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Mag 2011
Numero N. 136
La responsabilità sociale rafforza il business
La responsabilità sociale viene ancora interpretata come donazioni e osservanza di norme. Mentre, se integrata nel business, rappresenta motore di sviluppo per tutti: individui e aziende. Così traghetta nel futuro la ragion d’essere delle imprese e del sistema capitalistico.

Il libro bianco di Jacques Delors del 1993 affrontò il tema della responsabilità sociale d’impresa, di come l’azienda dovesse rispondere non solo agli azionisti, ma anche degli altri portatori d’interesse: società, clienti, fornitori, lavoratori. Ma ancora oggi molte aziende interpretano la responsabilità sociale d’impresa in una prospettiva limitata e separata dal business. Fare responsabilità sociale d’impresa si traduce nell’osservanza di una serie di norme e nel devolvere risorse a favore della collettività sotto forma di sponsorizzazioni e donazioni.

Negli Stati Uniti, AT&T ha ancorato al business i suoi programmi di responsabilità sociale: fedele al mantra “guidare il progresso umano”, l’azienda aiuta i fornitori locali nello sviluppare competenze e competitività. Così ottiene due risultati: miglioramento della propria supply chain insieme allo sviluppo delle comunità locali e dei livelli di occupazione. Parallelamente a questo impegno, AT&T ha stretto accordi sindacali che coinvolgono i lavoratori con livelli retributivi interessanti a fronte di un impegno di tutti per raggiungere i risultati.
Anche in Italia il rapporto lavoratore-impresa si sta evolvendo in questa direzione, legando miglioramenti retributivi ad un incremento di flessibilità e produttività. Ma mancano, ad oggi, investimenti nello sviluppare la collettività. Le evidenze dimostrano che queste forme d’investimento in responsabilità sociale d’impresa fanno bene, nel medio-lungo termine, alle imprese stesse: non solo sviluppo di risorse umane valide che migliorano la competitività aziendale, ma anche generazione di reddito per le persone e, quindi, potere d’acquisto.

In tempi in cui la società sta vivendo forti tensioni – incremento di disoccupazione e povertà – ed il mondo degli affari è vittima di un’immagine negativa, sinonimo di avidità ed interessi personali, le imprese devono fornire una risposta più concreta e tangibile che vada ben al di là della redazione del bilancio sociale.
La risposta deve coniugare, secondo Michael Porter, l’agenda sociale con l’agenda di business in modo da impattare positivamente sulla società. Attraverso un impegno concreto per creare valore a livello locale nel tessuto sociale, dove opera l’azienda, con lo sviluppo e la rivitalizzazione della collettività sotto forma di nuove competenze, professionalità ed opportunità per le persone.

Sono convinto che la vera responsabilità dell’impresa sia lo sviluppo della società, dove l’egoismo individuale si trasforma in benessere collettivo. Lo vedo sempre più come ruolo centrale della governance delle aziende, soluzione vincente per il business e l’individuo. Questo ruolo esalta la ragion d’essere delle imprese e del sistema capitalistico e li traghetta nel futuro.


Parola chiave: governance


Azione: individua come la tua azienda possa dare valore alla società e contribuire al progresso. Monitora i ritorni di business che ne derivano
Parola Chiave: governance
Cosa ne pensa la community: Piace a un socio
Risultati ad oggi
E’ convinto che gli investimenti in iniziative di responsabilità sociale abbiano un concreto ritorno sul business aziendale?
55 %
si (specifichi nello spazio riservato al suo parere)
30 %
cosi, così (specifichi nello spazio riservato al suo parere)
5 %
no (specifichi nello spazio riservato al suo parere)
5 %
non so (specifichi nello spazio riservato al suo parere)
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato al suo parere)
Quali politiche di responsabilità sociale d’impresa mette in atto la sua azienda? (più risposte permesse) (*)
0 %
rispetto di norme relative alle condizioni di lavoro
0 %
rispetto di pratiche di business eticamente corrette
0 %
donazioni a sostegno della collettività
0 %
sponsorizzazione di eventi d’interesse sociale
0 %
non abbiamo specifiche politiche di responsabilità sociale
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato al suo parere)
La sua azienda investe nello sviluppo del territorio di competenza?
37 %
si, con piani di formazione per istruzione di medio-alto livello
0 %
si, con il sostegno alle piccole imprese locali nell’innovare e nell’adeguarsi al contesto competitivo
16 %
si, con la promozione di iniziative di business in associazione con realtà locali
42 %
no
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato al suo parere)
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

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20/07/2012 04:19:12

Gli eventi drammatici come quello di Fincantieri fanno riflettere sulla responsabilità sociale. Essa è ovviamente delle imprese ma non può essere solo delle imprese. Se un intero settore entra in crisi di domanda e si pone l'esigenza di ristrutturare, non farlo significa uccidere l'azienda, farlo significa incidere pesantemente sulla vita di 2500 famiglie. Quindi è la politica industriale del paese carente: avrebbe dovuto capire le difficoltà di settore e preparare il terreno in tempo per un ricollocamento. Utopia? Si utopia, è già tanto se verranno attivato meccanismi di riconversione dopo il disastro. Farlo prima è da paese troppo evoluto!
<i> 5/26/2011 11:22</i>

Coniugare agenda di business ed agenda sociale rappresenterà senza dubbio il punto di arrivo delle aziende virtuose che non interpretano la RSI come leva di marketing e comunicazione ma come un vero generatore di business in una logica win-win per azienda e comunità.
<i> 5/24/2011 14:20</i>

E' sempre una questione di equilibrio tra competitività e solidarietà. Il nostro istinto competitivo è quello che ci ha permesso di perpetuarci come abitanti del pianeta ed è alla base della nostra sopravvivenza. Cambia il contesto ma la molla che serve per sopravvivere rimane la stessa: competere e ottenere le risorse per noi e per le persone di cui siamo garanti.
La solidarietà è stata anch'essa sviluppata per la nostra sopravvivenza: non lasciare che i rigori dell'inverno o una carestia locale ci uccidessero ma aiutare chi ha bisogno per poi essere aiutati in caso di nostra necessità. E tutto ciò è alla base del vivere civile.
Queste due forze hanno plasmato i nostri valori e si tratta di trovare il giusto compromesso tra esse. L'azienda non fa eccezione perchè è un soggetto che agisce sul pianeta e sulle persone, con le persone. Un soggetto collettivo che non può che sottostare alle stesse forze
<i> 5/24/2011 9:45</i>

La Corporate Social Responsibility è un enabler rispetto ai successi aziendali.
Collocare la visione strategica dell'Azienda in un ambito sociale più ampio massimizza la possibilità di engagement dei collaboratori e di fidelizzazione con i clienti e gli altri portatori di interesse dell'Azienda. Questo crea le condizioni per una relazione di lungo periodo, precondizione per uno sviluppo durevole dell'Azienda.
<i>R Zambetti 05/23/2011 19:14</i>

Sono anch'io convinto che se l'azienda, non si assume la responsabilità per tutti i portatori d'interesse che coinvolge, non avrà vita facile in futuro.
La terra chiede equilibrio e la società chiede uguaglianza di diritti.
<i> 5/23/2011 18:16</i>