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Giu 2012
Numero N. 180
Lavoro, peccato che la riforma sia stata annacquata

In Italia il licenziamento è vissuto con terrore mentre non avviene nei paesi avanzati dove è fisiologico e propedeutico a nuove assunzioni. La nuova legge cambierà le cose?

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In Italia il licenziamento è vissuto con terrore mentre non avviene nei paesi avanzati dove è fisiologico e propedeutico a nuove assunzioni. La nuova legge cambierà le cose?

In Germania si licenzia dieci volte più che in Italia e, per converso, si assume dieci volte tanto; negli Stati Uniti il rapporto è moltiplicato per dieci. Nell’ormai celebre diagramma sul lavoro nei paesi Ocse si vede che in Italia si licenzia pochissimo - e quando ciò succede, ahimè le aziende sono costrette a licenziamenti collettivi - e speculare è il numero delle assunzioni. Ecco perché il licenziamento è vissuto in Italia con terrore e per molti lavoratori c’è il rischio di disoccupazione a tempo indeterminato, soprattutto per coloro che svolgono lavori che il mercato non richiede.
Il giuslavorista Filippo Menichino ci offre la sua visione della riforma (il nuovo sito - previsto operativo prima delle vacanze estive - prevede uno spazio dove i contributi degli esperti saranno pubblicati integralmente). In Italia si licenzia poco poiché il rischio di reintegrazione è molto elevato e alcune volte con conseguenze abnormi.
In questo contesto giunge finalmente il martoriato disegno di legge di riforma del mercato del lavoro che ha subito ben diciannove emendamenti da parte dello stesso governo che l’aveva presentato. Dunque, è vero che i dipendenti saranno più facilmente licenziabili ricevendone, in caso d’ingiustificatezza del recesso, un’indennità ragionevole e certa - la più alta d’Europa - e non più la reintegrazione.

La cosiddetta flessibilità non porterà necessariamente una maggiore occupazione in considerazione del periodo di crisi. Tuttavia è probabile che si avvantaggeranno i più meritevoli, molti giovani ed anche donne, per una ragione, quantomeno di costi inferiori. Inoltre una rilevante fascia di lavoratori potrebbe trovarsi fuori dal mercato, cioè tutti coloro che svolgono lavori obsoleti, scarsamente richiesti e poco produttivi.
Con l’età pensionabile per molti ancora lontana, è difficile pensare a quali e quante difficoltà sussisteranno nelle relazioni industriali costrette a inventarsi soluzioni innovative dopo le stringenti modifiche sulla cassa integrazione, abituate com’erano a far pagare allo stato le conseguenze del licenziamento, i cui fondi a disposizione per il sostegno del reddito sono sempre più scarsi.
Purtroppo la flessibilità in entrata - P.Iva, contratti a termine, a progetto etc. - è stata gravemente compromessa per la cronica incapacità dello Stato di controllare l’operato dei propri cittadini. Si è preferito paralizzare gli istituti di flessibilità piuttosto che monitorarli. Si è buttato il bambino con l’acqua sporca, è vero. Ma i numerosi detrattori della riforma debbono considerare che la politica vive - purtroppo - del consenso e della soddisfazione degli interessi individuali delle categorie e delle corporazioni piuttosto che degli interessi collettivi.

La riforma ha il merito di spezzare il dualismo che ha regolato finora il mercato del lavoro. Inoltre si uniformerà alla legislazione degli altri paesi europei eliminando un’anomalia per gli investimenti. Certo continueranno a sussistere tutte le altre difficoltà che ben conosciamo in materia di giustizia, fiscalità, infrastrutture, pubblica amministrazione.

Condivido le conclusioni di Menichino. Finché l’opinione pubblica italiana vivrà i licenziamenti soltanto come male - indubbiamente è male - cui bisogna opporsi, non come fisiologia di un corpo che in futuro guarirà producendo nuove assunzioni, proseguirà il declino. Ma ci sono segnali in controtendenza; già la riforma è un fatto epocale di cultura sociale ed economica da cui non si potrà tornare indietro.

Penso che sia un peccato che la riforma sia stata annacquata per i troppi costi e la poca flessibilità. I produttori di ricchezza debbono essere agevolati, se si impoveriscono potrebbe essere fatale per tutti, non solo per alcuni. L’unica cosa che è giusto fare è discutere non tanto su un provvedimento a favore di un gruppo o dell’altro, guidati dal moralismo, quanto se alla fine la collettività ne beneficerà.
La mediazione della politica dovrebbe essere proprio questo, la prevalenza del principio di realtà.

Applicazione in azienda: dirigi la tua azienda realisticamente. Se devi procedere a licenziamenti, non farti fermare da moralismi.
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Risultati ad oggi
Data la riforma del lavoro, qual è la sua opinione sulle altre anomalie agli investimenti in Italia?
- Giustizia
Nessuna risposta
- Fiscalità
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- Infrastrutture
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- Pubblica amministrazione
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- Altro
Nessuna risposta
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

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29/06/2012 11:48:30

<b>- Giustizia</b>
Poco coraggio nell'affrontare le riforme anche contro gli interessi dei magistrati. Esiste comunque un problema di equilibrio fra responsabilità civile dello Stato e del singolo magistrato.

lentissima e incerta

I processi devono essere più rapidi e l'osservanza alle massime di cassazione più stringente.

Troppo lenta. Obbligo del mediatore sotto una certa soglia. Riorganizzare i tribunali con criteri manageriali privatistici

1. La lunghezza dei processi civili e' scandalosa. Deve essere riformata completamente.
2. Molti giudici sono gli ex pm del '68. Dovrebbero non essere lasciati interpretare la legge in modo cosi' di parte.

1. La lunghezza dei processi civili e' scandalosa. Deve essere riformata completamente.
2. Molti giudici sono gli ex pm del '68. Dovrebbero non essere lasciati interpretare la legge in modo cosi' di parte.

Faziosa, Inaccettabilmente lenta, Farraginosa e costosa.

Lenta e malata di elefantiasi legislativa

<b>- Fiscalità</b>
Riforma troppo recessiva che ostacola la crescita e lo sviluppo. Mancano veri sgravi fiscali per chi investe ed assume. Indispensabile introdurre la Tobin Tax per arginare il fenomeno della speculazione sui derivati ed aumentare le entrate da reinvestire in sgravi fiscali per l'economia reale.

elevata

Bisogna ridurre le tasse, ma scontiamo anni di immobilismo, non può fare tutto Monti che è limitato da un parlamento che non ha più niente da perdere...

Troppa pressione. Più controlli sul campo e meno burocrazia da tavolino. Gli evasori totali se non li stani evaderanno sempre anche con 100 nuove dichiarazioni

L' Irap e' un esempio scandaloso della cultura contro l' impresa espressa dalle nostre istituzioni.

L' Irap e' un esempio scandaloso della cultura contro l' impresa espressa dalle nostre istituzioni.

Faraginosa e percentualmente troppo elevata

Ben al di là di accettabili limiti, che non definiscono la domanda e favoriscono gli investimenti.

abnorme

<b>- Infrastrutture</b>
Servono maggiori investimenti. Necessario accordo con CEE per avere fondi europei su progetti specifici e scorporare gli altri investimenti infrastrutturali dal debito pubblico nazionale.

insufficienti

Anche qui bisogna ammodernarsi, ma le risorse sono scarse.

fare quelle informatiche.

La più urgente e' internet veloce.

La più urgente e' internet veloce.

- Assenza di piani strategici per i trasporti fluviali e marittimi.
- Gravemente carenti i trasporti via treno.
- Mancanza di sufficienti reti energetiche-

inadeguate e penalizzanti per la competitività

<b>- Pubblica amministrazione</b>
Necessario aumentare la produttività della PA almeno alla media europea allineando i diritti e i relativi contratti al settore privato.

sovradimensionata

Bisogna renderla più efficiente riducendo il numero dei dipendenti, ma ciò genererà altri problemi.

assolutamente semplificare. 30% dei dipendenti pubblici sono di troppo. Troppo personale porta troppa burocrazia

Amministra male oltre il 50 per cento del Pil nazionale! Dovrebbe essere ristrutturata limitando le aree di competenza ai soli servizi strettamente necessari.

Amministra male oltre il 50 per cento del Pil nazionale! Dovrebbe essere ristrutturata limitando le aree di competenza ai soli servizi strettamente necessari.

non esiste mai un parere uniforme tra le varie amministrazioni delegate a fornire le autorizzazioni all'avvio di una attività

- Non è meritocratica.
- Non esistono criteri e metodi oggettivi di valutazione delle prestazioni dei Dirigenti e degli addetti.
- Non esistono corsi di studio, che preparino gli addetti del pubblico impiego al servizio vs. i cittadini.
E' privilegiato il cosiddetto "SPOIL SYSTEM"

inefficiente

<b>- Altro</b>
Bisogna recuperare risorse riducendo la spesa pubblica e colpendo l'evasione fiscale, ma il lavoro che dovrebbe fare Monti inevitabilmente dovrebbe continuare oltre il 2013...

Bisogna promuovere una nuova cultura nazionale a favore dell'impresa che rappresenta chi offre lavoro effettivamente sostenibile perche' produttore di valore.

Bisogna promuovere una nuova cultura nazionale a favore dell'impresa che rappresenta chi offre lavoro effettivamente sostenibile perche' produttore di valore.

- Credito alle imprese senza efficacia, efficienza e trasparenza.

spesa pubblica fuori controllo