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Lug 2012
Numero N. 185
Liberalizzare solo per competere?

L’obiettivo è ridurre i costi e aumentare la competitività delle aziende. Liberalizzare significa eliminare rendite ingiustificate. Ma dove e come in Italia?

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L’obiettivo è ridurre i costi e aumentare la competitività delle aziende. Liberalizzare significa eliminare rendite ingiustificate. Ma dove e come in Italia?

Dieci anni fa era impensabile poter prenotare via internet, usando il proprio smartphone, un volo low cost per una qualunque città europea spendendo 19 euro. Come estendere il successo agli altri casi di scarsa concorrenza?
Il decreto “Cresci Italia” contiene cose buone e utili ma abbandona alcuni temi a vantaggio delle aziende e del paese. Tempi brevi per la separazione operativa fra Eni e Snam, nuova governance degli ordini professionali, interventi più decisi su ferrovie, porti e aeroporti, nonché sulle banche e le assicurazioni con stimoli alla concorrenza, abolizione dei vincoli al numero di farmacie e di notai. La X Commissione ha imposto alcune marce indietro significative.

La liberalizzazione di settori chiusi si confronta con il problema della capitalizzazione delle rendite che conduce alla riduzione del loro valore, imponendo, a chi le subisce, significative perdite in conto capitale. Favorisce i nuovi entranti e danneggia coloro che già operano nel mercato. Le imprese manifatturiere italiane lo hanno già vissuto con l’avvento dell’euro e la fine della competitività basata sulle svalutazioni della lira.
Serve un’istituzione pubblica che regoli il processo perché l’impatto sociale potrebbe essere grave. Accompagnare i processi di aggiustamento può accelerare l’emergere dei vantaggi delle liberalizzazioni e superare l’arroccamento difensivo delle categorie interessate.

Gli interventi si differenziano in base alla natura dell’attività.
Settori a rete sono quelli in cui l’attività economica richiede l’uso e la condivisione di un’infrastruttura, che non è efficiente duplicare - elettricità, gas, telecomunicazioni, trasporto ferroviario e aereo, autostrade -. In alcuni si è già separata l’infrastruttura di rete dal servizio.
Occorrerà procedere alla separazione anche nei settori rimanenti. Per i servizi, promozione di più operatori che competano per la fornitura oppure selezione dei gestori attraverso gare. Solo come extrema ratio, fornitura da parte dell’ente.

Gli oligopoli sono settori per loro natura concentrati a causa dell’esistenza di significative barriere all’entrata. Banche e assicurazioni sono state interessate nello scorso decennio da importanti riforme. Una reale concorrenza rimane frenata dalla debole attitudine degli operatori a competere intensamente.
Servirà rafforzare il ruolo dell’autorità che rimane cruciale per promuovere comportamenti concorrenziali.

Nei settori ad entrata regolata l’ingresso non è libero, ma soggetto ad autorizzazioni - esame di stato, requisiti professionali, licenze -.
In questi casi bisogna più semplicemente aumentare il numero di licenze, l’abolizione di vincoli ai comportamenti - tariffe minime, divieto di pubblicità -, con eventuali compensazioni.

Nel mondo globalizzato ritengo non sia più procrastinabile lo sviluppo di prassi competitive nei molti servizi sottratti alla piena concorrenza. Le imprese manifatturiere italiane hanno conquistato successi proprio grazie alla competizione, con beneficio per i clienti e con una riduzione di costi che ha permesso l’aumento delle esportazioni, spina dorsale della nostra economia. Liberalizzare, quindi, significa aumentare la capacità di spesa per tutti favorendo attitudini, bisogni, aspirazioni.

Applicazione in azienda: anticipa le ristrutturazioni per assicurare la competitività della tua azienda, anche se agisce in settori ancora protetti
Parola Chiave: economia
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Risultati ad oggi
Cosa ne pensa delle liberalizzazioni in Italia?
  • Sono assolutamente indispensabili e urgenti. Credo nella capacita' del mercato di regolare i rapporti tra domanda e offerta e non credo nei
    Piercarlo Ceccarelli
Quali riforme, tra quelle indicate, ritiene dovrebbero essere varate immediatamente dal governo? (max. due risposte, grazie) (*)
33 %
completare la liberalizzazione dell’energia, promuovendo maggiore concorrenza
33 %
liberalizzare i servizi locali (commercio e distribuzione)
0 %
liberalizzare i servizi pubblici locali (acqua e rifiuti)
33 %
liberalizzare i trasporti locali
67 %
liberalizzare le professioni
0 %
liberalizzare ulteriormente il mercato del lavoro
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato al suo parere)
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

Per partecipare al sondaggio è necessario aver effettuato il login.

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27/07/2012 12:16:31

Tiriamo le fila della discussione...

Questo è il secondo appuntamento dedicato a quanto votazione e discussione valorizzano l'argomento proposto. E molti di voi ancora mi telefonano e mi scrivono in privato. Utilizzare il il sito renderebbe tutti partecipi degli interessanti contributi.

Le liberalizzazioni che, viste in una prospettiva liberista-mercatista, sembrano ineludibili per creare un contesto favorevole alle imprese e alla concorrenza, preoccupano invece alcuni dei nostri leader. Ci si sofferma sui settori pubblici percepiti come strategici o come sostegno delle garanzie sociali (quali?). In questi casi si ritiene che un approccio manageriale dei loro responsabili – professionalità, misurazione dei risultati rispetto agli standard, incentivi – sia sufficiente a aumentare la produttività.

Si conferma la riforma del lavoro come un'occasione mancata, rimanendo tiepida con ancora molto da fare per equiparare il nostro mercato del lavoro a quello dei paesi evoluti.

La liberalizzazione parziale del mercato dell'energia è ritenuta la più promettente in termini di riduzione di costi per le imprese. Infatti il differenziale negativo per l'Italia rappresenta un primato in Europa.
Il governo ha prevista la costituzione di nuove autorità cui demandare il riordino della concorrenza in diversi settori. Vedo come molto delicato decidere il raggio d'azione dei nuovi organi. Da una parte il respiro necessario all'importanza e al perimetro della regolamentazione che deve essere assicurata: comunque nazionale anche se riguarda servizi locali, in modo da promuovere l'accorpamento di più imprese e la produttività; dall'altra ampio orizzonte cioè non troppo focalizzata sul settore ma in grado di governare più settori tra loro direttamente o indirettamente comunicanti, in modo da tenere conto e promuovere anche la concorrenza indiretta, le soluzioni emergenti, i processi d'integrazione.

Piercarlo

19/07/2012 07:30:14

i servizi strategici devono rimanere pubblici, ma soggetti a forti controlli, verifiche e comparazioni con standard presi a base e condivisi

Piercarlo Ceccarelli
Piercarlo Ceccarelli 17/07/2012 19:49:20

La questione delicata delle autorità di governo della concorrenza dovrebbe essere affrontata con il respiro necessario all'importanza e al perimetro della regolamentazione che deve essere assicurata: comunque nazionale anche se riguarda servizi locali (in modo da promuovere l'accorpamento di più imprese e la produttività); di ampio orizzonte cioè non troppo focalizzata sul settore ma in grado di governare più settori tra loro direttamente o indirettamente comunicanti ( in modo da tenere conto e promuovere anche la concorrenza indiretta, di soluzioni emergenti, i processi d'integrazione).

17/07/2012 10:36:07

liberalizzare ulteriormente il mercato del lavoro

16/07/2012 16:19:40

Io penso che la liberalizzazione non possa comprendere tutti i settori pubblici per ovvi motivi di strtegicità e di garanzie sociali. Viceversa credo che tutti i settori pubblici debbano essere "responsabilizzati" fortemente rispetto agli effetti prodotti. Una gestione di manager e professionalità di comprovata capacità sottoposti costantemente a misure di prestazioni e risultato con logica "privatistica" ..... compresi gli effetti (premi e punizioni) resi pubblici.