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Feb 2015
Numero N. 305
Sai scovare collaboratori straordinari?

Sovente vengono considerati i “numeri due”, eppure spesso sono la chiave del nostro successo. Chi sono davvero i nostri collaboratori? Cosa li rende straordinari?
Le competenze, le conoscenze e l’esperienza? Oppure il carattere, la personalita’ e la volonta’ di mettersi in gioco?

Trovo che le prime qualità siano utili ma vengano messe in pratica solo se ci sono le seconde. Se abbiamo gli “strumenti”, ci deve anche essere la volontà di usarli. Altrimenti e’ come se non ci fossero.

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Sovente vengono considerati i “numeri due”, eppure spesso sono la chiave del nostro successo. Chi sono davvero i nostri collaboratori? Cosa li rende straordinari?
Le competenze, le conoscenze e l’esperienza? Oppure il carattere, la personalita’ e la volonta’ di mettersi in gioco?

Trovo che le prime qualità siano utili ma vengano messe in pratica solo se ci sono le seconde. Se abbiamo gli “strumenti”, ci deve anche essere la volontà di usarli. Altrimenti e’ come se non ci fossero.

Quindi, su quali doti scommettiamo di piu’ quando selezioniamo un nuovo collaboratore? Si tratti del direttore generale, di un tecnico di fabbrica o di un giovane in stage...



Ci sono tre aspetti chiave che dobbiamo individuare in loro.

Per prima cosa devono mostrare la voglia, l’interesse, la determinazione a imparare. Anche se hanno già un ricco bagaglio alle spalle, anche se hanno molti anni d’esperienza, la tensione ad apprendere deve essere tale per cui sono sempre pronti a mettersi in discussione e arricchirsi. Convinti che non si finisce mai d’imparare.

Il secondo punto è la loro disponibilità a proporsi come volontari. Non basta che siano precisi e responsabili per i compiti assegnati o dei quali si sono fatti carico. Devono capire in anticipo le esigenze dei colleghi e dell’azienda e volontariamente farsi avanti per soddisfarle. Una dimostrazione tangibile di partecipazione attiva, anzi proattiva, e di forte senso di attaccamento.

Il terzo e ultimo punto riguarda la competenza nel loro lavoro. Qualsiasi esso sia. Fare le cose sempre al meglio delle loro capacità, essere puntuali, non lamentarsi. Impegnarsi al miglioramento senza mai accontentarsi. Se qualcosa non va per il verso giusto, provvedervi direttamente e informare chi ne ha la responsabilità. Anche ammettere i propri limiti, laddove sia necessario, è una dimostrazione delle proprie competenze.

I collaboratori che si comportano in questo modo, aumentano di molto il valore dell’organizzazione. Si rendono conto di far parte di un obiettivo comune e ciò fa del lavoro una cosa grande che offre il privilegio di realizzare la loro potenzialità come individui.

Scovare collaboratori, “numeri due”, siffatti oggi fa la differenza.

Applicazione in azienda: Per disporre di un promettente gruppo di collaboratori, potenziali “numeri due”, è necessario fare le cose giuste (efficacia manageriale), farle bene (qualità operativa) e con il minor dispendio di risorse (efficienza organizzativa). Gli strumenti di pianificazione, di controllo e di sviluppo organizzativo vanno progettati e gestiti nella logica “up or out”.
Parola Chiave: risorse umane
Cosa ne pensa la community: Piace a 15 soci e 3 soci hanno un'altra idea
Per approfondire: n. 229
Risultati ad oggi
Quale delle tre caratteristiche del collaboratore “straordinario” ritiene determinante?
20 %
- Continuare a imparare
13 %
- Offrirsi “volontario”
7 %
- Dimostrare competenza
53 %
- Le tre caratteristiche insieme
7 %
- Altro (specifichi nello spazio riservato ai commenti)
Quali sono le caratteristiche che lei ricerca in un collaboratore straordinario?
  • La capacità e il desiderio di farsi carico dei problemi: rispettando i ruoli per non generare confusione, ma agendo attivamente per la soluzione. Le competenze sono una conditio-sine-qua-non: le deve avere o lo si aiuta ad apprendele
  • capacità reale di mettere in discussione lo status quo
  • Parto dall’ipotesi che ogni collaboratore, nel suo ruolo, deve essere un numero uno: eccellere in ciò che fa ogni giorno. Senza questa tensione verso un obiettivo si scivola inevitabilmente verso la mediocrità. L’orientamento al risultato – a qualunque livello – costituisce un ingrediente fondamentale di una risorsa efficace, unitamente alla capacità di contribuire al bene dell’azienda anche al di là delle proprie mansioni specifiche. Interrogarsi su certi fenomeni, ragionarci sopra senza limitarsi a ciò che è prescritto, rappresenta lo spartiacque tra risorse di valore e risorse modeste. Tutto ciò va sostanziato da metodo di lavoro e organizzazione senza i quali si perdono efficacia ed efficienza.
    Fabrizio Fresca Fantoni
  • La prima, e più importante, caratteristica da ricercare in un collaboratore consiste nella volontà di lavorare su se stesso, in termini di automiglioramento. Questa propensione deve essere mirata sia alle proprie competenze tecniche sia a quelle relazionali. La seconda caratteristica consiste nella capacità di relazionarsi sistematicamente con colleghi, capi e collaboratori, chiedendo feedback costanti, in un sano confronto senza pregiudizi. Anche questo scambio deve avere valenza sia tecnica sia relazionale. Infine, quando ci riferiamo a collaboratori che debbano ricoprire ruoli di responsabilità, caratteristica qualificante è quella connessa all’etimologia stessa della parola “responsabile”, ovvero “abile nel dare risposte“, sia in termini di risposte tecniche, relative ai contenuti della mansione, sia organizzative, su come va pianificato e distribuito il lavoro di tutti, sia infine relazionali, ovvero legate al coinvolgimento ed alla motivazione delle persone. Carlo Martelli
  • Curiosità, capacità di mettersi in discussione, open mind, innovativo.
  • Curiosità, passione, intraprendenza.
    Andrea Ferri
  • Competenza,determinazione,energia, coraggio e valori
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

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Piercarlo Ceccarelli
Piercarlo Ceccarelli 05/02/2015 08:07:23

Stefano Russo
General Manager presso Ralph Lauren
ci scrive:
sui primi 2 punti nulla da aggiungere. .. sulle competenze direi che si può sempre formare! Le migliori aziende possono scegliere 2 vie :

Comprare a peso d oro profili con tutte e tre le caratteristiche da lei descritte.

Scovare I numeri 2 ...potenziali e formarli per dare loro competenza necessaria al progetto azienda.

Nel primo caso lavorerei per un progetto ben definito nel tempo sapendo che raramente quel tipo di profilo resterà a lungo.

Nel secondo caso se si è ben strutturati con formazioni mirate di solito il profilo tende a sposare il progetto impresa ed a restare a lungo dando valore aggiunto anche a lungo termine.

Almeno per la mia esperienza di soli 10 anni di retail.

ines lundra
ines lundra 03/02/2015 08:58:03

Proattivo e multifunzione (multitasking). E’ così che vedo il collaboratore ideale del terzo millennio: deve saper sempre trovare una risposta alle domande e una soluzione ai problemi, uscendo dal proprio seminato e sperimentando.

03/02/2015 08:07:51

A me piace molto l'idea che possa essere un "lean coach": pensiero snello associato a predisposizione all'ascolto ed a far emergere consapevolezza e commitment nel team che gestisce (e non solo, anche con tutti i teams con cui si relaziona!)