Numero N. 140

Se è vero che l’Italia ha perso produttività, le statistiche dimostrano che il deficit è nel settore pubblico, mentre le imprese vanno bene. Nel pubblico c’è un grande potenziale di miglioramento. Per farlo emergere serve un approccio aziendalistico!
Numero N. 134

La nostalgia della politica per il ritorno del capitalismo di Stato è oggi forte in Italia. Si vuole limitare la contendibilità di aziende di “rilevante interesse nazionale”. Ma bisognerebbe raccontare la realtà di chi acquista i prodotti e utilizza i servizi, cioè del mercato!
Numero N. 125

Il 23 febbraio scorso Arenaways, operatore privato che opera sulla tratta Torino-Milano in concorrenza con Ferrovie dello Stato, ha chiesto al Tar di pronunciarsi perché si vede vietate le fermate intermedie. L’Alta Velocità compete con aereo e auto e questo fa bene al portafogli dei viaggiatori e delle aziende. Ma non è ancora esempio di competizione virtuosa (vedi "C’era una volta … la concorrenza diretta").
Numero N. 98

Venerdì 9 luglio Marchionne ha rotto gli indugi confermando gli accordi del 15 giugno, dopo lo sfogo amaro per il 62% di si al referendum. Parte l’iniziativa che potrebbe rappresentare la svolta nel processo di delocalizzazione e rilanciare la piattaforma industriale italiana.
Numero N. 95

Il destino dello stabilimento Fiat di Pomigliano D'Arco è in gioco. Sergio Marchionne ha chiesto, pena il trasferimento della produzione in Polonia, un nuovo modello produttivo ed organizzativo, a partire da orari e turni. Ma è subito stato chiaro che, insieme ai posti di lavoro, c’è il problema della competitività del manufacturing italiano.
Numero N. 86

Gli incentivi del governo a sostegno dei consumi: si tratta di poche risorse, spalmate in un lungo periodo e con criteri di assegnazione poco trasparenti. 300 milioni di veri e propri incentivi temporanei all'acquisto di una varietà di beni di consumo durevole e di 120 milioni di sgravi fiscali per la cantieristica e per il settore tessile. Ma il diavolo si nasconde nei dettagli di attuazione e c’è il pericolo di oscurare i sia pur piccoli benefici.
Numero N. 79

Siamo capaci di mantenere e attrarre sul territorio italiano le multinazionali? Se si continua ad addossare alle imprese oneri che sono di competenza dello Stato e invocare la responsabilità sociale, invece di lavorare a un progetto di ampio respiro, le aziende lasceranno l’Italia e, a quella di Termini Imerese, seguiranno altre chiusure.
Numero N. 66

L'Irap non ha una buona reputazione. Genera un gettito rilevante e, quindi, non può essere semplicemente abolita. Ce ne occupiamo nel club Impronte perché è un’imposta che distorce la competizione internazionale ed è necessario ricondurla nell'ambito di un sistema impositivo comparabile con quello dei paesi con cui ci confrontiamo. Poiché finanzia essenzialmente un servizio universale, la sanità, dovrebbe essere percepita su tutti i redditi. La nostra proposta? Attraverso una sovraimposta a favore delle regioni sull'Irpef e sull'Ires.
Numero N. 63

Il dollaro è tornato a bucare il tetto di 1,5 sull’euro. Cosa significa per le imprese europee e italiane il rafforzamento dell’euro sul dollaro? Quali sono le implicazioni di un euro forte? Il livello di globalizzazione fa la differenza.
Numero N. 9

Le cattive notizie incalzano e i giornali le strillano per vendere più copie ma la realtà delle cose è differente in considerazione dei cicli economici. Gli imprenditori e manager di Impronte ritengono per il 52% che l’attuale flessione dell’economia sia vicina al punto peggiore, mentre per il 31% che sia appena cominciata e peggiorerà..
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