ambiente. Se si approfondisce cosa ciò veramente significhi, ci si rende conto che tutta l’organizzazione umana – produzione, lavoro, consumo, tempo libero – va ripensata e riprogettata incorporando nuove soluzioni.

Due esempi, emergenti in Europa, che comportano una quantità enorme di nuovi prodotti e servizi destinati a rappresentare la frontiera che verrà raggiunta dagli altri mercati in periodi successivi, anche di molti anni.
Allora i vantaggi dei pionieri, cioè i primi che innovano il mercato, sono sostenibili per un considerevole periodo. E così aumentano le aziende che conquistano il mondo. Partendo dall’Europa.

Applicazione in azienda: partecipa alla ricerca Ispo rispondendo al breve questionario allegato (tempi di compilazione 3 min.)
Parola Chiave: scenari
Cosa ne pensa la community: Piace a un socio e 2 soci hanno un'altra idea
Per approfondire: n. 256
09/12/2014 17:15:29

L'Europa continua ad essere un mercato così grande e complesso da riservare necessariamente grandi opportunità di crescita, a patto di saper distinguere ciò che crea valore in modo distintivo. Il nostro continente è oggi impegnato in una complessa transizione verso nuovi modelli di sviluppo post-industriale, ma resta una gigantesca area in cui la qualità della vita (con standard più sofisticati che altrove) e l’autorealizzazione delle persone possono trasformarsi in un nuovo, enorme, driver per la crescita. La riscossa europea può provenire, senza dubbio, dai settori a maggiore connotazione tecnologica, ove la differenziazione rappresenta la leva primaria per le aziende occidentali, che faticano sempre più a competere nei settori più poveri e/o ad alta intensità di lavoro per via di una struttura dei costi non comparabile ai paesi emergenti. Ma, più in generale in tutti i settori, creare nuovo valore, nuove funzioni d’uso e nuove utilità è la strada per cogliere le opportunità ancora inesplorate nell'esigente mercato europeo, con soluzioni in seguito più facili da rivendere anche fuori dall'Europa. Carlo Martelli