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Apr 2014
Numero nr. 266
La consulenza al tuo fianco, fino ai risultati

L’altro giorno, durante una serrata riunione di lavoro, il mio interlocutore mi ha chiesto: per aiutare la mia azienda in un momento di bisogno, meglio portare a bordo chi fornisce una valutazione rapida ed esce di scena senza vedere il risultato finale? Oppure qualcuno impegnato a lavorare fino a successo raggiunto?

Una domanda, questa, che mi coinvolge molto. E l’esperienza accumulata mi permette una risposta chiara e diretta.

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L’altro giorno, durante una serrata riunione di lavoro, il mio interlocutore mi ha chiesto: per aiutare la mia azienda in un momento di bisogno, meglio portare a bordo chi fornisce una valutazione rapida ed esce di scena senza vedere il risultato finale? Oppure qualcuno impegnato a lavorare fino a successo raggiunto?

Una domanda, questa, che mi coinvolge molto. E l’esperienza accumulata mi permette una risposta chiara e diretta.



Molto meglio la seconda soluzione, piu' efficace, piu' economica e in grado di evitare caos organizzativi particolarmente dannosi. Quali i vantaggi?
Piano adeguato. Quando i leader annunciano una ristrutturazione ma non riescono a spiegare come o quando, il panico si diffonde a macchia d'olio, distruggendo la produttivita' dell’organizzazione. Tutti devono sapere come saranno colpiti e quali le loro opzioni. La chiarezza in anticipo paga e la pianificazione mantiene il panico sotto controllo.
Energia. Le persone coinvolte in una trasformazione possono perdere interesse lungo il percorso. Cosi' i buoni propositi finiscono in soffitta e l’azienda ritorna alle pratiche del passato. La consulenza si concentra sulle tappe intermedie mantenendo alti l’energia e l’impegno.
Indipendenza. Quando la consulenza lavora a lungo con un’azienda puo' rimanere invischiata nei suoi difetti organizzativi? Sarebbe come ammettere la sconfitta di fronte agli stessi problemi che e' stata chiamata a risolvere! Mantiene la prospettiva esterna e l'indipendenza che assicurano il risultato finale. Vicina all'azienda ma non troppo da esserne invischiata.
Controllo dell’avanzamento. Un sistema chiaro per monitorare i progressi con le metriche concordate e con rapporti frequenti sull’avanzamento. Cioe' piu' responsabilita' e fiducia di raggiungere effettivamente i risultati.
Concentrazione sul risultato. Mentre si attua una nuova strategia di business, i manager possono perdere di vista gli obiettivi di lungo termine mentre la consulenza rimane concentrata, anche di fronte a imprevisti.

La buona consulenza dispone di risorse esperte che offrono un pensiero flessibile e approcci dinamici alle problematiche di business. Contribuisce con idee dirompenti e soluzioni efficaci. Sviluppa solide strategie, si adatta alle circostanze imprevedibili e si assicura che le scelte siano eseguite correttamente nel tempo. I risultati possono essere nuovi modelli di business, prodotti/utilita' lanciati sul mercato, nuova organizzazione con unita' aperte/chiuse, approvazione del piano industriale da parte del Cda-assemblea-finanziatori, Ipo, ecc... Fino ai successivi impatti sulla redditivita' dell’azienda.
Si assicuri che rimanga durante l’attuazione, fino ai risultati. Nell’interesse della sua azienda, tutti questi elementi devono essere ben integrati tra loro!

Applicazione in azienda: assicurati che la consulenza che ingaggi s’impegni fino a conseguire i risultati
Parola Chiave: general management
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Risultati ad oggi
Quale genere di consulenza e' l’ultimo ingaggiato dalla sua azienda?
25 %
strategia
50 %
organizzazione
0 %
marketing e vendite
0 %
finanza
0 %
operazioni
25 %
ICT
0 %
altro (specificare nello spazio riservato ai suoi commenti)
Quale la sua opinioni sulla consulenza di direzione?
  • Sono convinto che l'Italia sia indietro rispetto alle nazioni moderne anche perché è indietro nell'utilizzo della consulenza di direzione. Questa è la ragione per la quale ho deciso di dare un contributo concreto fondando nel 1981 Ceccarelli SpA. La percentuale di spesa in consulenza sul Pil nazionale è in Italia una frazione rispetto a Usa, Inghilterra, Germania, Francia. Ma anche Spagna!
    Piercarlo Ceccarelli
  • La consulenza di direzione ha un obiettivo: generare discontinuità durevole garantendo coerenza tra strategia, organizzazione e mercato servito. Nel generare tale discontinuità - affrontare nuovi mercati, proporre nuove offerte, adottare nuovi processi - mantiene l'organizzazione focalizzata sull'obiettivo finale evitando che la gestione ordinaria diluisca l'intensità dello sforzo di cambiamento.
    Fabrizio Fresca Fantoni
  • La consulenza di direzione e' l'opportunità che il capo azienda ha di vedere realizzato il suo disegno strategico attraverso l'organizzazione. Accorcia i tempi, minimizza i costi e massimizza i risultati.
    Andrea Ferri
Quali sono i suoi suggerimenti per migliorare la relazione tra azienda e consulenza?
  • Maggiore professionalità da entrambe le parti. Cioè Cioè migliore chiarezza nel rapporto, migliore definizione degli obiettivi, migliore capacità di superare gli ostacoli e sciogliere i nodi, migliore collaborazione nel ricercare le opportunità.
    Piercarlo Ceccarelli
  • La consulenza deve avere una visione d'insieme del business: interventi troppo specifici senza un quadro sistemico rischiano di non produrre gli effetti desiderati in quanto il problema non è correttamente formulato. L'azienda deve aprirsi alla consulenza in modo da fornire una visione a 360 gradi che spazi dagli economics all'organizzazione alle risorse.
    Fabrizio Fresca Fantoni
  • La consulenza deve avere maggiore orientamento al risultato ed essere più coinvolta nelle dinamiche aziendali. Il management deve lasciarsi sfidare ad uscire dalle zone di comfort e accettare la consulenza anche nei momenti di tensione.
    Andrea Ferri
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

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Piercarlo Ceccarelli
Piercarlo Ceccarelli 14/04/2014 14:10:39

Tiriamo le fila della discussione...

Le opinioni sulla consulenza di direzione, espresse nei commenti, la indicano come opportunità per il capo azienda di concepire il disegno strategico e vederlo realizzato attraverso l'organizzazione accorciando i tempi, minimizzando i costi e massimizzando i risultati.

Così l'azienda amplia le prassi di trasformazione, sviluppa la capacità di comprendere ed attuare i diversi possibili approcci al cambiamento e, più in generale, si dota una cultura aziendale evolutiva.

I suggerimenti per migliorare la relazione tra azienda e consulenza invitano quest'ultima ad avere maggiore orientamento al risultato ed essere più coinvolta nelle dinamiche aziendali. La visione d'insieme del business deve permettere di evitare interventi di scarsa utilità per concentrarsi su quelli in grado di incidere sulle prestazioni. Sfidando il management con proposte incalzanti, facendolo uscire dalle zone di comfort e gestendo adeguatamente gli inevitabili e salutari momenti di tensione.

Carlo Martelli
Carlo Martelli 07/04/2014 14:33:49

Le dinamiche tecnologiche, di mercato e competitive cambiano continuamente. Le imprese, indipendentemente dal settore in cui operano, per affrontare e anticipare con successo tali cambiamenti, devono costruire una adeguata ed autonoma capacità di trasformazione. Molte organizzazioni hanno sviluppato attitudine ad attuare il cambiamento con un approccio gerarchico e programmatico: sulla base dei mutamenti dell’ambiente esterno esse definiscono un nuovo, ben definito, stato della struttura aziendale e pianificano ed attuano i conseguenti cambiamenti necessari per conseguirlo. Tale approccio affronta il cambiamento come un processo lineare e meccanicistico, costituito da una serie di eventi tra loro distinti, talvolta anche traumatici, che è necessario prevedere e controllare per permettere alle organizzazioni di conseguire i propri obiettivi. Si tratta tuttavia di un approccio che si sta mostrando sempre meno adeguato ad affrontare le dinamiche ambientali emergenti. Attualmente infatti l’impresa si trova sempre più spesso ad affrontare contemporaneamente un crescente numero di cambiamenti, spesso improvvisi e di grande portata, che richiedono soprattutto capacità di sperimentare, di improvvisare e di muoversi ‘a vista’ verso uno stato futuro non chiaramente definito. L’intervento del consulente mira a far sì che la spinta verso l’adozione di un nuovo approccio alla trasformazione emerga spontaneamente dall’interno dell’organizzazione del cliente. Solo sperimentando direttamente i limiti delle logiche di cambiamento di tipo gerarchico e programmato, i clienti sono portati a superare la loro naturale diffidenza di fronte all’idea di abbandonare i meccanismi del controllo gerarchico e di consentire che i processi di auto-organizzazione del sistema aziendale si dispieghino liberamente. Le organizzazioni clienti possono essere aiutate ad ampliare le loro prassi di gestione della trasformazione, a sviluppare le loro capacità di comprendere ed attuare i diversi possibili approcci al cambiamento e, più in generale, a creare una cultura aziendale fortemente orientata alla trasformazione. Il consulente può svolgere un ruolo fondamentale nella gestione della trasformazione: lavorando fianco a fianco con il cliente può infatti migliorare la capacità di creazione di una organizzazione ‘costruita per cambiare’, non solo una volta, ma continuamente, e quindi in grado di affrontare e anticipare con successo le dinamiche di un ambiente in continua trasformazione.